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Testimoni di tutte le cose da Lui compiute

Il 21 gennaio 2024, dopo un mandato durato 4 anni, e’ stato rinnovato il consiglio diocesano dell’Azione Cattolica. L’assemblea elettiva si e’ svolta presso Villa Mater Dei con la partecipazione di quasi tutti i delegati della diocesi.

La Santa Messa, concelebrata da  Mons. Giuseppe Benintende e Mons. Maurizio Aliotta, e’ stata presieduta dall’Arcivescovo Mons. Francesco Lomanto, che ha sottolineato l’importanza fondamentale del dialogo, della comunione e del senso di responsabilità, necessari per offrire un servizio bello alla Chiesa attraverso l’Azione Cattolica e  ha augurato a tutti di essere testimoni di speranza e di camminare sempre  insieme.

Si e’ aperta, quindi, l’Assemblea con le relazioni dei settori, giovani e adulti, e dell’articolazione ACR , infine, della Presidente. Sono emerse tutte le difficoltà’ di questo quadriennio causate dalla pandemia, ma anche la volontà’ di stare accanto alle persone, la cura, l’impegno e la passione che hanno accompagnato il cammino e che hanno permesso di vivere ugualmente questi anni con gioia, entusiasmo e gratitudine verso il Signore.

Particolarmente sentita la relazione della presidente uscente Valeria Macca, la quale ha sottolineato l’importanza dei due verbi che guideranno il prossimo triennio: accompagnare e sognare. Accompagnare le persone, è, innanzitutto, guardare alle loro esigenze ed ai loro bisogni, anche alla loro sicurezza in tempi di COVID; stare accanto a ciascuno, anche solo con una telefonata o un messaggio ai vice presidenti o ai presidenti parrocchiali. “Accompagnare significa continuare proprio a stare accanto laddove le persone vivono e si trovano, dove sperimentano le loro fragilità e le loro paure, per far crescere il senso profondo di comunità che accoglie e che sa porsi in ascolto.

Accompagnare significa, anche, avere rispetto anche delle scelte diverse compiute dalle persone: dobbiamo accompagnare chi si impegna nel mondo della società, della politica, della scuola: non tutti siamo chiamati ad un impegno nella struttura associativa, ma tutti siamo chiamati a vivere in pienezza la vocazione battesimale”.

Accompagnare significa avere la pazienza dei tempi lunghi, saper aspettare il passo dell’altro, che non è necessariamente uguale al nostro. E poi: sognare. Come AC diocesana non possiamo smettere di sognare, o meglio di credere che è possibile costruire una Chiesa accogliente, viva, dove ciascuno possa dire la propria, camminare insieme, dove, come avviene in AC, giovani e adulti, sullo stesso piano, costruiscono e lavorano per un progetto comune.

Significativa la partecipazione di Caterina Donato, inviata dalla delegazione nazionale, la quale ha ricordato la bellezza e la ricchezza del patrimonio associativo, del senso di responsabilità, richiamando l’attenzione sull’importanza della formazione, della lettura dei segni dei tempi, del patrimonio di santità, che la storia di questi oltre 150 anni ci ha consegnato.

E’ stata una mattinata piena di gioia ed emozione anche per la presenza di molti ex assistenti diocesani, presidenti parrocchiali, vice presidenti e responsabili ACR , invitati per l’occasione, che hanno riempito i cuori grazie alla loro presenza, le loro parole e i ricordi che hanno riportato alla memoria.

Nella seconda parte della giornata, dopo l’insediamento della commissione elettorale e la presentazione dei candidati, si sono svolte le elezioni.

Il nuovo consiglio e’ così composto: Maria Elena Accaputo, Laura Ciotta, Mario Germano e Cinzia Manfredi per il settore adulti; Ludovica Bosco, Elisabetta D’Amico, Daniele De Rossi e Giuseppe Ossino, per il settore giovani; Giuseppe Adorno, Noemi Carrabino, Vincenzo Cormaci e Giorgia Gagliolo, per l’articolazione ACR.

Con grande emozione e con profonda gratitudine al Signore, auguriamo buon servizio al nuovo Consiglio e che possa rendere l’Associazione sempre più bella!

Rosa Mannone

Ritiro nel Tempo di Avvento

Maria, nostra sorella

Questo il titolo del ritiro di Avvento Unitario, che abbiamo vissuto con la gioia di una famiglia che si riunisce per festeggiare un incontro, il 3 dicembre 2023 e che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle varie Parrocchie della Diocesi.

