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Coronavirus, attenersi ai suggerimenti sanitari

Attenersi alle disposizioni delle Autorità civili e alle misure igieniche dei presidi sanitari. E’ questo l’invito rivolto dall’Arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, che ha ritenuto di non dare ulteriori prescrizioni che non siano supportate da precise disposizioni delle Autorità competenti rimandando alla discrezionalità del singolo sacerdote nel seguire i suggerimenti dati dalla Conferenza Episcopale Siciliana.
Il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta, ha spiegato che la Conferenza Episcopale Siciliana ha emesso un comunicato stampa che suggerisce di procedere alla distribuzione della Comunione sotto la sola specie del pane, oltre ad evitare di porre acqua benedetta nelle acquasantiere e lo scambio della pace. Suggerimenti e non prescrizioni. “Le Autorità – spiega il vicario -, a tutt’oggi, non hanno disposto alcun tipo di restrizione circa le funzioni religiose. L’Arcivescovo invita tutti ad agire con prudenza pastorale aiutando il Popolo di Dio ad avere una realistica conoscenza del fenomeno”.

La Presidenza della CEI ha diffuso un comunicato: “Davanti al diffondersi del Coronavirus, alla notizia dei primi decessi, alla necessità di tutelare la salute pubblica, arginando il più possibile il pericolo del contagio, in questi giorni – e in queste ore – si susseguono richieste relative a linee comuni anche per le nostre comunità ecclesiali.
Come Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana avvertiamo il dovere di una piena collaborazione con le competenti Autorità dello Stato e delle Regioni per contenere il rischio  epidemico: la disponibilità, al riguardo, intende essere massima, nella ricezione delle disposizioni emanate.
Nel contempo, come Chiesa che vive in Italia, rinnoviamo quotidianamente la preghiera elevata ieri a Bari, nella celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre a conclusione dell’incontro del Mediterraneo: preghiera di vicinanza a quanti sono colpiti dal virus e ai loro familiari; preghiera per medici e infermieri delle strutture sanitarie, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale; preghiera per chi ha la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive.
Ci impegniamo a fare la nostra parte per ridurre smarrimenti e paure, che spingerebbero a una sterile chiusura: questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme questa difficile situazione”.


Corona virus, nessuna disposizione dell’autorità sanitaria

In merito alle notizie che si stanno diffondendo sul coronavirus, Covid-19, l’Arcidiocesi di Siracusa comunica che l’autorità sanitaria non ha dato nessuna disposizione circa eventuali precauzioni da adottare nelle parrocchie. Eventuali scelte di cui si ha notizia rientrano nella discrezionalità del singolo parroco che ha inteso limitare l’allarmismo ingiustificato di qualche parrocchiano. E’ il caso ad esempio della parrocchia Madre di Dio dove il parroco, accogliendo la richiesta di alcuni fedeli, ha disposto alcune misure precauzionali: la comunione eucaristica viene distribuita sule mani secondo le norme liturgiche vigenti e durante la Santa Messa l’assemblea dei fedeli non viene invitata a scambiare il segno di pace. Il parroco, pur ritenendo eccessive tale misure, ha voluto accogliere la richieste dei fedeli per garantire serenità.

 

Unti per ungere, percorsi formativi

Due percorsi formativi per i seminaristi del sesto anno di pastorale, diaconi transeunti, presbiteri e parroci. “Nel giorno che ricorda il 160° anniversario della morte del Curato d’Ars, Papa Francesco ha scritto una lettera ai presbiteri con la quale ha voluto ringraziare il servizio silenzioso di tanti “fratelli presbiteri” che quotidianamente «ci mettono la faccia senza darsi troppa importanza» perché «il popolo di Dio sia curato e accompagnato»” scrive il Vescovo di Ragusa e Delegato CESi per il Clero mons. Carmelo Cuttitta. “Ritengo sia alquanto doveroso approfondire ulteriormente alcuni passaggi di quella lettera divisa in quattro paragrafi: dolore, gratitudine, coraggio, lode. I moduli formativi che il Centro “Madre del Buon Pastore” ha programmato per questo nuovo anno prendono le mosse da questa lettera e intendono ravvivare il dono ricevuto per l’imposizione delle mani (cf. 2Tim 1,6). È importante «ritornare a quei momenti luminosi in cui abbiamo sperimentato la chiamata del Signore a consacrare tutta la nostra vita al suo servizio. […] Lì abbiamo scoperto che siamo stati unti per ungere e l’unzione di Dio non delude mai e mi fa dire con l’Apostolo: Continuamente rendo grazie per voi (Ef 1,16) e per tutto il bene che avete fatto». Nell’augurarVi di fare esperienza di fraternità, Vi invito a partecipare ai percorsi formativi per continuare a lasciarvi formare dallo Spirito, datore di ogni buon dono“.

