Venerdì 29 gennaio, alle ore 18.30, al Centro Convegni Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa, avrà luogo la conferenza dal titolo “L’arma della riconciliazione”. Interverranno Agnese Moro, Adriana Faranda, Guido Bertagna. Modera don Nisi Candido, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, San Metodio. Nel salone Giovanni Paolo II si parlerà di riconciliazione con Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, Adriana Faranda, ex-terrorista rossa e carceriere di Moro e il gesuita Guido Bertagna, animatore di un gruppo che ha fatto fare cammini di riconciliazione tra carnefici e vittime dell’epoca del terrorismo. “Ci siamo infatti lasciati condurre dall’idea di Papa Francesco di vivere un anno speciale dedicato alla misericordia – ha detto don Nisi Candido -. Cosa significano in concreto nella vita delle persone – credenti e non credenti – parole come misericordia, giustizia, perdono, riconciliazione? Ma soprattutto è possibile chiedere perdono? E ancora, è davvero possibile perdonare? Già il 5 novembre scorso, il giudice Gherardo Colombo ci aveva introdotto nel tema della giustizia riparativa: quella che non si accontenta di accertare la verità, ma prova a realizzare percorsi di riparazione da parte del colpevole e di accoglienza da parte della vittima. Adriana Faranda e Agnese Moro hanno compiuto, ciascuna in modo singolare, percorsi di vita che si sono misteriosamente intrecciati: anzitutto per via del sequestro e dell’omicidio del presidente Moro. Una figlia che perde il padre in modo tragico e una donna che si rende protagonista di atti atroci. Eventi drammatici e incancellabili nella storia personale, che segnano tra l’altro anche la storia della nostra società italiana. Eppure, di fronte a quei fatti inconfutabili, sono emersi nel tempo significati nuovi: nasce uno spazio di verità con se stessi, il desiderio di una qualche riparazione del torto compiuto, di accoglienza dell’altro. Si scopre che l’altro è sempre una persona, portatrice di una dignità assoluta. Sorge una possibilità di riconciliazione. Con l’aiuto di padre Guido Bertagna, gesuita che ha seguito e segue tante vite come quelle di Agnese e Adriana, proveremo a raccontare delle storie vissute che, nonostante tutte le amarezze, hanno il sapore dolce del Vangelo”. L’iniziativa è promossa dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio. Sabato mattina Moro, Faranda e Bretagna, accompagnati da don Nisi Candido, saranno al carcere a Brucoli per parlare ai detenuti.
Al via la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18 al 25 gennaio). Verrà celebrata in tutte le parrocchie e comunità ecclesiali e avrà per tema l’espressione tratta dalla Prima Lettera di Pietro (cap. 2, versetto 9): «Chiamati ad annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio». Due gli appuntamenti diocesani promossi dall’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso: martedì 19 gennaio, alle ore 19.00, nella chiesa Madre di Floridia, su invito dell’Azione Cattolica, don Nisi Candido, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Religioso, terrà un incontro proprio sulla Prima Lettera di Pietro. “Nonostante le fatiche tuttora presenti tra confessioni cristiane, uno sguardo ecumenico aiuta tutti a respirare un sentire universale – ha detto don Nisi Candido -. Il tema di quest’anno consente di riprendere alcuni capisaldi della fede in Cristo, che accomuna tutte le confessioni cristiane: la chiamata alla santità, il dono del battesimo in cui si manifesta la volontà del Padre di riconoscerci tutti come figli, e la testimonianza delle meraviglie che il Signore ancora oggi non smette di compiere”. Il secondo appuntamento, organizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari, avrà luogo sabato 23 gennaio alle ore 19.30 quando si celebrerà una veglia di preghiera per la pace nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. Il tema della veglia ricalca quello del messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2016: Vinci l’indifferenza e conquista la pace. La veglia vedrà tra l’altro la partecipazione e la testimonianza di un imam, a testimonianza della volontà di tutti gli uomini di buona volontà e di ogni credo, di impegnarsi per un mondo più giusto in cui regni la pace.