Il ritiro si è svolto  presso la Parrocchia Sacra Famiglia, a Siracusa, dove il parroco Don Claudio Magro ci ha accolti con gioia e massima disponibilità.

La riflessione è stata guidata dal nostro assistente padre Maurizio Aliotta che ci ha presentato la figura di Maria non solo come madre di Gesù e madre nostra ma anche come sorella, sottolineando l’aspetto di creatura, che la rende simili a noi nell’umanità e nella fede.

Maria sta con noi,  è un modello di fraternità autentica e oggi c’è un grande bisogno di comunione nella Chiesa e al di fuori della Chiesa.

Dobbiamo essere in grado di generare Gesù nella nostra vita, attraverso le nostre azioni e la nostra vicinanza all’altro, soprattutto a chi ha più bisogno.

Maria, nella sua condizione di vita, ha aderito totalmente alla volontà di Dio.

L’aderire alla volontà di Dio significa che, responsabilmente, accettiamo e siamo capaci di rispondere alla chiamata del Signore. Anche noi oggi, quindi,  siamo chiamati ad aderire responsabilmente a quello a cui siamo chiamati. Non limitiamoci ad una pura devozione!

Al termine della riflessione è seguito un momento di silenzio, la condivisione e la celebrazione eucaristica.

Ricchi di gioia, di abbracci e sguardi pieni di affetto, ritorniamo al nostro servizio al Signore nelle nostre parrocchie ricordando che Maria, nostra prima sorella, ci aiuta a sentirci sempre più appartenenti, oltre che alla grande famiglia umana,  anche alla Chiesa.

Rosa Mannone

Chi mi ha toccato

Prendersi cura dell'altro, della vita, del creato

“La cura” è stato il tema del campo diocesano adulti di Azione Cattolica, svoltosi presso la Casa di Esercizi spirituali dei Missionari passionisti a Mascalucia il 2 e 3 settembre.

I presenti, giovani-adulti con bimbi, adulti, adultissimi si sono confrontati, prendendo spunto dal brano di Vangelo che guiderà l’anno associativo adulti 2023/2024, Marco (5,21-43) e non solo.

La mattina del sabato, dopo un momento di preghiera, padre Maurizio Aliotta, assistente unitario, ha iniziato il suo intervento sottolineando la grande fede dell’emorroissa, fede che la fa uscire dalla massa dove nessuno si distingue. Pur tra la folla lei stabilisce un rapporto con Gesù, esce dall’anonimato per toccarlo e Gesu’, per la sua fede, la salva.

Sottolinea l’ambiguità del toccare: toccare per possedere oppure desiderio di prossimità per una comunicazione autentica?

Gesù si fa carico delle colpe dell’umanità, questo è il punto culminante della sua vita.

Ci sono, peraltro, altri brani del Vangelo dai quali emerge come per tutta la Sua esistenza Gesù si sia fatto carico delle fragilità dell’umanità: nella Trasfigurazione, nella parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel brano del buon samaritano.

Dobbiamo avere a cuore gli altri, essere sempre interessati a loro, in modo disinteressato, non nel senso di superficiale ma come frutto di un equilibrio molto delicato. E’ necessario essere solidali sempre, come stile di vita, non episodicamente, abbiamo responsabilità verso l’altro. Se Dio dimora in noi, anche noi possiamo essere dimora per gli altri.

Nei lavori di gruppo  la condivisione di quello che ha suggerito la riflessione è stata forte e ricca di emozioni.

Nel pomeriggio Grazia Pennisi, responsabile equipe nazionale MLAC ( Movimento lavoratori Azione Cattolica) e Padre Claudio Magro parroco della Chiesa Sacra Famiglia in Siracusa e Direttore dell’ufficio per i problemi sociali e del lavoro ci hanno arricchito parlando della cura del territorio e del mondo del lavoro, hanno condiviso  progetti e iniziative, esperienze e proposte, ma, soprattutto, la necessità di avere più attenzione  verso il mondo del lavoro,  verso la sicurezza sul lavoro , la ricchezza dell’esperienza nel campo, rendendoci più consapevoli che questa realtà ha bisogno di maggiori attenzioni da parte di tutti.

Quindi, si è svolta la visita al Santuario di Mompileri. Guidati dall’architetto Carmela Conticello,  abbiamo avuto modo di ripercorrere la storia, visitare il luogo del ritrovamento della statua della Madonna delle Grazie, rimasta sepolta oltre 30 anni sotto la lava (a sciara) , cosi nel sentire comune è divenuta Madonna della Sciara..