Il corso sul sacramento della Riconciliazione dal titolo “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro” si terrà al Centro Immacolata di Poggio San Francesco dal 17 al 21 febbraio. Il corso sulla parrocchia dal titolo “Una pastorale generativa” si terrà presso l’Hotel Federico II di Enna dal 2 al 4 marzo 2020. Papa Francesco ha esortato a percorrere “la via dell’incontro, dell’ascolto, della condivisione”. Crescere insieme in parrocchia, infatti, significa seguire i percorsi dei giovani a scuola, accompagnare da vicino le vocazioni, le famiglie, gli ammalati; creare luoghi di incontro per pregare, riflettere, giocare, trascorrere del tempo in modo sano e imparare a essere buoni cristiani e onesti cittadini.

 

 


42esima Giornata per la Vita

“Aprite le porte alla Vita”

Si celebra domenica 2 febbraio la 42esima Giornata per la vita. L’iniziativa, dal titolo “Aprite le porte alla Vita”, è promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia. L’appuntamento è alle ore 9.30 con il raduno in piazza Pancali nel centro storico di Ortigia. Alle ore 10.00 “In cammino verso la Cattedrale”: corteo che percorrerà corso Matteotti, via Roma, piazza Minerva, piazza Duomo. Alle ore 10.45 musiche e testimonianze sul sagrato della Cattedrale in piazza Duomo. Alle ore 11.30 celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo.
Il tema di quest’anno – ha sottolineato il delegato episcopale mons. Salvatore Marino – vuole ricordare a tutti, in primis ai cattolici, che la vita è un valore da difendere e promuovere. Dobbiamo prendere coscienza dell’importanza della vita umana e della sua necessaria difesa e sostegno in tutte le occasioni“.

Accogliere i naufraghi salvandoli dalla disumanità

Le difficoltà, la fede, il bene “provato” che rende “il cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri”. Francesco mette in luce i tanti significati del naufragio di Paolo a Malta, nella catechesi dell’udienza generale in Aula Paolo VI,  simile ai tanti naufragi di oggi.

Chiediamo oggi al Signore di aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede; e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù. È questo che salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità.

La navigazione pericolosa

Il viaggio di Paolo da Cesarea a Roma è il tema della catechesi del Papa, incentrata ancora una volta sugli Atti degli Apostoli che Francesco – spiega – sono da leggere perché così, afferma, “vedrete come il Vangelo, con la forza dello Spirito Santo, arriva a tutti i popoli, si fa universale. Prendetelo. Leggetelo”. La navigazione è pericolosa per lo scatenarsi di un vento furioso ma allora Paolo interviene, rassicurando i compagni.

Da disgrazia ad opportunità

L’annuncio del Vangelo passa nel superamento della prova. “Il naufragio – afferma il Papa – da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale”. L’approdo a Malta segna un cambio. “I maltesi – sottolinea Francesco – sono bravi, sono miti, sono accoglienti. Da quel tempo”. Sono loro che assicurano ai naufraghi un po’ di calore e di sollievo con Paolo, che “da vero discepolo di Cristo, si mette a servizio per alimentare il fuoco con alcuni rami che prende” ma improvvisamente  viene morso da una vipera.

Dare “carne” alla parola

Da quel momento “il soggiorno a Malta diventa per Paolo l’occasione propizia per dare “carne” alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati”.

Questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo. «Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri» (Esort. Ap. Evangelii gaudium, 9). Un cristiano “provato” può farsi di certo più vicino a chi soffre e rendere il suo cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri.

Anche in mezzo “ad apparenti fallimenti”, Dio può agire in ogni circostanza perché “chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo”.

 

Benedetta Capelli – Città del Vaticano
(Da VaticanNews)

Giornata mondiale del Malato

“Mi rivolgo alle istituzioni sanitarie e ai Governi di tutti i Paesi del mondo, affinché, per considerare l’aspetto economico, non trascurino la giustizia sociale. Auspico che, coniugando i principi di solidarietà e sussidiarietà, si cooperi perché tutti abbiano accesso a cure adeguate per la salvaguardia e il recupero della salute.”