Intanto domenica 17 ha avuto luogo la Giornata del dialogo tra Cattolici ed Ebrei. Un momento significativo sul piano dei rapporti con l’Ebraismo giunto ormai alla sua ventesima edizione. Quest’anno si è chiuso un cammino durato dieci anni, durante i quali si è messo a tema di volta in volta un comandamento del Decalogo. Il decimo comandamento, tratto dal versetto 17 del capitolo 20 del libro dell’Esodo recita: «Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». È un invito rivolto a tutti per la purificazione del cuore, al fine di apprendere l’arte di una relazionalità fraterna e scevra da egoismi, invidie e soprusi. È quindi anche un messaggio di fiducia nella capacità dell’uomo di orientare la propria vita verso il bene per sé e per gli altri. Un aspetto particolare della giornata del 2016 è la prossimità con il 50° anniversario della promulgazione della dichiarazione Nostra Aetate (28 ottobre 1965) del Concilio Vaticano II. In serata l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio ha organizzato un cineforum sul film “Train de vie”, del regista franco-rumeno Radu Mihaileanu, e il contributo di Moni Ovadia alla sceneggiatura, introdotto dalla professoressa Mariangela Maresca, docente di Metodologia presso il San Metodio. La giornata è stata preceduta sabato 16 dalla conferenza di don Carmelo Raspa, docente di Ebraico ed Esegesi dell’Antico Testamento presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania, su Ebrei e cristiani a 50 anni dalla Nostra Aetate.
Inaugurato il “Bazar della solidarietà” presso la struttura “Casa Caritas” (ex Istituto Buona Fanciulla) di via Riviera Dionisio il Grande, 101, a Siracusa. Il Progetto “Il Bazar della Solidarietà” vuole essere una testimonianza concreta affinché vengano diffusi i valori dell’accoglienza, della solidarietà e della gratuità. Un emporio sociale all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione, il diritto allo studio) a persone singole e nuclei familiari. Nel bazar non ci sarà alcun tipo di moneta. Ma solo una card a punti che sarà rilasciata dalla Caritas, in base alle necessità dopo un colloquio con i volontari del Centro di Ascolto. “Il Bazar della Solidarietà – ha spiegato don Marco Tarascio, responsabile dei progetti Caritas –nasce dall’esigenza di contrastare le nuove povertà emerse a seguito della crisi economico-sociale che ha colpito, in maniera più o meno grave, diverse fasce della popolazione. Accanto alle “vecchie” forme di emarginazione, si sono sviluppate nuove condizioni di povertà che costringono un numero crescente di famiglie a vivere il loro disagio in uno status di solitudine. Emerge il pessimismo con cui si guarda al futuro, un pessimismo dettato da vari fattori, a cominciare dall’aumento costante dei prezzi d’acquisto di beni di prima necessità e di altre tipologie di beni correlati a bisogni oramai ritenuti primari. Con il Bazar apriamo anche la Casa della Caritas che ospiterà altre nostre iniziative”. Responsabile della Casa Caritas è il diacono Salvo Caia. Oggi purtroppo anche chi ha la fortuna di avere un lavoro non riesce puntualmente a far fronte agli effetti della crisi: si pensi ai “nuovi lavoratori” assunti con tipologie contrattuali precarie ed ai lavoratori in nero, sottopagati e sfruttati. Ciò ha generato il fenomeno dei “working poors”, ovvero coloro che, pur lavorando, gravitano attorno alla soglia di povertà. I soggetti appartenenti a questa condizione e le loro famiglie costituiscono una fascia sociale in continua espansione.
“Il primo ringraziamento va alla Compagnia Sant’Angela Merici (non la Fondazione) che si è occupata in passato dell’aiuto alle ragazze in difficoltà – ha detto il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta –. La Compagnia ha messo a disposizione della Diocesi questi locali per i progetti della Caritas. Il Bazar è un progetto che coinvolgerà le nostre parrocchie. Cerchiamo di avere un’attenzione costante alle esigenze del territorio per esprimere al meglio quel concetto di solidarietà ovvero promuovere il bene comune ognuno con il proprio credo”. “È stato creato un emporio sociale – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana, Filippo Villaruel -, all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione, il diritto allo studio) a persone singole e nuclei familiari che, per diverse ragioni, non riescono a far fronte alle necessità, sopravvenute o già esistenti”. Il progetto coinvolgerà le persone e le famiglie (in qualità di destinatari dei servizi offerti), ma anche le comunità parrocchiali, le imprese e le associazioni che potranno fornire il loro contributo attraverso variegate modalità di partecipazione. “L’emporio sociale non è “solo” uno spazio dedicato alla distribuzione di beni, ma anche un luogo in cui si produce solidarietà, un luogo in cui ci si mette a disposizione degli altri sulla base delle proprie possibilità, donando il proprio tempo attraverso attività di volontariato oppure effettuando donazioni economiche o di beni utili al rafforzamento delle scorte da distribuire ai beneficiari dell’iniziativa progettuale”. I volontari impegnati nelle attività concernenti il Progetto saranno 10; sarà possibile accedere al Bazar attraverso i Centri d’ascolto territoriali all’interno del Vicariato urbano.
