I vescovi di Sicilia hanno eretto la Basilica Madonna delle Lacrime di Siracusa a Santuario Regionale.
Il presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, alla presenza dell’arcivescovo mons.
Salvatore Pappalardo che ha sostenuto l’iniziativa, firmerà l’atto formale a Siracusa il prossimo 29 agosto, in occasione del primo giorno del 66mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa.
Il riconoscimento fa seguito ad un iter nel corso del quale, dopo la domanda dell’arcivescovo di Siracusa mons. Salvatore Pappalardo e del rettore del Santuario don Aurelio Russo, sono state precisate e verificate le condizioni necessarie per la concessione del titolo.
Come si legge sul sito della CeSI, “il Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa, eretto canonicamente l’8 dicembre 1954 con decreto dell’arcivescovo mons. Ettore Baranzini, è stato dedicato il 6 novembre 1994 con solenne rito liturgico presieduto da Papa Giovanni Paolo II ed è stato elevato a Basilica minore dallo stesso Sommo Pontefice il 15 giugno 2002.
Il luogo di culto – sorto a seguito del riconoscimento della lacrimazione di un capezzale raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, avvenuta a Siracusa dal 29 agosto all’1 settembre 1953 – custodisce il Quadretto miracoloso e le Lacrime conservate in un prezioso reliquiario. Il Santuario Madonna delle Lacrime presenta importanti segni di devozione mariana e, negli anni, ha assunto un notevole rilievo non solo per i fedeli siracusani e per l’intera arcidiocesi aretusea, ma anche per la Sicilia, per le Regioni italiane e per i tanti devoti che da tutto il mondo manifestano il loro attaccamento e la loro devozione alla Vergine delle Lacrime di Siracusa“.
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Vescovi Usa: basta con linguaggi e retorica pieni di odio
I vescovi della Conferenza episcopale statunitense esprimono profonda preoccupazione per il dilagare di sentimenti di razzismo e xenofobia, alimentati da linguaggi di odio, che sembrano aver motivato le recenti stragi avvenute in Texas e a in Ohio.
La tragica morte di 22 persone in un centro commerciale nella città di El Paso, uccise lo scorso 3 agosto durante una sparatoria compiuta da un giovane di 21 anni, dimostra che “la retorica e le idee piene di odio possono diventare per alcuni la motivazione di atti di violenza”. È quanto sottolineano, in un comunicato, i presidenti di 3 Commissioni della Conferenza episcopale degli Stati Uniti.
Gli effetti della retorica dell’odio
I vescovi ricordano, inoltre, che i sentimenti di rancore contro gli immigrati, i rifugiati, i musulmani e gli ebrei, “manifestati pubblicamente negli ultimi anni, hanno alimentato l’odio” nella società americana. La stessa retorica di odio, osservano i presuli, è stata usata dagli autori della strage di El Paso e del massacro del 2015 in una sinagoga a Pittsburgh.
La retorica divisiva disumanizza
Alle autorità e a quanti hanno responsabilità politiche, i vescovi chiedono di “impegnarsi nel cercare di guarire le ferite causate dalle violenze e di affrontare i flagelli del razzismo, della xenofobia e del bigottismo religioso”, astenendosi dall’esprimere una retorica dolorosa e divisiva “che disumanizza e polarizza le persone in base alla razza, alla religione, all’etnia o alla provenienza”.
Un popolo unito e accogliente
I vescovi esortano, infine, ad agire rapidamente per smettere di usare un linguaggio pieno di odio perchè “svilisce, divide e spinge alcuni verso una violenza così orribile”.
L’appello dei vescovi del Messico
Anche i vescovi messicani, in un comunicato, hanno ricordato i drammatici episodi di violenza avvenuti negli Stati Uniti. Come i presuli statunitensi, hanno sottolineato le gravi conseguenze legate a linguaggi violenti. “I discorsi di odio – si legge nel documento – generano solamente aggressione e morte. È giunto il tempo di fermare questi atti e per questo rivolgiamo un appello ai cittadini e alle autorità di Stati Uniti e Messico per promuovere un coerente messaggio di pace”.
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano (da VaticanNews)
Presentata una campagna contro la pedofilia: spot e numero verde
Non lasciare che i tuoi pensieri si trasformino in azione
Prevenire per fermare quegli istinti ed evitare che possano provocare altre vittime. L’associazione “Padre Massimiliano Maria Kolbe” onlus ha lanciato stamane una campagna per poter intercettare coloro che pensano di potere abusare di minori intervenendo con un percorso di primo sostegno psicologico ed un percorso curativo che possa eliminare nella loro vita la tendenza alla pedofilia e all’abuso. L’obiettivo è tutelare i minori.
“Noi pensiamo che, così come altre malattie, si può prevenire – ha spiegato don Marco Tarascio, presidente dell’associazione “Padre Massimiliano Maria Kolbe” onlus -. Ci sono tante associazioni che si occupano della tutela dei minori in particolare nella lotta contro la pedofilia. Abbiamo pensato che come tutte le situazioni che affliggono le persone, qualsiasi malattia, la prevenzione evita costi superiori. In questo caso la prevenzione potrebbe evitare costi nelle vittime del fenomeno della pedofilia. Abbiamo lanciato numero verde in rete nazionale per potere agganciare chi ha un rimorso prima di commettere un atto. Potremmo essere tacciati di pensare ai carnefici e non alle vittime, ma noi vogliamo prevenire la carneficina”.
Lo spot sarà veicolato tramite i canali social e le emittenti televisive che vorranno trasmetterlo. La campagna prevede anche la diffusione di materiale cartaceo. E’ attivo da oggi il numero verde gratuito 800 111 686 al quale risponderà un team di specialisti psicologi 24 ore su 24, garantendo l’anonimato. L’invito è non lasciare che i pensieri si trasformino in azione.