Questo l’appello di papa Francesco contenuto nel Messaggio per la XXVIII Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà l’11 febbraio 2020.

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28) sarà il tema della giornata.

Ecco il materiale per l’animazione preparato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI.

Mattarella all’Ucsi: “Accresciuta la responsabilità degli operatori professionali”

“Al tempo della diffusa disinformazione sul web potremmo dire che accresciuta è la responsabilità che ricade sugli operatori professionali dell’informazione”, ai quali sono consegnate due parole chiave: responsabilità e verità, come “elementi connaturati a un esercizio corretto della professione giornalistica”, consapevoli di come “l’informazione costituisca elemento basilare di una società libera e democratica”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio all’Ucsi per il suo sessantesimo dalla fondazione, che è pubblicato nel numero in distribuzione della rivista dell’Unione cattolica stampa italiana, “Desk”. oltre al messaggio del capo dello Stato apre il numero anche il discorso di Papa Francesco all’Ucsi nell’udienza concessa lo scorso 23 settembre.
La missione autentica del giornalismo, osserva Mattarella, è “servire la verità sconfiggendo la menzogna”, nello spirito dell’art. 21 della Costituzione che “esalta, insieme, libertà della stampa e diritto dei cittadini”. Ai giornalisti dell’Ucsi il presidente raccomanda “onestà intellettuale e senso di responsabilità nei confronti della comunità” e ricorda che “la professione giornalistica, eticamente intesa, non richiede al professionista di dismettere la propria cultura e sensibilità, ma di restituire, con il proprio lavoro, un’informazione incondizionata e non omissiva anche di aspetti che possono contrastare con una personale visione del mondo”.
Con “gratitudine” l’Ucsi ringrazia il capo dello Stato per le sue parole, che si concludono sottolineando il contributo dato da Desk nella direzione di un giornalismo responsabile ed eticamente corretto, che continua ad apparire come un “gesto rivoluzionario”.
Raccogliendo l’invito del Papa a “non aver paura di rovesciare l’ordine delle notizie per dare voce a chi non ce l’ha” e di “raccontare le ‘buone notizie’ che generano amicizia sociale”, il numero di Desk in distyribuzione, intitolato “L’ordine delle notizie”, si propone un approfondimento sui criteri di notiziabilità al tempo del web e social media.

 

(Da Agenzia di informazione SIR)

 

(Foto: Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il Papa: ogni violenza contro la donna è una profanazione di Dio

Nel grembo di Maria c’è la storia dell’umanità, c’è il futuro della Chiesa, ci sono le storie delle madri che lasciano tutto per tutelare il loro bimbo ma sono viste come “numeri in esubero”, ci sono le ferite delle donne che non vengono rispettate nel proprio corpo mentre “dal corpo di una donna – afferma Francesco – è arrivata la salvezza”. Nell’omelia della Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 53.ma Giornata mondiale della pace, il Papa ricorda che “ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna”, è lei che prende “a cuore la vita”, grazie ai suoi doni si costruisce un mondo migliore e di pace pertanto è necessario tutelare la sua dignità e soprattutto includere la donna nei processi decisionali perché una sua conquista “è una conquista per l’umanità intera”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Non c’è salvezza senza la donna

“In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio”: sottolinea il Papa, ricordando che nel suo grembo, Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più, “anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!”

Donna, fonte di vita, ma continuamente offesa

Ripartire dalla vita dunque perché, Francesco lo sottolinea più volte, le donne sono fonti di vita ma non rispettate; sono “continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo”.

“Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità”

La maternità umiliata

Nella riflessione del Papa non manca l’immagine del corpo della donna “sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare”; un corpo che invoca rispetto perché “è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati!”

Oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore.

Custode del cuore

“Secondo il racconto della Bibbia, la donna giunge al culmine della creazione, come il riassunto dell’intero creato. Ella, infatti, racchiude in sé il fine del creato stesso: la generazione e la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto”. Così Francesco spiega il custodire di Maria, quel “mettere a posto” con amore anche le avversità, offrendo e affidando ogni cosa a Dio. Un’azione che segnerà la sua vita di madre, dalla nascita del Bambino fin sotto la Croce.