La valuta di scambio all’interno del Bazar non sarà rappresentata dall’euro, bensì da un sistema a punti che verranno caricati su card personalizzate: ad ogni acquisto effettuato presso l’emporio, verranno “scaricati” i punti corrispondenti alla spesa effettuata. Il quantitativo di punti assegnato ad ogni singola card dipenderà dalla gravità del disagio riscontrato in sede di ascolto ed alla composizione del nucleo familiare (nel caso di famiglie con minori e/o studenti si potrà acquistare anche il materiale didattico consumabile – ad esempio: quaderni, penne, matite, gomme). Una volta esauriti i punti a disposizione, essi potranno essere reintegrati prestando attività di volontariato presso le Parrocchie della Diocesi.
“La richiesta della card da parte della famiglia o del singolo individuo verrà valutata attraverso un colloquio mirato ad approfondire le condizioni generali del richiedente e del suo nucleo familiare – ha spiegato il responsabile del Bazar, Stefano Caia -. In sede di ascolto, si cercherà di conoscere e valutare i fattori di criticità sociale che hanno portato la persona a richiedere l’accesso al servizio (es. problematiche abitative, problematiche familiari e relazionali, disabilità con annessi disagi sanitari, precarietà lavorativa o disoccupazione, ecc..). L’intento sarà quello di far emergere, attraverso la “semplice” richiesta della card, una serie di problematiche più complesse connesse alla reale condizione socio-economica dei destinatari”. Saranno coinvolte aziende locali (contributors) operanti nei settori casalinghi e cartoleria in grado di donare prodotti in eccedenza o in prossimità di scadenza ed organizzate raccolte di beni e prodotti per il Bazar o donazioni in denaro.
Quattro nuovi progetti per il 2015 dedicati alle nuove povertà ma anche due iniziative rivolte ai detenuti ed agli anziani. La Caritas Diocesana fornisce alcuni numeri sull’aumento delle povertà e presenta la nuova progettualità con i fondi CEI 8xmille. “E’ doveroso portare a conoscenza di tutti i progetti che sono sostenuti con il contributo di Caritas Italiana, 8xmille, e dell’Arcidiocesi – ha spiegato il vicario generale, mons. Sebastiano Amenta -. A queste risorse si aggiunge un patrimonio non determinabile rappresentato dal servizio generoso di tanti volontari che dedicano parte del loro tempo a chi vive situazioni di necessità. Voglio ricordare che i fondi dell’8xmille sono tra le risorse più controllate nella loro utilizzazione. Ritengo però che sotto la spinta di tante informazioni e tante situazioni non chiare, l’universo 8xmille porta ad una deresponsabilizzazione: la carità è dovere primario della Chiesa e di ciascun credente, il condividere. Da tempo sembra emergere una tendenza a delegare alla Chiesa, che fruisce dell’8xmille, ogni forma di carità. Può portare a delegare ad altri la testimonianza della carità. Io spero in un futuro dove il povero sia sostenuto in un cammino virtuoso di uscita dalla sua situazione di povertà e questo potrà avvenire solo se tutti faremo la nostra parte”. Il direttore della Caritas diocesana, Filippo Villaruel, ha ricordato il punto di partenza, il progetto Rifondiamoci, per raccogliere dati ed analizzare nuove povertà: “Il 2013 è stato per la Caritas diocesana di Siracusa un anno cruciale: ha preso il via una programmazione strutturata rivolta agli ultimi, le fasce deboli, i soggetti vulnerabili, i poveri in generale; ma anche ai volontari, che operano in ambito caritativo a livello parrocchiale e diocesano. Nella definizione di tale percorso, si è tenuto conto, partendo da uno studio attento e capillare del territorio, sia delle difficoltà