Nella serata abbiamo vissuto un momento di fraternità insieme all’AC di Catania che soggiornava nello stesso luogo, in spirito di amicizia e sinodalità.

Giorno 3 la prof.ssa Gabriella La Mendola, docente di Storia e filosofia e ricercatrice presso la Fondazione per le Scienze Religiose di Bologna, appartenente alla Famiglia Ecclesiale Missione Chiesa-Mondo, ci ha donato riflessioni ricche e appassionate sul tema del campo, partendo dai protagonisti del brano di Marco (5,21-43):

  • la folla, una presenza che pressa, che vuole vedere, toccare, sapere, curiosa ma che non fa niente di particolare, priva di personalità, di quella personalità che sa incontrare. La folla ci dà la sensazione di stabilità, ma è una folla con fede?
  • Dalla folla emergono dei volti: il padre, sicuramente giovane, stimato, integro che fa un gesto di profonda fede;
  • l’emorroissa, donna che vive una grandissima sofferenza e che con coraggio tocca Gesù, ma non come gli altri, in modo diverso, con grande fede, dietro Gesù e ai suoi piedi. Perchè il vero discepolo sta dietro Gesù!
  • I discepoli che, pur avendo ricevuto più degli altri, a volte, non capiscono o, comunque, capiscono meno degli altri. Questo vale anche per noi che, talvolta, con poca umiltà, crediamo di essere piu’ vicini degli altri al Signore.

Non smettiamo mai di essere le sue pecore, sempre bisognosi di avere un pastore che si prende cura di noi. Così da poterci  prendere cura degli altri.

Noi siamo innestati nella vita trinitaria, in Gesù, e il Padre, quando vede noi, vede Suo Figlio.

In questa vita d’amore, sono  importanti la nostra volontà, la nostra passione, i nostri sforzi,  ma prima dobbiamo essere innestati in Cristo.

Lasciamo che Cristo si prenda cura di noi!

Toccati da Gesù, tocchiamo gli altri, dopo aver sperimentato la misericordia di Dio  possiamo capire l’altro. Potremo, allora, diventare persone e comunità che si prendono cura, far sentire all’altro che ci possiamo aiutare reciprocamente.

I lavori si sono conclusi con un saluto ed un invito della Presidente diocesana che ha affidato ai presenti quattro verbi, per vivere in pienezza il cammino associativo ed assembleare: ringraziare, per quanto vissuto, accompagnare la vita delle persone a noi affidate, rispondere, con senso di fiducia e responsabilità alla chiamata del Signore, perché la scelta associativa è prima di tutto una scelta vocazionale ed infine, camminare insieme, per far sì che l’Azione cattolica diventi sempre più palestra di sinodalità.

Con la S. Messa, lo scambio simbolico di un segno di affetto e il pranzo, insieme all’AC di Catania, si è concluso il campo diocesano, una bella esperienza di chiesa!!

 

Incontro nazionale delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica

La chiesa che sogniamo

Domenica 27 agosto 2023 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (RM) si è concluso  l’incontro nazionale delle Presidenze diocesane dell’Azione Cattolica Italiana.

Per quattro giorni i rappresentanti delle presidenze diocesane dell’A.C., circa 700,  gli assistenti e 30 vescovi  di varie Diocesi, siamo stati impegnati nell’ascolto e nella condivisione, ma anche in momenti che ci hanno aiutato a riflettere sulla necessità di non essere spettatori passivi e, come ci chiede il presidente nazionale Notarstefano, a chiederci se siamo ancora capaci di sognare e…di farlo insieme.

La diocesi di Siracusa è stata rappresentata dalla sua Presidente Valeria Macca, dalla responsabile ACR Rita Dell’Aquia e dai Vice Presidenti settore Adulti Rossella Mannone e Mario Germano.

In un periodo caldissimo famiglie intere, anche con bambini piccoli, adulti, adultissimi  e  tanti giovani pieni di speranza e di entusiasmo  hanno sognato insieme, vivendo la gioia di esserci e di sperare.

 

«Mi baci». Così si apre il Cantico dei Cantici. A introdurre il desiderio di Dio è Lidia Maggi, teologa e pastora della Chiesa evangelica battista.

Sottolinea come la passione serve a sollevarci dalle cose che ci tengono prigionieri ogni giorno, la politica, a volte l’organizzazione della Chiesa, le cose di tutti i giorni.

Chiediamoci, allora: Cosa ci appassiona? Cosa muove il nostro desiderio?

