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La recita del rosario per l’Italia, stasera alle 21.00

In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia.
Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa.
“A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa” (Leone XIII)

“Più che mai, in questo tempo di incertezza e pandemia, è importante pregare l’uno per l’altro, e riporre la nostra fiducia nel Signore. Lo sappiamo, la paura non è mai una buona risposta. La compassione è la risposta, la vicinanza, l’aprire il cuore agli altri. Il Cuore di Gesù è il cammino”. Lo sostiene padre Frederic Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, nel giorno in cui la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele e ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario alle ore 21.

La preghiera del Rosario, con Maria, ci avvicina al Cuore di Gesù, perché i misteri del Rosario, i misteri della luce per esempio, ci aiutano a conoscere profondamente Cristo e a desiderare di seguirlo e amarlo di più. Pregando il Rosario impariamo ad amare come Lui, ovunque ci troviamo, nei servizi sanitari per esempio, con i più vulnerabili e i malati, nelle nostre famiglie. Questa preghiera ci fa scoprire la vicinanza della Madonna, che ci conduce a Cristo, la vera pace che dissolve tutte le nostre preoccupazioni e ci dà la forza di servire. Papa Francesco, nella giornata di preghiera “24 Ore per il Signore” 2016, ci ha invitato a non dimenticare la forza della preghiera di tante persone.

TV2000 (canale 28) offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta.

(Da Agenzia Sir)

  Sussidio per il Santo Rosario


“In questo giorno sono grato a tutti voi”

Sono grato alle persone che ho incontrato nella mia vita: le relazioni di amicizia, di reciproca comprensione e di corresponsabilità mi hanno arricchito così da contribuire alla costruzione di quel bene comune che dall’ambiente familiare a quello scolastico, da quello ecclesiale a quello sociale assume forme e denominazioni diverse, tutte orientate alla realizzazione di quella civiltà dell’amore di cui parlava il papa San Paolo VI“. Così l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, oggi, nel giorno del suo 75esimo compleanno di età, scrive ai presbiteri e ai diaconi della Diocesi.
Un compleanno diverso, festeggiato “dall’eremo” in Arcivescovado per l’emergenza sanitaria in atto. Mons. Pappalardo ha augurato “abbondanza della grazia e della pace del Signore. In questo giorno particolarmente significativo per la mia vita sento il bisogno di condividere con voi i sentimenti di gratitudine che oggi pervadono il mio animo“. L’arcivescovo ha ringraziato il Signore perchè “nella sua bontà mi ha chiamato al ministero sacerdotale ed anche alla successione apostolica affidandomi la responsabilità della guida pastorale della due Sante Chiese di Nicosia prima e poi di questa nostra Chiesa siracusana“. Ed infine: “Mentre con gioia ricevo i vostri auguri, chiedo a ciascuno di voi carissimi confratelli di pregare per me. Affidiamoci tutti alla materna protezione della Vergine Santissima, la nostra cara Madonnina delle lacrime“.

#chiciseparera

L’appello della Caritas Diocesana

La Caritas Diocesana lancia un appello per la ricerca di volontari disponibili a svolgere servizio nella mensa o nella consegna della spesa alle persone indigenti. A lanciarlo è stato il direttore don Marco Tarascio che insieme alla sua equipe è in prima linea da settimane per fronteggiare le difficoltà derivanti dall’emergenza coronavirus.

Necessitiamo di volontari (specialmente cuochi) al fine di garantire i servizi essenziali di somministrazione e consegna pasti a persone senza dimora o in condizione di estrema difficoltà presso la mensa di via Nome di Gesù, nel centro storico di Ortigia” spiega don Marco Tarascio. “Siamo consapevoli che si tratta di settimane difficili, che mettono a dura prova la nostra comunità. Nella consapevolezza della delicatezza della crisi che ci ha sorpreso è chiesta responsabilità e solidarietà assumendo con serietà le limitazioni ed i sacrifici necessari – continua il direttore della Caritas -. L’auspicio è che con l’impegno congiunto di tutti si possa superare questo periodo di crisi, portando la testimonianza della carità nei cuori delle persone, vincendo comprensibili paure, cercando di essere, nel rispetto delle disposizioni, fermento per un forte rinnovato impegno di carità. In un periodo così complesso e repentinamente soggetto a mutamenti – continua don Marco – la Caritas Diocesana di Siracusa continua a lavorare per far si che le distanze imposte dai decreti disposizioni ministeriali non rappresentino un ostacolo insormontabile ma una preziosa opportunità per riflettere e reinventare il nostro modo di essere e fare Caritas poiché Caritas Chirsti urge nos”.