Donna, mediatrice di pace

Francesco rimarca quel “vedere dentro”, invitando a chiedere ad ognuno di noi se davvero guardiamo con il cuore alla vita delle persone che abbiamo accanto senza distruggerle con le chiacchiere, mettendo invce al centro Dio e non valori come il potere, le ricchezze e i successi. “Solo se la vita ci sta a cuore – afferma il Papa – sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge”. E’ questa la grazia da chiedere in questo anno: “prendere a cuore gli altri”, “prenderci cura degli altri”.

La rivoluzione della tenerezza

Dal primo incontro di sguardi e di amore tra Maria e Gesù è nata la “rivoluzione della tenerezza”, compito che la Chiesa è chiamata a portare avanti perché come Maria, “è donna e madre, e nella Madonna ritrova i suoi tratti distintivi”.

Vede lei, immacolata, e si sente chiamata a dire “no” al peccato e alla mondanità. Vede lei, feconda, e si sente chiamata ad annunciare il Signore, a generarlo nelle vite. Vede lei, madre, e si sente chiamata ad accogliere ogni uomo come un figlio.

 

Benedetta Capelli – Città del Vaticano
(Sintesi tratta da VaticanNews)

La certezza della fede e la lotta alle idolatrie

Papa Francesco ha regalato una catechesi semplice, per tutti, sull’amore di Dio. Il compito più importante è annunciare il Vangelo.

A tutti ricorda che a fondamento del nostro vivere c’è una consolante certezza: Dio ci ama e in Gesù ha dato la sua vita per noi. Si tratta del messaggio centrale di tutta la sua missione (Evangelii gaudium, testo programmatico del Pontificato di Francesco). Invita a ricordare la “fede semplice e robusta” delle mamme e delle nonne, che ha dato e dà loro “forza e costanza per andare avanti e non farsi cadere le braccia”, “una fede fatta in casa, che passa inosservata, ma che costruisce a poco a poco il regno di Dio”. Una fede che non si lascia confondere, perché è fondata sull’essenziale del Vangelo.

La fede e l’idolatria

Francesco esorta ad adorare l’unico vero Dio, Uno e Trino, in una società che diventa sempre più pagana. “L’idolatria – ha detto – non è soltanto andare in un tempio pagano e adorare una statua. No, l’idolatria è un atteggiamento del cuore”, è quando si preferisce una cosa perché è più comoda per sé e si dimentica il Signore. Gli idoli hanno cambiato nome, ma sono più che mai presenti: l’idolo del denaro, del successo, della carriera, dell’autorealizzazione, del piacere, e tutti quegli idoli che promettono felicità ma non la danno, anzi schiavizzano, ci rubano l’amore. Gli idoli promettono vita ma la tolgono – ha affermato il Papa in una bella catechesi dell’anno scorso – mentre il Dio vero non chiede la vita, ma la dona.

Mitezza contro gli attacchi

Come le parole forti di Gesù, anche quelle del Papa hanno un duplice effetto: si esce convertiti o ancora più induriti. Di qui le resistenze interne e gli attacchi. Francesco non teme uno scisma, ha detto durante il volo di ritorno dall’Africa. “Oggi – osserva – abbiamo tante scuole di rigidità dentro la Chiesa, che non sono scismi ma sono vie cristiane pseudoscismatiche, che finiranno male”, perché dietro questo atteggiamento rigido “non c’è la santità del Vangelo”. Il Papa invita a rispondere al male col bene, ad “essere miti con le persone che sono tentate di fare questi attacchi”, perché “stanno attraversando un problema” e vanno accompagnate “con mitezza”. Temono che la Chiesa di oggi non sia più cattolica, mettono in bocca al Pontefice parole mai dette: ma non è cambiato nessun dogma, c’è solo un passo avanti nell’accoglienza e nella misericordia, non sono state cancellate le devozioni, c’è solo l’invito a viverle col cuore. Con l’esortazione a camminare uniti come popolo, perché lo sviluppo della dottrina sia sempre unito alla vera Tradizione. C’è da domandarsi: i cristiani riusciranno ad essere misericordiosi tra di loro?

Sinodo sull’Amazzonia: conversione a Gesù, il centro è Lui

Lo scorso ottobre si è svolto il Sinodo per la regione Panamazzonica. Il Papa ha ripetuto tante volte la parola “conversione” che poi è il concetto che ha trovato posto nel Documento finale come esortazione principale dell’assemblea. Il Sinodo chiede una quadruplice conversione: sinodale, perché la Chiesa deve essere sempre più un camminare insieme e non divisi o da soli; culturale, perché è necessario saper parlare alle differenti culture; ecologica, perché lo sfruttamento egoistico dell’ambiente porta alla distruzione dei popoli; pastorale, perché è urgente l’annuncio del Vangelo. Alla base di queste quattro conversioni c’è l’unica conversione al Vangelo vivo, che è Gesù. La vera conversione è mettersi da parte – dice Francesco – decentrarsi, mettere al centro Cristo e lasciare che lo Spirito Santo sia il protagonista della nostra vita.