 

Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e Segretario generale della Cei nell’omelia per la Celebrazione eucaristica ringrazia l’AC per l’amore verso la Chiesa e verso il Paese, sottolineando che amare è testimonianza, capacità profetica di essere dentro la quotidianità della vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, abbracciando e condividendo le loro ansie e le loro preoccupazioni: per il lavoro, per la salute, per il futuro dei figli.

 

Per padre Bernardo Gianni, abate dell’Abbazia di San Miniato, oggi c’è la tentazione di fare solo l’esperienza di bellezza del proprio io. Credere nel Vangelo significa “mettere in conto fondamentalmente un’attitudine allo sconosciuto che sin dall’inizio è oggetto della nevrosi del popolo d’Israele che rimpiange cipolle e patate al sicuro dell’ostaggio egiziano”. Se non ci fosse stato questo “squilibrarsi” che viene dal futuro, noi non sapremmo neanche cosa possa essere la Pasqua.Voi siate “Azione Agapica” di amore, continua, come tale rivelativa dell’amore che viene dal Padre, che si attua con le energie dello Spirito.

 

La città è il primo cantiere della speranza che sperimentiamo ci dice Paolo Bovio,   managing editor di Will Media, appassionato di trasformazioni urbane e autore del Podcast “Città”.

“Noi viviamo per la prima volta una storia dove la popolazione urbana è numericamente maggiore della popolazione rurale. Ci sono città che crescono e altre no. Creative o innovative, e altre no. Ci sono almeno due città: città che vivono e città che perdono. Ricostituire le reti di relazioni è la sfida che ci appartiene. Lo spazio della città è uno spazio di libertà”.

 

Bellissima l’esperienza offerta da Enrico Zarpellon, che ci ha aiutato a riflettere attraverso Walkabout, un modo nuovo di raccontare le grandi storie, all’incrocio tra spettacolo teatrale e lezione, concerto e reading.

 

Nessuno si salva da solo. Attraversare. Visioni. Processi. Sete. Germogli. La città che sale. Sei parole che ci aiutano a una lettura della realtà senza per questo nascondere fragilità, percorsi di crisi, transizioni e domande sul futuro. Perché nessuno si salva da solo. Ci prova, con un linguaggio colto e allo stesso tempo popolare, Giuseppe Notarstefano nel suo “Verso Noi” Prendersi cura della vita di tutti. Un titolo che evoca percorsi di cura associativi, ma, allo stesso tempo, una riflessione laica destinata a un pubblico più vasto, sul futuro di questo nostro Pianeta che vorremmo desiderarlo più abitabile.

 

Ascoltare è già sinodalità  e i Vescovi presenti si sono messi a disposizione di un popolo che ha voglia di raccontarsi, parlare, sorridere un po’. E’ stato un momento forte, in cui ci siamo sentiti accompagnati e curati.

 

Sogniamo una Chiesa diversa, che sia capace di dialogare con tutti, che sappia prendersi cura delle persone, vicina, prossima, che sappia mettere al centro della sua esperienza il valore della comunità. Vogliamo vivere questo tempo come un tempo di discernimento: e vivere nella celebrazione della bellezza il valore di essere comunità.

 

Don Luigi Ciotti, presidente di Libera ci dice che il Vangelo è strumento di giustizia: “Sono molto grato all’AC,  sono emigrato dal veneto a Torino, la mia famiglia era molto povera. Credo che mi abbia salvato la parrocchia, e credo che mi abbia salvato nell’adolescenza essere in AC”. “Ho imparato grazie a dei punti di riferimento che ho trovato in quegli anni in quella parrocchia, nell’associazione dove sono cresciuto, e oggi nel sacerdozio, che non siamo noi che salviamo e convertiamo, è Dio che fissa gli appuntamenti con la gente. A Dio chiedo di aiutarci a fissare questi appuntamenti. Io credo che Dio ci chieda questo. È per questo che con il Gruppo Abele noi siamo al servizio della gente. Qui sono nati molti Noi, tra cui Libera”.

 

“Lasciamoci guidare dalla creatività dello Spirito Santo”, sono le parole di mons. Claudio Giuliodori, assistente unitario dell’AC. “Identità e missione sono  inseparabili se vogliamo comprendere chi è veramente il Figlio dell’uomo. Ciò che Gesù dice di essere si manifesta attraverso ciò che fa e le opere da Lui compiute rivelano la sua identità”.

 

Il presidente nazionale dell’AC, Giuseppe Notarstefano, infine,  traccia un primo bilancio dell’Incontro nazionale delle presidenze diocesane dell’associazione, invitandoci ad essere NOI nella gioia di essere Chiesa e di essere segno tangibile di una sintonia piena, operosa e franca, tra i nostri pastori e il popolo di AC, come hanno avuto modo di ribadire il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, e il segretario generale, mons. Giuseppe Baturi.