Caritas riesce a garantire dei servizi essenziali alle famiglie ed alle persone in condizione di difficoltà attraverso la consegna di pacchi alimentari con prodotti di vario genere quali pasta, riso, olio, biscotti, omogeneizzati, brioches, latte, pane distribuiti dalla Protezione Civile Ross e Cisom. Nell’ambito dei servizi offerti e dedicati a chi, soprattutto in questo momento, versa in condizione di difficoltà ed urgenza, è stato elaborato un form telematico. Basta compilare un modulo online, indicando le proprie necessità: bisogni alimentari, sussidio per pagamento bollette/tasse, farmaci, sostegno domiciliare, problematiche abitative. Ecco il link al modulo: https://docs.google.com/…/1FAIpQLSeZclp7cauCCOCM-L…/viewform

In questi giorni in cui la contingenza emergenziale del coronavirus costringe ad attenerci a norme nuove e particolari disposizioni, Caritas Diocesana osserverà la chiusura dei servizi che prevedono il contatto diretto con il pubblico ma proseguirà nell’espletamento della propria missione di carità, in particolare per la gestione delle urgenze attraverso un centralino telefonico attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 ai seguenti numeri telefonici: 342/3924044 – 320/0359124 – 392/3338747 – 391/4169193.

Le parole del vicario generale mons. Amenta alla celebrazione dell'atto di affidamento

“Siamo custodi l’uno dell’altro. La vita è il bene più prezioso di cui disponiamo”

Siamo chiamati ad essere custodi del nostro fratello, a prendere coscienza del fatto che non siamo onnipotenti. Temi che ci ricordano che siamo custodi l’uno dell’altro e la vita è il bene più prezioso e fragile di cui disponiamo“. Lo ha detto il vicario generale dell’Arcidiocesi di Siracusa, mons. Sebastiano Amenta, che ha presieduta la celebrazione eucaristica al Sepolcro di Santa Lucia al termine della quale è stata invocata la protezione della patrona di Siracusa in questo momento di emergenza.
Prima è stato recitato il rosario a Santa Lucia e poi celebrata la messa: una preghiera comunitaria perché il Signore per intercessione di Santa Lucia ci doni la salute, la pace e la serenità, per poter vivere la vita e sperimentare sempre l’incontro con Dio e con i fratelli. La messa è stata presieduta dal vicario generale e concelebrata dal rettore del  Santuario di Santa Lucia, fra Daniele Cugnata. “Pagine di storia – ha detto il vicario generale mons. Amenta – ci parlano di terremoti e guerre e hanno visto i siracusani accorrere al tempio e invocare la preghiera di intercessione a Lucia. Il popolo si è riscoperto comunità ed ha scoperto il vincolo della fraternità che lo lega a questa sorella che il Signore ci ha donato. Sulla scia di questa storia siamo qui per pregare per coloro che soffrono, che si sono ammalati, e in suffragio di chi è morto. Per i loro cari che vivono questa tremenda esperienza. Affidiamo a Santa Lucia chi si sta prodigando al di là della professione per alleviare le sofferenze. A tutto il personale che lavora nelle strutture sanitarie: loro ci ricordano che attraverso le loro mani facciamo esperienza di Cristo buon samaritano. Affidiamo a Santa Lucia chi ha ruoli di responsabilità. Preghiamo per noi: perché ci rendiamo conto che nessuno ci è estraneo. E’ il momento del coraggio e della speranza. Ma anche della responsabilità. Dobbiamo farci custodi di tutti i nostri fratelli“.

Sulla pagina Facebook della Deputazione Cappella di Santa Lucia e sul canale You Tube dell’Arcidiocesi di Siracusa è possibile ritrovare la diretta trasmessa.

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Il messaggio dell'Arcivescovo che invita a spenderci per gli altri

Mons. Pappalardo: “Riscopriamo i legami familiari”

Guai a noi se ci abbandonassimo alla disperazione. Questo è il momento della rinnovata fiducia verso il Signore, Padre misericordioso, e verso chi si sta spendendo generosamente per prevenire ed alleviare i gravi disagi che il fenomeno sta provocando. Questo è pure il momento di riscoprire i legami familiari, di ritornare a prenderci cura gli uni degli altri, di spenderci per le persone più fragili e malate, di scoprire quelle povertà che ci sono più vicine“. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, scrive alla sua comunità, al popolo di Dio, ai siracusani tutti. Parole dettate dalla difficile situazione che il Paese sta vivendo con l’emergenza coronavirus, che ha costretto ad un cambio netto di abitudini e comportamenti.

