Ridare dignità al malato

Ridare dignità al malato. E’ uno degli obiettivi del corso di formazione in etica e salute fisica e spirituale dal titolo “Il Malato al centro” promosso dall’Ufficio per la pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Siracusa e dall’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Quattro appuntamenti, il primo giorno 2 marzo, dalle ore 18.30 al centro congressi del Santuario della Madonna delle Lacrime. Poi si continua il 29 marzo, il 26 aprile e il 24 maggio.
“Il rischio è quello di restare isolati – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo -. Il corso ci deve aiutare a evidenziare la dignità del malato che vive una condizione esistenziale di sofferenza. La nostra fede è questa: Gesù Cristo si fa uomo per noi uomini, per la dignità di ogni uomo.  L’attenzione all’uomo è doverosa. L’uomo, sano o malato, buono o peccatore, viene posto al centro da Gesù.  Penso alle parole della Gaudium et spes: le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ogni uomo sono dei discepoli di Cristo. Chi è discepolo di Cristo deve farsi come Gesù, che ci ha dato l’esempio, solidale con la condizione di ogni uomo e di quest’uomo che vive la sua vita così come è. Papa Francesco ci esorta a guardare l’uomo e a farci compagno di ogni uomo per aiutarlo a vivere in pienezza la sua dignità. L’uomo più sofferente ha bisogno di questa testimonianza”.
Il corso è destinato a medici, farmacisti, biologi, psicologi, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ma anche rappresentanti di associazioni di volontariato, insegnanti e quanti sono nel campo e sensibili alla cura e alla qualità di vita degli ammalati.
“Sono particolarmente entusiasta per questa iniziativa pensata dall’Arcidiocesi di Siracusa e da me accolta immediatamente – sottolinea il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Brugaletta – che conferma l’importanza della qualità di vita dei pazienti durante la malattia, che sono al centro del sistema salute. La fragilità degli ammalati, che vivono un particolare momento della loro vita in cui hanno bisogno di cure e di attenzioni, impone ogni sforzo da parte degli operatori sanitari e di quanti sono a loro diretto contatto, affinché siano garantite non soltanto le più adeguate cure sanitarie ma anche e soprattutto il migliore benessere psicofisico nel rispetto del valore e dell’unicità della persona. Sono grato all’Arcivescovo di Siracusa e al rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime per avere coinvolto in questa iniziativa tutte le istituzioni e, considerata l’importanza e l’utilità di questo evento, esorto tutte le figure professionali che a vario titolo sono vicine agli ammalati, alle associazioni di volontariato, ai medici di famiglia, a frequentare il corso in tutte e quattro le sue edizioni, che porterà certamente un notevole arricchimento alle qualità già presenti di ognuno di loro sia in termini professionali che umane. Un particolare ringraziamento desidero esprimerlo anche nei confronti delle dottoresse Antonina Franco, Concita Catalano e Maria Rita Venusino che si sono occupate egregiamente della organizzazione di questo evento del quale auspico la migliore riuscita”.
Domani, nel primo incontro, il tema sarà “Curare l’Ammalato: una responsabilità di tutti!”. “Al centro dobbiamo mettere la persona. Il bene più prezioso del Creato, che è l’uomo, anche per chi non ha fede – ha detto don Aurelio Russo, rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime –. Il corso nasce dal voler dare attenzione alla persona umana che è unica e irripetibile. L’inviolabilità della natura umana è la ricchezza di ogni persona. Il Papa ha voluto mettere al centro il malato per il quale necessitano cure fisiche e spirituali. Il Papa si è accorto delle tante forze ed energie e dei tanti volontari che sono a servizio dell’ammalato. Ribadendo il concetto di Giovanni Paolo II che volle 25 anni fa la Giornata dell’Ammalato. Questo corso, in sinergia con l’Asp, ci deve aiutare a riflettere e a trovare soluzioni a cercare con la carità come poter essere accanto ad ogni ammalato. Non solo quelli in ospedale, ma anche quelli nelle case. Questo è un richiamo che il Papa fa a ciascuno di noi: perché nell’ammalato troviamo Cristo”.