Lotta agli abusi, dentro e fuori la Chiesa

Si può definire storico l’incontro di febbraio in Vaticano: i responsabili delle Chiese di tutti i continenti hanno affrontato la piaga degli abusi sui minori compiuti in ambito ecclesiale e lo hanno fatto dinanzi al mondo intero con coraggio e trasparenza. Nel discorso a conclusione dell’incontro, Francesco ricorda, citando i dati, che la maggioranza degli abusi sono compiuti da familiari e educatori, dunque in ambito domestico, scolastico, sportivo ed ecclesiale, senza contare la piaga del turismo sessuale e le altre violenze. Il fatto che sia “un problema universale e trasversale che purtroppo si riscontra ovunque” – precisa – “non diminuisce la sua mostruosità all’interno della Chiesa, dove diventa ancora più grave e scandaloso, “perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica”. Con il Motu proprio Vos estis lux mundi, il Papa stabilisce nuove procedure per segnalare abusi, molestie e violenze, e assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato. Viene introdotto l’obbligo per chierici e religiosi di segnalare gli abusi. Ogni diocesi deve dotarsi di un sistema facilmente accessibile al pubblico per ricevere le segnalazioni. Francesco abolisce inoltre il segreto pontificio per questi casi e cambia la norma riguardante il delitto di pedopornografia facendo ricadere nella fattispecie dei “delicta graviora” – i delitti più gravi – la detenzione e la diffusione di immagini pornografiche che coinvolgano minori fino all’età di 18 anni.

I soldi siano al servizio del Vangelo e dei poveri

Procede anche la riforma in campo finanziario, sul versante della trasparenza e del contenimento dei costi. Papa Francesco rinnova lo Statuto dello Ior: viene introdotta stabilmente la figura del Revisore esterno per la verifica dei conti secondo gli standard internazionali. Si precisano i principi cattolici a fondamento della missione dello Ior, perché sia più fedele alla sua missione originaria. Il gesuita Juan Antonio Guerrero Alves viene nominato prefetto della Segreteria per l’Economia. Il Papa autorizza una indagine della magistratura vaticana nei confronti di diverse persone al servizio della Santa Sede riguardo alcune operazioni finanziarie. E a proposito dell’Obolo di San Pietro, precisa che è buona amministrazione far fruttare i soldi ricevuti e non metterli nel cassetto. Ma l’investimento deve essere sempre “morale”, perché il denaro sia al servizio dell’evangelizzazione e dei poveri.

Riscoprire la Parola di Dio per conoscere Gesù

Con la Lettera apostolica “Aperuit illis”, datata 30 settembre, il Papa istituisce la Domenica della Parola di Dio, una giornata speciale per esortare tutti i fedeli a leggere e meditare la Bibbia, perché – come diceva San Girolamo – “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”. Occorre riscoprire l’importanza fondamentale di una Parola che cambia concretamente la vita. L’appuntamento solenne è fissato ogni anno nella III Domenica del Tempo ordinario (nel 2020 sarà il 26 gennaio).

Difendere la famiglia e la vita, ogni vita

Il Papa, il 25 marzo a Loreto, ribadisce che, in particolare per il mondo di oggi, “la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali” e il suo rappresentante all’Onu, mons. Bernardito Auza, ricorda le sue parole sull’ideologia gender: è un “passo indietro” per l’umanità. Francesco difende la vita dal concepimento al suo termine naturale. Interviene direttamente per Vincent Lambert, l’infermiere francese di 42 anni in stato di coscienza minima, lasciato morire nel luglio scorso: “Non costruiamo – è il suo monito – una civiltà che elimina le persone la cui vita riteniamo non sia più degna di essere vissuta: ogni vita ha valore, sempre”. Lo sguardo del Papa è a 360°: la vita, i diritti e la dignità si difendono sempre, dai bimbi non ancora nati a quanti soffrono la fame o subiscono violenza, dai malati e dagli anziani ai migranti che rischiano di morire in cerca di un futuro migliore. La giustizia non è selettiva, non è per alcune categorie umane e altre no, è universale.