Carissimi fratelli e sorelle, stiamo vivendo giorni segnati da preoccupazione a motivo delle notizie che quotidianamente ci raggiungono circa l’epidemia del “coronavirus”. Le restrizioni alle nostre ordinarie attività, imposte dal dovere di salvaguardare la salute di tutti, ci impediscono anche di riunirci in assemblea per pregare e celebrare l’Eucarestia. «Tale inedita situazione – come si legge nella Nota odierna della Conferenza Episcopale Italiana –deve poter incontrare una risposta non rassegnata né disarmante. (…) La Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese». La divina Provvidenza ci sprona oggi a vivere e ad impegnarci sempre più in questa prossimità. Guai a noi se ci abbandonassimo alla disperazione. Questo è, invece, il momento della rinnovata fiducia verso il Signore, Padre misericordioso, e verso chi si sta spendendo generosamente per prevenire ed alleviare i gravi disagi che il fenomeno sta provocando“.

Ma l’arcivescovo ricorda che proprio in questi momenti il cristiano deve trovare la forza di distinguersi: “Cristo, sotto le sembianze del buon Samaritano, continua attraverso la Chiesa e i tanti sanitari e volontari a piegarsi sui fratelli sofferenti nel corpo e nello spirito per aiutarli a guarire e a rialzarsi. Questo è pure il momento di riscoprire i legami familiari, di ritornare a prenderci cura gli uni degli altri, di spenderci per le persone più fragili e malate, di scoprire quelle povertà che ci sono più vicine. Mentre i sacerdoti pregano la Liturgia delle ore e celebrano la Messa non con il popolo, ma per il popolo, come è già nel loro ministero, e i nostri monasteri e le comunità religiose intensificano la loro preghiera di intercessione, ciascuno di noi non trascuri di nutrirsi della Parola di Dio e di curare la preghiera personale“.

Mons. Pappalardo ha lanciato un invito: “Vi propongo di unirci spiritualmente ogni giorno alle ore 19,00 nella preghiera del Rosario. Insieme ci rivolgeremo alla cara Madonna delle Lacrime che, con la nostra Patrona Santa Lucia, presenterà la nostra preghiera al Padre chiedendogli di liberare il mondo da ogni male. Carissimi fratelli e sorelle, coraggio e fiducia! Il Signore che guida i nostri passi ci accompagna e ci sostiene sempre con la sua grazia! Vi benedico di cuore“.

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Messaggio del Pastore della Chiesa siracusana

Coronavirus, le nuove disposizioni dell’arcivescovo Pappalardo

Una serie di disposizioni che “traducono” il nuovo decreto emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri e dopo aver consultato le Autorità locali. Sono state inviate ai presbiteri e ai diaconi della Diocesi di Siracusa dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo: “Il momento che stiamo vivendo – scrive mons. Pappalardo – a causa della diffusione del coronavirus ci vede particolarmente chiamati a rinnovare la nostra vicinanza e il nostro servizio al Popolo Santo di Dio. Le Autorità civili stanno adottando provvedimenti volti a contenere l’epidemia e ad attenuarne, per quanto possibile, gli effetti a carico della salute pubblica. Il comprensibile smarrimento che la gente manifesta dinanzi alle notizie diffuse richiede da parte nostra lucidità e prudenza pastorale, prontezza nell’ascolto, nel conforto e nell’incoraggiamento, dando il nostro valido contributo nell’ostacolare ogni forma di allarmismo. Chiedo a tutti voi, carissimi presbiteri e diaconi, di continuare la nostra ordinaria missione nell’essere testimoni della fede, annunciatori della speranza e servitori nella carità”.

La Conferenza Episcopale Italiana, a seguito di interpretazione autentica del Decreto data dal Governo, ha chiesto a tutti i Vescovi di sospendere anche le celebrazioni eucaristiche con partecipazione di popolo. Pertanto l’Arcivescovo dispone che si sospendano le celebrazioni di messe con concorso di popolo. Le chiese e i luoghi di culto in genere resteranno aperti per garantire la preghiera personale.