 

Quattro giorni di intensi lavori che ci hanno arricchiti, confermando la necessita’ di non arrenderci, ma di sognare una chiesa che abbracci i problemi dei più deboli, che affronti le sfide del nostro tempo , dove ci sia spazio per tutti, e che metta in primo piano la pace, l’accoglienza, la cura.

 

"L'AC palestra per prendere la Sua forma"

Diego Grando all’Azione Cattolica diocesana: essere e diventare discepoli-missionari

La missione: guardare lontano e vedere vicino con uno sguardo "contemplattivo"

“Perché sia formato Cristo in voi”

Questo il titolo dell’incontro di formazione svoltosi il 15 gennaio 2023 presso la Chiesa Santa Chiara di Priolo Gargallo.
E’ stato il secondo degli appuntamenti pensati quest’anno, in particolare per educatori e formatori ma aperto a tutti, per condividere momenti speciali che ci aiutano a crescere insieme.
Il tema è stato il nuovo Progetto Formativo dell’Azione Cattolica Italiana, che si è arricchito per essere più vicino alle realtà che viviamo.
Abbiamo avuto la grande gioia di vivere questo momento con l’intervento di Diego Grando, responsabile nazionale dell’area promozione associativa AC, che ci ha ricordato, con le parole di Papa Francesco, la necessità di una Chiesa sempre più sinodale e anche il senso di gratitudine che dobbiamo avere verso chi ci ha preceduto e ci ha permesso di vivere oggi la fede e l’AC prima di noi.
Siamo chiamati a custodire e trasmettere moltiplicando il bene, aprendo le porte del nostro cuore affinché la grazia di Dio possa entrarvi.
Tutta la nostra vita dipende dai nostri “si” e dai nostri “no” e pensare al progetto formativo è pensare ad un progetto che parte dal “si” al Signore a lasciarsi dare forma, a vivere la quotidianità con un senso di missione e di fede
Il progetto formativo ci provoca continuamente a ricalcolare il percorso, per capire se siamo sulla strada giusta e farci arrivare a mete essenziali, nella consapevolezza che la strada può essere lunga e difficile, ma vale sempre la pena percorrerla insieme.
Il progetto ci fa passare per alcune vie, come curare e custodire l’interiorità attraverso il nostro rapporto con il Signore; vivere e testimoniare la fraternità, perché nessuno è così ricco da non avere niente da donare e nessuno è così povero da non avere niente da dare; partecipare e crescere nella responsabilità; scoprire l’ecclesialità come tensione continua al dialogo, alla comunione, alla corresponsabilità, al servizio, al martirio, pagando anche di persona, prima per la libertà degli altri e dopo per la nostra (Oscar Luigi Scalfaro).
Il progetto formativo è “nuovo” per la spinta missionaria che viene dall’Evangelii Gaudium (n.24), che ci invita a prendere l’iniziativa, a coinvolgersi, ad accompagnare, a fruttificare, ma anche a festeggiare.
Oggi sono i giovani e i ragazzi a poter fare molto per la Chiesa e la società. Pensiamo a cose nuove, a vivere il servizio /responsabilità con libertà, gettiamo seme buono e andiamo!!!”
Le parole del nostro amico Diego Grando sono state seguite dalla testimonianza di Roberta Platania, attualmente incaricata regionale ACR e presidente parrocchiale, che, con passione, ci ha testimoniato come, attraverso il suo lavoro di medico, ha potuto essere di sostegno a malati soli in tempo di covid e a vivere nella quotidianità del suo ruolo il suo essere discepolo missionario.
Nel pomeriggio, attraverso i lavori di gruppo, abbiamo riflettuto su come vivere e servire al meglio l’AC e la Chiesa tutta, su come essere e diventare corresponsabili della missione e chiederci cosa possiamo fare noi laici di AC, perchè, come ci ha ricordato il nostro ospite, il nostro fratello non è accanto a noi per caso e dobbiamo essere grati al Signore per essere una “Chiesa bellissima” come amava dire mons. Mansueto Bianchi.