afferenti alle vecchie povertà radicate nel territorio, sia delle difficoltà riferite alle nuove ed emergenti povertà. Punto di partenza è stato il Progetto Fondo CEI 8xmille Italia 2013 Rifondiamoci co-finanziato dall’Arcidiocesi di Siracusa. Il progetto ha permesso la creazione di quattro Centri d’ascolto (Ortigia, Casa della Carità, San Metodio, Mazzarrona), eroganti servizi specifici di accompagnamento, sostegno al reddito, orientamento, consulenza, supporto psicologico/relazionale. I volontari impegnati sono stati 45. Tutti questi dati ci hanno permesso di preparare una progettazione nuova nell’ambito della dispersione scolastica, per incrementare l’ascolto delle persone nel Vicariato di Lentini, Carlentini e Francofonte; puntare al progetto immigration start up, che sarà vissuto nel territorio; infine il bazar della solidarietà”. Il responsabile dei progetti Caritas, don Marco Tarascio, ha ricordato la grande generosità di tante persone che quotidianamente aiutano, o dedicando il loro tempo o anche con un contributo economico. “Oggi ci sono almeno mille famiglie con gravissime difficoltà. Poi ci sono le famiglie che ogni tre mesi circa lamentano la mancanza di beni di prima necessità. Ci sono situazioni difficili: vivere 18 in 40 metri quadrati sembra impossibile ed invece accade”. Don Marco ha ricordato che in sei mesi i Centri d’ascolto territoriali hanno intercettato 405 persone (utenti diretti), ma 1591 persone (utenti complessivi). Sono emerse problematiche di tipo reddituale (96,7%), scolastiche (91,1%), occupazionali (86,5%), familiare (52,1%), abitativo (34,8%) e poi di salute, psicologico/relazionali e problemi legati a dipendenze. “I nuovi progetti sono Il Bazar della Solidarietà; Immigration Start-Up; Ci interessiamo a Te; Ascoltare si può. Il progetto “Il Bazar della Solidarietà” permetterà la realizzazione di un emporio sociale, all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione). Il progetto “Immigration’ Start-Up” si prefigge l’obiettivo di potenziare il comparto dei servizi e della reti d’interazione afferenti al fenomeno immigrazione a sostegno degli ultimi e delle fasce deboli. Il progetto “Ci interessiamo a Te” nasce dall’esigenza di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e, contestualmente, sostenere il successo formativo degli studenti della Diocesi di Siracusa, in una prospettiva in cui la formazione venga valorizzata come risorsa fondamentale per la crescita dell’alunno e per il suo futuro inserimento sociale e lavorativo. Da un punto di vista operativo, il progetto si fonda sulla creazione di uno “Sportello Giovani”, in piazza San Metodio, per erogare servizi finalizzati al sussidio ed al sostegno delle famiglie incapaci di poter garantire ai propri figli la prosecuzione o il mantenimento degli studi scolastici e/o universitari. Infine il progetto “Ascoltare si può” che prevede il potenziamento delle attività svolte dal Centro d’Ascolto Territoriale Caritas nel comune di Carlentini e dei servizi di sostegno agli ultimi, le fasce deboli, i nuovi poveri”.
Otto monache provenienti dal Messico. E’ stato inaugurato a Ferla il Monastero delle Suore francescane del Terz’Ordine regolare di San Francesco dedicato alla “Madonna delle Lacrime“. Dopo 145 anni di assenza a Ferla, piccolo paesino del siracusano, sono tornate le suore claustrali.
“Queste sorelle – ha detto l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo – che costituiranno la comunità monastica sono già in possesso del Rescritto della Santa Sede che autorizza l’apertura: siamo veramente felici di accompagnare questo pellegrinaggio verso la Porta Santa del monastero”.