Mons. Pappalardo ha fatto riferimento all’art. 2 del decreto sull’apertura ai luoghi di culto ed ha stabilito che fino al 3 aprile compreso si osservi quanto segue:
sono sospese le processioni e le feste esterne in onore dei Santi;
sono sospese le attività di catechesi e di pastorale giovanile in genere, compresi gli esercizi spirituali con concorso di popolo;
sono sospese le attività dell’ISSR San Metodio. La direzione dell’Istituto valuterà la possibilità di un servizio e-learning;
sono sospesi gli incontri didattici e formativi dei diaconi permanenti e degli aspiranti;
l’assistenza ai fratelli bisognosi (mense, centri di ascolto Caritas) sia garantita adottando misure idonee all’osservanza delle norme date dalle Autorità civili. Con gli stessi criteri sia assicurata l’assistenza spirituale nelle Case di reclusione, negli ospedali e nei luoghi di sofferenza in genere. Sia comunque sempre garantita l’assistenza spirituale alle famiglie colpite da lutti;
le strutture sanitarie e quelle residenziali per anziani, poste sotto la vigilanza dell’Ordinario diocesano, continuino nella loro competente azione di salvaguardia della salute degli ospiti e dei dipendenti.
Fino a nuova disposizione è sospesa l’attività del Tribunale ecclesiastico metropolitano.
L’arcivescovo incontrerà i vescovi di Sicilia per un confronto e l’adozione di linee comuni.

“A tutti – ha concluso l’arcivescovo Pappalardo – chiedo serenità e fiducia nella Provvidenza, certo di poter confidare nel comune senso di responsabilità. Santa Lucia, patrona della nostra Arcidiocesi, interceda per il nostro popolo così come tante pagine della storia della nostra Chiesa ci raccontano. Vi benedico di cuore”.

Iniziativa dei frati del Santuario di Santa Lucia al Sepolcro

Atto di affidamento alla patrona Santa Lucia

I frati minori di Sicilia invitano tutti i fedeli ad unirsi in preghiera per chiedere a Santa Lucia salute, pace e serenità. I frati del Santuario Santa Lucia al Sepolcro di Siracusa hanno deciso di affidare il popolo di Dio alla patrona di Siracusa in questo momento di emergenza al termine della messa che si celebra ogni giorno tredici del mese.

Venerdì prossimo, 13 marzo, al Sepolcro di Lucia a Siracusa, alle ore 19.00 ci sarà la recita della coroncina a Santa Lucia e alle ore 19.30 sarà celebrata la messa alla quale seguirà l’atto di affidamento a Santa Lucia. “Il tempo che stiamo vivendo sta generando preoccupazioni per la nostra salute e per la nostra vita ordinaria che si trova a gestire delle limitazioni in ogni settore – spiega fra Daniele Cugnata, rettore del Santuario -. Consapevoli che, nel bene e nel male, in salute e malattia, le nostre vite sono nelle mani di Dio e che noi apparteniamo a Lui, ci uniamo tutti in preghiera affidandoci al Signore per intercessione di Santa Lucia. I nostri padri ci hanno insegnato che nei momenti di difficoltà, di carestia, di peste e terremoti si sono affidati alla nostra Patrona. Anche noi vogliamo seguire il loro esempio e la loro fede, certi che ancora una volta ascolterà la nostra preghiera e ci verrà in aiuto e soccorso”. Una preghiera comunitaria perché il Signore per intercessione di Santa Lucia “ci doni la salute, la pace e la serenità, per poter vivere la vita e sperimentare sempre l’incontro con Dio e con i fratelli”.

L’iniziativa è sostenuta dai Frati minori di Sicilia che hanno deciso di indire per venerdì 13 una giornata di preghiera e di digiuno nei vari conventi dell’Isola. Poiché non sarà possibile fisicamente partecipare al momento di preghiera, il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro e la Deputazione della Cappella di Santa Lucia che ha aderito al momento di preghiera hanno predisposto una diretta streaming: sarà possibile partecipare tramite la pagina Facebook della Basilica Santuario Parrocchia S. Lucia al sepolcro Siracusa, e dalla pagina Facebook della Deputazione Cappella di Santa Lucia. Inoltre la diretta sarà trasmessa anche sul canale You Tube dell’Arcidiocesi di Siracusa.
Le emittenti televisive Video 66, TeleunoTris, Medical Excellence Tv ritrasmetteranno la diretta per permettere ai tanti fedeli a casa di assistere al momento di preghiera.  