Arrivederci Corrado Piccione. L’ Azione Cattolica Diocesana ti ricorderà sempre con affetto, stima e gratitudine

Abbiamo appreso con cordoglio della scomparsa dell’avv. Corrado Piccione,  già Presidente diocesano  di Azione Cattolica.  Ci ha lasciati un uomo di grande spessore umano e culturale. Ha da sempre servito la Chiesa diocesana, con umiltà ed instancabile passione. E’ stato un laico fervente, ha incarnato, con la sua vita,  lo stile di servizio autentico alla città,  alla politica con la P maiuscola, senza mai perdere di vista l’essenziale.  E’ stato un professionista attento, stimato da tutti.  Con la sua scomparsa, da un lato ci sentiamo privati di una inestimabile ricchezza, ma, dall’altro, sappiamo di dover coltivare la memoria e trarre dal suo insegnamento, come laico fervente ed appassionato, la forza per impegnarci nella storia, senza paura e con coraggio.  Grazie per il suo esempio !!

La Presidente Diocesana

Valeria Macca

Le radici e le ali

Lo scorso 2 ottobre, si è svolta l’Assemblea diocesana di Azione Cattolica, a Canicattini Bagni, presso l’Oratorio San Filippo Neri, un momento intenso per l’intera Associazione diocesana che, con fiducia e speranza, continua il cammino a servizio della Chiesa locale.

Si è trattato del primo degli appuntamenti pensati quest’anno che mirano a formare educatori ed animatori e che ha avuto come tema “Cosa l’Azione Cattolica, a più’ di 150 anni dalla sua nascita, può dire alla Chiesa e al mondo di oggi: Le radici e le ali”.  Diverse le parrocchie presenti, provenienti da Siracusa, Floridia, Solarino, Canicattini Bagni, Augusta, Sortino, Carlentini e Lentini.

Dopo i saluti iniziali, c’è stato l’intervento di Raffele Gurrieri, già presidente diocesano ed attualmente membro della Delegazione Regionale di AC, il quale ha affrontato il tema complesso, attraverso un’analisi attenta della storia e del passato degli uomini e delle donne di AC, con lo sguardo rivolto, tuttavia, al futuro, alle possibilità sempre nuove per l’Azione Cattolica di porsi, nel tempo che viviamo, come strumento profetico per la vita della Chiesa e del Paese intero.

L’Azione Cattolica è chiamata a stare dentro la storia, senza avere paura delle difficoltà e delle crisi del momento, ma, al contrario, non stancandosi mai di seminare, di arare il terreno che le viene affidato, di guardare alla vita delle persone, ai loro problemi, alle loro ansie ed alle loro speranze, camminando accanto a ciascuno, senza paura.

I grandi Santi di AC hanno insegnato, infatti, che la pazienza del dialogo, il confronto, sono fondamentali, perché anche le discussioni possono essere necessarie, anzi sono un valore aggiunto, se servono a trovare soluzioni condivise, a crescere e camminare insieme col desiderio costante di fare un servizio alla Chiesa e ai fratelli.

Il dibattito che ne è scaturito ha confermato il desiderio e l’importanza della formazione, del dialogo, del camminare insieme.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’assistente unitario, Padre Maurizio Aliotta, insieme con l’assistente ACR, padre Renato Corso.

I lavori si sono conclusi nel pomeriggio dopo la presentazione dei cammini formativi annuali, ai quali i partecipanti hanno assistito divisi nei settori e nell’articolazione. Si sono condivise idee, proposte, difficoltà’, ma soprattutto speranze.

Infatti sperare è il verbo che accompagnerà l’AC in questo anno pastorale, verbo che “ci sprona ad avere il coraggio di allargare gli orizzonti”, con l’augurio che “la nostra voce diventi strumento con cui Dio si fa vicino, dona la sua forza, ama, dà’ senso all’esistenza di ognuno”.

Don Maurizio Aliotta, Assistente Diocesano di AC, e Dalila Ardito, Incaricata AC Regionale per il Settore adulti, hanno parlato di speranza agli adulti di AC della nostra Diocesi

“La vita InAttesa”: il Campo Adulti dell’Azione Cattolica della diocesi

Cristo è la nostra speranza. Re-Sperare è vivere

La Speranza è stata la parola chiave del Campo Adulti dell’Azione Cattolica diocesana che si è svolto al Santuario di Monte Carmelo a Villasmundo. Circa 70 adulti provenienti dalle parrocchie della Diocesi di Siracusa si sono confrontati ed hanno riflettuto sul tema delle due giornate.