Una solenne celebrazione eucaristica e il rito di insediamento, presieduto dall’arcivescovo Metropolita di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo. Hanno concelebrato il ministro provinciale dei Cappuccini fra Gaetano La Speme, il ministro provinciale del Tor fra Filippo Todaro, il vicario generale mons. Sebastiano Amenta, il parroco don Roberto Garro, diversi sacerdoti religiosi cappuccini e del Tor. Presente il sindaco Michelangelo Giansiracusa, e l’Ordine Francescano secolare. Il monastero è costituito nel convento cappuccino di Ferla.
“Un nuovo monastero, nell’anno giubilare della misericordia – ha detto mons. Pappalardo – si deve intendere uno speciale dono della divina provvidenza per tutta la Chiesa, ma in modo particolare per il Popolo santo di Dio che vive nella Diocesi di Siracusa. Tutti beneficeremo di questa incessante presenza orante di lode, di intercessione e di supplica. È un luogo di intensa spiritualità, dove si incarnerà l’amore per Dio nella ferialità del quotidiano, nel silenzio e nel nascondimento, come fu per il Signore Gesù, in seno alla Santa Famiglia di Nazareth, nei trent’anni prima del suo ministero pubblico. Una testimonianza per tutti i fedeli, che vogliono vivere una spiritualità dell’ordinario nell’umiltà”.
Questa presenza di grazia, a vantaggio di tutta la comunità diocesana e che si caratterizzerà per l’adorazione eucaristica giornaliera, è stata affidata dall’arcivescovo di Siracusa all’attenzione e alle cure di tutti i fedeli che potranno unirsi alla preghiera pubblica delle monache e farsi per loro strumento della carità di Dio.
“Se il nostro cuore è raggiunto dall’amore di Dio, allora dobbiamo mirare ad essere misericordiosi come ci invita il Santo Padre”. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, augura un 2016 ricco di serenità ricordando che “il figlio di Dio si accosta ad ognuno di noi per darci pace e serenità. Gesù Cristo è il volto della Misericordia del Padre”. L’arcivescovo ha trascorso il giorno di Natale al carcere di Brucoli “proprio per stare con quelle persone che hanno più bisogno. E testimoniare loro la misericordia di Dio. Ogni uomo di buona volontà può farsi strumento di vicinanza a chi è nel bisogno. Questa la premessa per vivere il 2016 nella piena serenità. Il Signore condivide la nostra condizione. Mi auguro che il 2016 sia segnato da questa serenità interiore: anche in mezzo alle tribolazioni della vita c’è un Dio che ci è vicino e sa capire le nostre miserie. Il Natale spinge la fantasia della carità, direbbe Giovanni Paolo II, a moltiplicare i segni di attenzione verso le persone più bisognose. Ci sono tante fasce di persone bisognose che hanno necessità di sentirsi amati e quindi da parte di tutti noi è necessaria nell’Anno della Misericordia questa attenzione nei loro confronti”.
Nel giorno di Capodanno mons. Pappalardo ha celebrato nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime.
La Chiesa Cattedrale, la Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime e la Basilica di Santa Lucia al sepolcro. Queste le tre chiese giubilari scelte dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che domani, domenica 13, alle 10.15 aprirà la Porta Santa nella chiesa Cattedrale. “Iniziamo questo cammino nel dies natalis della nostra patrona santa Lucia – ha detto mons. Pappalardo -. Il suo esempio di fedeltà al Vangelo e di coerenza di vita cristiana ci spinge a vivere nel migliore dei modi e con frutti spirituali l’Anno Giubilare”. Il rito di passare la Porta santa deve spingere ad una diffusa e corale pratica delle opere di misericordia corporale e spirituale.
Cinque seminaristi saranno ordinati diaconi. Lunedì 7 dicembre, primi vespri della solennitàdell’Immacolata Concezione, alle ore 18.30 l’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, presiederà la Santa Messa nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime e conferirà l’Ordinazione diaconale agli accoliti: Raffaele Aprile della comunità parrocchiale Maria SS. Mediatrice di Tutte le Grazie a Siracusa; Angelo Galioto della comunità parrocchiale Sant’Antonio di Padova a Siracusa; Daniele Lipari della comunità parrocchiale Santa Tecla a Carlentini; Salvatore Nicosia della comunità parrocchiale San Giuseppe a Cassibile; Marco Politini della comunità parrocchiale Sant’Antonio Abate – Chiesa Madre a Francofonte.