Ai giovani: scoprite l’amore di Dio e andate controcorrente

Quest’anno il Papa ha pubblicato l’Esortazione Apostolica “Christus vivit”, frutto del Sinodo sui giovani celebrato in Vaticano nell’ottobre 2018. Questo l’incipit: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. (…) Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!”. Il Papa scrive: “Chiediamo al Signore che liberi la Chiesa da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile. Chiediamo anche che la liberi da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre” mimetizzandosi con gli altri. “No. È giovane quando è sé stessa”. Francesco propone “percorsi di fraternità” per vivere la fede, evitando di correre “il rischio di chiudersi in piccoli gruppi”. Invita i ragazzi a vivere l’impegno sociale a contatto con i poveri e ad essere protagonisti del cambiamento verso una civiltà più giusta e fraterna. Infine li esorta a farsi “missionari coraggiosi”, testimoniando ovunque il Vangelo con la propria vita, andando anche controcorrente, soprattutto contro le cosiddette colonizzazioni ideologiche.

Sergio Centofanti – Città del Vaticano
Vatican News

La struttura della Caritas Diocesana si trova alla Casa della Carità

Nasce l’Emporio della solidarietà

Uno spazio di prossimità in cui saranno distribuiti gratuitamente beni alimentari e prodotti per l’igiene a persone e nuclei familiari che versano in condizioni di difficoltà. Un market solidale con scaffali, cestini e cassa per la prima volta gestito dagli utenti. Nasce a Casa Caritas a Siracusa, “l’Emporio della solidarietà“. E’ stato l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, a inaugurare l’Emporio che rappresenta un’evoluzione rispetto all’esperienza di qualche anno fa, ovvero il Bazar della solidarietà. Ai beneficiari, riconosciuto lo stato di necessità, sarà consegnata una card a punti in base al nucleo familiare e alle condizioni economiche.

Questi semplici segni ci devono far crescere nella carità e nell’amore. Un modo per far trovare un sollievo. Vivere il Natale significa moltiplicare i gesti di questo tipo” ha detto mons. Pappalardo. In Sicilia sono presenti Empori a Palermo, Catania, Caltagirone e Caltanissetta. Ma questo è il primo gestito direttamente da utenti Caritas.

L’arcivescovo Pappalardo con don Marco ed i volontari

L’emporio fa parte della rete degli empori solidali di tutta Italia nati da Caritas italiana è un luogo in cui i nostri fratelli in difficoltà possono farsi la spesa – ha spiegato don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana -. Saranno loro a prendere ciò che gli serve per la loro casa. Era nato un bazar della solidarietà in cui davamo detersivi e prodotti per l’igiene personale. Oggi abbiamo allargato, dando dei prodotti anche alimentari. Dovremmo portare questo luogo ad avere anche una linea di fresco“.

La card per la spesa potrà essere ricaricata anche con la solidarietà. Cioè mettendo il proprio tempo a disposizione per servizi di volontariato. Agli utenti sarà richiesto di sottoscrivere un patto etico per la gestione dei beni ricevuti e l’adesione a corsi di economia domestica che mirano ad evitare lo spreco alimentare e l’utilizzo di prodotti sani. Avviata una collaborazione con il Banco alimentare della Sicilia per ricevere beni materiali attingendo al Fondo di aiuti europei agli indigenti e alla raccolta alimentare organizzata dal Banco. L’Emporio ha visto la collaborazionequesta fase di avvio della Kairos, società del settore turistico, e della Deputazione della Cappella di Santa Lucia.https://youtu.be/bN7jrlPEsvA

Con vari progetti la Caritas diocesana coordina le circa 70 parrocchie della Diocesi per potere dare una risposta più concreta ai nostri poveri per creare una rete per rispondere più efficacemente al fenomeno della povertà nella nostra Diocesi – ha continuato il direttore della Caritas diocesana -. Un fenomeno presente soprattutto in molte cittadine dell’entroterra siracusano in cui è più difficoltoso trovare lavoro e avere un sostegno dal punto di vista economico. Tutto questo deve avere dei correttivi perché c’è sempre qualcuno che lucra sul bisogno e noi invece cerchiamo di avere un discernimento su ciascun utente” ha concluso padre Marco. Per accedere all’Emporio bisognerà rivolgersi al centro d’ascolto parrocchiale che accertato lo stato di necessità provvederà ad inoltrare la pratica.