Durante la prima giornata :

  la Presidente diocesana dell’Azione Cattolica Valeria Macca ha sottolineato che: “Il tema del campo cioè quello della speranza, anticipa quello del prossimo anno associativo. Esso si lega anche al Vangelo di Matteo, che mediteremo quest’anno. Ma cosa c’entra la speranza, come virtù teologale, con l’annuncio, dopo la Resurrezione? Eccome se esiste un legame! Quando tutto, con la morte di Gesù, sembra perduto, Lui appare ai suoi discepoli e prova a ricordare a quegli uomini spaventati e disorientati, che sono chiamati a raccontare la bellezza di un incontro. Dobbiamo avere il coraggio di allargare gli orizzonti e raccontare la speranza. Sembra difficile ma il Signore ci ha detto di non avere paura perché Lui sarà con noi tutti i giorni! Viviamo questi giorni con questo spirito e con questa certezza. Buon cammino”. Lo specifico della speranza per i cristiani è la sua fondazione cristologica: “Cristo è la nostra speranza”. Allora, per i cristiani cosa significa sperare?”

L’assistente unitario Don Maurizio Aliotta nella sua riflessione ha detto: “Lo specifico della speranza per i cristiani è la sua fondazione cristologica: “Cristo è la nostra speranza”. Allora, per i cristiani cosa significa sperare? I cristiani, cittadini di questo mondo, condividono attese e delusioni comuni a donne e uomini nel loro tempo. Le attese, però, sono vissute alla luce della promessa della venuta del Regno. Da qui la domanda su come comprendere oggi le promesse del Regno, formulate da Gesù! «Ma come si potrà parlare – duemila anni dopo la testimonianza di Gesù di un regno di Dio a portata di mano e già presente tra i credenti?» In qualche modo lo stesso Gesù suggerisce la risposta suggerendo la dinamica della crescita del Regno (cfr. Mc 4,30-33 e par.; in part. cfr. Mt 17,20 e par.). Speriamo a partire dai nostri bisogni e desideri, ma vi è pure una eccedenza dell’iniziativa di Dio, che caratterizza la speranza cristiana, che si manifesta nel non perdere la speranza anche nelle situazioni in cui non sembra esserci possibilità di speranza. Inoltre, stando a San Paolo, credere sperare e amare sono i tre momenti dell’unico atto di ricezione della grazia che ci salva. L’uomo giustificato «vive di fede», infatti nella fede l’uomo riceve il dono della giustificazione (Rm 3-4); Nella speranza, poi, è anticipata la salvezza futura (Rm 8, 23-25.31-38; 5, 5-11; cfr. Ef 1, 13-14); Nella carità culmina e si ricapitola l’esistenza cristiana, guidata dalla legge interiore dello Spirito (Gal 5, 1.6.13-14; Rm 13, 9-10; 1Cor 13, 1-13; Col 3, 14). Discepoli di Gesù: segno di speranza accanto a chi non ha speranza, «pronti sempre a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi» (cfr. 1 Pt 3,15). “Testimoni di speranza” significa stare accanto, nella modalità giusta. Importante è il come, suggerito in un recente libro di Paola Bignardi: «L’esperienza della prova costituisce una frattura esistenziale dolorosa, ma generativa […] e si tratterà di una risorsa preziosa per una nuova pedagogia delle fede: perché, come Chiesa, invece di appoggiarsi in maniera strumentale e interessata sulle macerie dell’umano, si accetti di abitare in modo autenticamente umano le fatiche della vita. Lì germoglierà il senso cristiano del vivere e dello sperare, del lavorare e del fare festa, del patire e del gioire»”.

Nella seconda giornata abbiamo avuto la presenza di Dalila Ardito Incaricata Regionale del settore adulti di Azione Cattolica.

Nella sua riflessione Dalila ha parlato di tre aspetti fondamentali: Contemplare, Sperare e Prendersi Cura. “Quando tutto sembrava finito – dichiara Dalila -, Gesù appare ai discepoli per indicare nuovamente l’orizzonte della loro missione. Egli prova a ricordare a quegli uomini disorientati che sono stati chiamati a togliere gli ormeggi delle loro paure, per andare a raccontare al mondo intero la novità e la bellezza di una vita vissuta alla sequela del Signore. Il Vangelo di Matteo ricorda a ciascuno di noi che dobbiamo attrezzarci per solcare strade nuove e pensieri rinnovati, per poter consegnare un tesoro prezioso. L’invito rivolto da Gesù ai discepoli di ieri continua a riecheggiare nella Chiesa di oggi: avere il coraggio di allargare gli orizzonti e di percorrere ogni angolo del nostro paese per raccontare una speranza nuova. Sembra essere un progetto ambizioso e, a tratti, utopico, ma non lo è se ci ricordiamo che il Signore ci ha detto: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

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La Festa degli Incontri ACR 2022 è tornata

Gesù: il sarto che tesse “l’ordito e la trama” delle nostre relazioni

Si vede, si sente, l'ACR è qui presente!