“Nell’Anno della Misericordia, Papa Francesco ci ha ricordato di compiere le opere di misericordia corporali e spirituali. Cose che Lucia ha fatto: l’attenzione a sua madre ammalata; il pellegrinaggio verso gli altri santi e poi la distribuzione dei suoi beni ai poveri. Poi c’è la dimensione di donarsi al Signore. E’ un cammino di impegno verso il Signore”. Nelle parole di mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale, il senso della Festa di Santa Lucia 2015.
Intenso il programma di quest’anno, anche nei diversi eventi collaterali. Frutto, come ha ricordato il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Giuseppe Piccione, di collaborazioni gratuite e spontanee. “Ci sono segnali importanti che dimostrano come la testimonianza di Santa Lucia sia attualissima nell’Anno Santo della Misericordia. Come Deputazione stiamo concedendo tre immobili: alle suore Scalabriniane, per la loro attività verso i migranti e gli ultimi; all’associazione Amici di San Francesco che si occupa dei carcerati e poi il terzo immobile lo stiamo dando alla Caritas: ci sarà una Casa del sollievo e della misericordia dedicata a Santa Lucia dove tanti volontari professionisti, avvocati, commercialisti, renderanno assistenza alle persone che soffrono”. Piccione ha ricordato: “Da anni la festa di Santa Lucia ha una sua sobrietà e si basa sulle collaborazioni: nel programma ci sono diversi appuntamenti, con la Società Siracusana di storia patria, l’Avis che si occupa di testimonianza nell’Africa, l’Istituto Federico II che prepara la cuccia. Un contributo che viene dato alla festa in maniera gratuita e spontanea. Ci è stato chiesto dai pallanotisti dell’Ortigia di portare il simulacro. In piazza Duomo un pezzettino di percorso sarà fatto da loro. E ci era stato chiesto anche dai dipendenti del Santuario: sono segnali belli e nuovi che si inseriscono in una devozione sempre più profonda e radicata”. Nessun allarme, ma quest’anno ci saranno maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. Mercoledì 9, alle ore 7.30 cerimonia della consegna delle chiavi della Cappella di Santa Lucia da parte dei Deputati al Maestro di Cappella con apertura della nicchia che custodisce il simulacro. Sabato 12 alle ore 11.,30 la Traslazione del Simulacro di Santa Lucia dalla cappella all’altare maggiore e alle ore 19 i vespri officiati da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa con l’offerta della cera da parte del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. Il prof. Salvatore Sparatore ha ricordato l’evento “Note per Lucia” giunto alla nona edizione. Sabato 12, alle ore 21 in Cattedrale “Note per Lucia” in collaborazione con Kairos ed ISSR San Metodio – concerto “Duo Armoniae”: Giulio Mattioli (arpa e voce) e Rossella Pirrotta (violino). Domenica 13 alle ore 10.15 in Cattedrale apertura della Porta Giubilare e Solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che presiederà il Pontificale. Alle ore 15.30, processione delle Reliquie e del Simulacro della Santa Patrona dalla Cattedrale alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. Tra gli eventi collaterali giovedì 17 dicembre alle ore 18,30 nel Tempietto del Sepolcro di Santa Lucia: incontro su “Profughi e misericordia – testimonianza dal Sudan” in collaborazione con l’Avsi Onlus. “Dal 14 al 19 dicembre – ha concluso il prof. Sparatore – sarà possibile visitare la catacomba di Santa Lucia anche in orario serale con visite alle ore 20,30 ed alle ore 21,30 abbinate ad una spiegazione delle notizie storiche, artistiche e religiose del Simulacro in collaborazione con Kairos”.
Avrà luogo sabato 5 dicembre, alle ore 9.45, al Parlatoio delle Monache (accanto la chiesa di Santa Lucia alla Badia) in Ortigia, la conferenza stampa di presentazione dei festeggiamenti di Santa Lucia a Siracusa. Saranno presenti il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Giuseppe Piccione, ed il parroco della Cattedrale e componente della Deputazione, mons. Salvatore Marino. Nel corso dell’incontro sarà presentato il programma della Festa, e gli eventi collaterali che sono stati organizzati. Il tema della festa è la misericordia, secondo le indicazioni del Santo Padre Francesco.