#chiciseparera

Coronavirus, le indicazioni dell’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo

In considerazione del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) emanato mercoledì scorso, ma anche le indicazioni già date dalla Conferenza Episcopale Siciliana e il comunicato della Conferenza Episcopale Italiana pubblicato nella mattinata di oggi, l’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha disposto, con effetto immediato, alcune precauzioni da adottare circa l’epidemia di Coronavirus. In particolare l’arcivescovo ha disposto che sia evitato l’uso di porre acqua benedetta nelle acquasantiere; la S. Comunione sia distribuita sulle mani sotto la sola specie del pane (si vigili che venga consumata secondo le norme liturgiche); durante le celebrazioni sia evitato lo scambio del segno della pace con la stretta di mano; laddove possibile, in considerazione dell’ambiente e della circostanza, ai sensi dell’allegato 1 lett. d) del Decreto sopra citato circa le misure igienico-sanitarie da adottare, durante le celebrazioni i fedeli rispettino la «distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro»; fino al 3 aprile compreso, sono sospese le attività pastorali che prevedono «affollamento di persone» (cfr D.P.C.M. 4 marzo 2020 art. 1); sono sospese le attività convegnistiche ecclesiali di ogni genere; fino al 3 aprile 2020 compreso sono sospese le processioni esterne; in analogia a quanto stabilito per le attività scolastiche, fino al 15 marzo 2020 sono sospese le attività di catechesi.

Si precisa che la Conferenza Episcopale Italiana ha comunicato che «Nelle aree non a rischio […] la C.E.I. ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima», ovviamente rispettando le prescrizione date.

Coronavirus. La posizione della CEI

È in vigore un nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del “coronavirus” (COVID-19) ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.
Il testo conferma le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo – e destinate a restare in vigore fino a domenica 8 marzo inclusa – con le quali in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede l’adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone. Alla luce del confronto con il Governo, in queste realtà la CEI chiede che, durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe.
Il nuovo decreto, inoltre, stabilisce – per l’intero territorio nazionale, fino al 3 aprile – la “sospensione delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 1, b). Tra le misure di prevenzione, si evidenzia, in particolare, l’“espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 2, b).
Nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attività pastorali e formative, la CEI ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima.
Le misure adottate mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. La Chiesa che è in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica.

(Da CeiNews)

Il Papa ai giovani: non isolatevi, prossimità vuol dire felicità

Lo schermo dello smartphone per filmare magari anche un dramma rimanendo al di qua senza coinvolgersi, una specie di sipario calato sul cuore. L’happy hour da godersi “tenendosi a distanza”, la vita “distratta” presa dal lato di chi guarda senza vedere. La ricetta della felicità per tanti giovani, che dentro però sanno di “morte”, per noia e per depressione, per scelte che rendono apatici. E dalla parte opposta il dinamismo del Vangelo, lo stile di Gesù che passa, guarda la gente, si commuove, si coinvolge, tocca, ama e sana.

Mali di vivere

Francesco scruta atteggiamenti e stili di vita dei giovani, rilevando una tendenza in tanti “a lasciarsi vivere”, a stare da parte. “Intorno a noi, ma a volte anche dentro di noi – scrive – incontriamo realtà di morte: fisica, spirituale, emotiva, sociale. Ce ne accorgiamo o semplicemente ne subiamo le conseguenze? C’è qualcosa che possiamo fare per riportare vita?”. Ci sono giovani, dice, “morti perché hanno perso la speranza”, colpiti dalla depressione, “chi vivacchia nella superficialità”, chi si mette in pericolo “con esperienze estreme”, chi mendica qualche gratificazione spicciola, “chi pensa soltanto a fare soldi e a sistemarsi”, chi soffre per un fallimento personale. “A lungo andare – afferma – comparirà inevitabilmente un sordo malessere, un’apatia, una noia di vivere, via via sempre più angosciante”.

Il valore di farsi prossimi

Davanti a questi percorsi di morte interiore, Gesù indica strade di vita. Che passano, sostiene Francesco, per l’apertura agli altri, specie se in difficoltà. Se saprete farvi prossimi come prossimo si fa Cristo con la donna e il ragazzo del Vangelo, “che era morto per davvero” ed “è tornato in vita perché è stato guardato da Qualcuno che voleva che vivesse. Questo – assicura il Papa – può avvenire ancora oggi e ogni giorno”.

“Fatevi sentire”

“Se Gesù fosse stato uno che si fa gli affari suoi, il figlio della vedova non sarebbe risuscitato”, ricorda il Papa di aver sentito dire da un giovane. E conclude: “Quali sono le vostre passioni e i vostri sogni? Fateli emergere, e attraverso di essi proponete al mondo, alla Chiesa, ad altri giovani, qualcosa di bello nel campo spirituale, artistico, sociale. Vi ripeto nella mia lingua materna: hagan lìo! Fatevi sentire!”.

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
(Sintesi da VaticanNews)