Si vede, si sente… L’acr è qui presente!” Possiamo dirlo ad alta voce! Circa 330 ACieRrini accompagnati dai loro educatori, per un totale di oltre 400 persone hanno partecipato alla Festa degli Incontri, sabato 28 giugno a Solarino. Lo slogan della giornata è “ACcoRciamo le distanze!”, un titolo, una profezia: provenienti da 12 realtà associative presenti nelle parrocchie dei Comuni di Lentini, Augusta, Priolo, Sortino, Canicattini, Floridia, Siracusa e Solarino non hanno badato alla distanza per mettersi in marcia e partecipare.
La Santa Messa, celebrata nella parrocchia Madonna delle Lacrime (Solarino), è stata presieduta dall’assistente diocesano ACR padre Renato Corso. Nell’omelia dice che “La metafora della sartoria è presente anche nella liturgia dell’Ascensione (Lc 24, 46-53).Ciascuno di noi è stato rivestito di potenza dall’alto. Nel battesimo la veste bianca è segno della dignità di figli, che si rinnova mediante l’azione dello Spirito Santo, Colui che il Padre ha promesso. Gesù chiede il nostro aiuto per realizzare la sua missione”.

A sorpresa, prima dell’inizio della celebrazione, il video messaggio dell’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, che, nel rivolgere il suo saluto ai ragazzi e agli educatori, dice che è Gesù il “sarto” che conosce tutte le nostre misure e tesse “l’ordito e la trama” delle nostre relazioni.
Presenti anche l’assistente unitario padre Maurizio Aliotta e la presidente diocesana Valeria Macca che, rivolgendo un saluto ai ragazzi, ricorda che “il lavoro del sarto implica fatica e passione, ma alla fine produce gioia. Così anche per chi segue Gesù. Il risultato è sempre la pienezza di vita”.
Un gioioso e rumoroso corteo ha portato i ragazzi e gli educatori in Piazza del Plebiscito dove ad accoglierli due sarti in competizione per realizzare l’abito più bello! Privi di alcuni strumenti di sartoria indispensabili, i ragazzi hanno dovuto reperire durante i giochi questi oggetti per consegnarli ai due. Nella scenetta finale i due sarti scoprono che, oltre agli strumenti, è necessario collaborare, creare legami, per realizzare qualcosa di bello! In conclusione, i saluti del sindaco Sebastiano Scorpo ai partecipanti e la consegna della Coppa dell’Amicizia: premiata la parrocchia San Bartolomeo Apostolo (Chiesa Madre) di Floridia.
Oltre l’équipe diocesana ACR tutto questo è stato reso possibile grazie anche alla collaborazione con l’Azione cattolica di Chiesa Madre Floridia e Solarino, Ss. Salvatore (Siracusa), Santa Lucia (Augusta) e al sostegno della parrocchia Madonna delle Lacrime (Solarino).
Tanto si è parlato di “distanze” in questi mesi di emergenza sanitaria: distanziamento interpersonale, didattica a distanza, ACR a distanza… Il titolo, scelto ad hoc, vuole richiamare l’attenzione su questa parola che ha tanto condizionato la nostra vita, mostrando che qualcosa sta cambiando… Il gadget scelto, un piccolo portachiavi-metro retrattile, rappresenta quella distanza di 100 cm, che siamo stati costretti a mantenere e che adesso, come per questo gadget, si è accorciata permettendoci di stare più vicini seppur con le dovute precauzioni.
La gioia è immensa, ma non vuole essere un mero ritorno ai “bei vecchi tempi” bensì una ripartenza, il vivere in pienezza il nostro tempo così come ci è permesso di fare, a sostegno che il metodo ACR parte dalla vita dei nostri ragazzi, dalle loro emozioni, desideri, preoccupazioni, per essere trasformato dall’annuncio evangelico di cui fanno esperienza attraverso momenti di gioco, di riflessione e socializzazione proprio come la Festa degli Incontri.
L’entusiasmo e la voglia di raccontare è ancora tanta! Seguite giorno per giorno su facebook https://www.facebook.com/azionecattolicasiracusa il “Diario della Festa”. Troverete un pensiero e tantissime foto! Sarà il nostro Grazie per il servizio e la dedicazione ai ragazzi, per la pazienza e la passione che dimostrate in tutte le circostanze. Il Signore sconvolge i nostri piani, ma sempre in meglio! W l’ACR!

Rita Dell’Aquia
Responsabile ACR