“Come discepoli di Cristo, re della pace, non possiamo lasciarci travolgere da questa ondata di odio, ma dobbiamo, con più forza di sempre, essere strumenti ed annunciatori credibili di pace”. Lo ha ricordato l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo nel tradizionale discorso dal balcone in occasione della Festa del Patrocinio di Santa Lucia. Un invito a vivere la festa nel segno dell’esempio della patrona siracusana.
Ecco le parole dell’arcivescovo:
Carissimi fratelli e sorelle,
viviamo questa festa del patrocinio di S. Lucia mentre tante notizie di morte e di sofferenza ci giungono da ogni parte del mondo. Le guerre e l’odio razziale continuano a seminare morte e distruzione e la persecuzione contro i cristiani si fa sempre più cruenta. Come discepoli di Cristo, re della pace, non possiamo lasciarci travolgere da questa ondata di odio, ma dobbiamo, con più forza di sempre, essere strumenti ed annunciatori credibili di pace.
Nel messaggio per la Giornata della Pace di quest’anno Papa Francesco ci ha ricordato che offrire la pace è al cuore della missione di ogni cristiano. E questa offerta è rivolta a tutti coloro, uomini e donne, che sperano nella pace in mezzo ai drammi e alle violenze della storia umana.
Inviando in missione i suoi discepoli, Gesù dice loro: «In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”» (Lc 10,5-6).
La “casa” di cui parla Gesù è ogni famiglia, ogni comunità, ogni Paese, ogni continente, nella loro singolarità e nella loro storia; è prima di tutto ogni persona, senza distinzioni né discriminazioni. È anche la nostra “casa comune”: il pianeta in cui Dio ci ha posto ad abitare e del quale siamo chiamati a prenderci cura con sollecitudine.
Noi oggi commemoriamo il miracolo della cessazione della carestia ottenuto per intercessione della nostra Patrona S. Lucia. Attraverso S. Lucia Dio ci ha fatto conoscere il suo volto di Padre provvidente e ci ha insegnato a farci strumento della sua provvidenza verso i tanti fratelli e sorelle che soffrono perché non può esserci pace vera fino a quando ci sarà qualcuno che anela il necessario per vivere.
Noi oggi, continuava il papa nel suo messaggio, sappiamo che la pace non può mai ridursi al solo equilibrio delle forze e della paura. Il terrore esercitato sui popoli contribuisce al loro esilio nella ricerca di una terra di pace. Non sono sostenibili i discorsi che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza. Va invece ribadito che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate.
La narrazione del martirio di S. Lucia ci dice che poco prima di morire la nostra santa annunciò la cessazione delle persecuzioni e l’imminente pace per la Chiesa. A te allora ci rivolgiamo, cara S. Lucia, ottienici da Dio la conversione dei cuori affinché possa regnare la pace nelle nostre case, nella nostra città, nella nostra nazione e nel mondo intero; affinché nessuna persona si senta straniera sulla terra; affinché a tutti non manchi un tetto, il pane ed il lavoro.
W S. Lucia!