“Uno spot coraggioso – ha spiegato lo psicologo Salvo Libranti -. Il tema è difficile e scabroso. E’ una scommessa perché il fenomeno è contaminato dal senso della vergogna che è il tema che vive chi è affetto da questa patologia. L’idea è di potere intervenire per offrire una possibilità di cura e di terapia a persone che soffrono questa patologia. Sappiamo che tante volte chi è stato vittima diventa abusante. Non in tutti i casi ma c’è un’alta percentuale. Il video intercetta varie classi sociali perché il fenomeno è trasversale, così come sono varie le età. Occorre offrire la possibilità di un ascolto competente ed un percorso terapeutico che possa condurre queste persone a razionalizzare la problematica e a liberarsene nella migliore delle ipotesi o a poterla gestire in qualche modo. Non sempre possiamo sperare nel superamento totale del problema ma in un miglior controllo dell’impulso stesso. Una frase di Einstein dice: “il mondo è pericoloso non a causa di quelli che fanno del male ma di coloro che guardano e lasciano fare”. L’intento di questo spot è quello di non lasciare fare ma intervenire“. Per la realizzazione del video si ringrazia Fabio Fortuna, che si è occupato delle riprese e del montaggio; Sandro Faro, autore delle musiche; l’attrice Doriana La Fauci, e infine Sebastiano Aglianò che ha coordinato gli studenti dell’Accademia del Dramma Antico che hanno gratuitamente prestato la loro voce.
L’impegno della Chiesa italiana contro gli abusi: formare, prevenire, cambiare la cultura
Formazione, confronto, obiettivi condivisi, programmazione: questa la sintesi dell’incontro collegiale del Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Cei con vescovi delegati regionali provenienti da tutta Italia svoltosi il 24 e 25 luglio a Roma.
“Una tappa importante” ha detto mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, rivolgendosi ai vescovi convenuti, “perché, come Pastori, ci sono richieste un’attenzione e una cura ancora maggiori”. Per questo, ha spiegato, “essere qui oggi non è solo un venire ad acquisire informazioni, ma un ragionare tra noi, confrontandoci, per fare cultura e costruire una rete ecclesiale con uno stile di comunione, di ascolto e di vigilanza”.
Linea condivisa e rilanciata da mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente nazionale del Servizio: “Un incontro fatto di comunicazioni, di spazi di dialogo, di domande”. Mons. Ghizzoni ha ricordato l’ampio consenso che ha accompagnato l’approvazione delle nuove Linee guida nel corso dell’assemblea generale di maggio – disposizioni “innovative” e “impegnative” – e ha ribadito il ruolo di aiuto e di supporto messo a disposizione dal Sntm verso i vescovi italiani.
Nel corso dei lavori si è dato spazio anzitutto all’importanza della formazione e della prevenzione, attraverso la presentazione di strumenti formativi, metodi ed esperienze già in essere. Sullo sfondo, ma ben presenti nel dibattito, la “Lettera al popolo di Dio” di Papa Francesco e il motu proprio “Vox estis lux mundi”.
In particolare, padre Amedeo Cencini, religioso canossiano, formatore e psicoterapeuta, ha ricordato che “il tempo che stiamo vivendo nella Chiesa impone una revisione radicale e concreta delle nostre prassi formative all’ordinazione presbiterale come alla consacrazione religiosa”, ripensando “gli ambiti della formazione umana (e affettivo-sessuale) e dell’identità ministeriale all’interno d’una concezione integrale della formazione”. Don Gottfried Ugolini, sacerdote e psicologo, responsabile del Servizio specialistico per la prevenzione e la tutela dei minori, ha portato l’esperienza quasi decennale dello sportello diocesano di Bolzano-Bressanone per la tutela e prevenzione dei minori da abusi sessuali e altre forme di violenza. Un servizio nato con atteggiamento proattivo che, negli anni, ha saputo diventare un punto di riferimento positivo attraverso l’applicazione di un leitmotiv preciso: “passi piccoli, passi continui, passi verificabili”.La psicologa e formatrice Anna Deodato si è invece soffermata sulle modalità di ascolto e accoglienza delle persone abusate, rimarcando che “una persona ferita non è un ‘caso’: ne va sempre preservata la dignità e l’integrità” e che la domanda centrale delle vittime, anche se non esplicitata, “è sempre la stessa: mi credi?”.
Nel corso della presentazione delle indicazioni operative per la costituzione dei Servizi diocesani e interdiocesani, sono state ricordate le iniziative già in essere sul territorio che dimostrano l’attenzione e la sensibilità in crescita su questi temi.
L’illustrazione e il commento passo a passo delle Linee guida, è stato occasione di approfondimento su settori specifici e particolare attenzione è stata dedicata ai rapporti con le autorità civili, stante l’innovativa previsione di un obbligo morale di denuncia svolta l’indagine previa e accertata la credibilità dei fatti. “Obbligo morale e non coercizione del sistema giuridico – ha spiegato don Gian Luca Marchetti, cancelliere della curia di Bergamo –,
perché deriva da una convinzione etica profonda il cui fine è il conseguimento della giustizia e della verità”.
Da più parti, durante i momenti di confronto con i vescovi, è stata evidenziata l’importanza della finalità dell’ascolto e dell’accompagnamento, in un’ottica di crescita e rinnovamento, senza però nascondere criticità e resistenze, né la complessità dei molteplici obiettivi da tenere in considerazione che richiedono, sempre di più, competenze specifiche e operatori adeguatamente formati.
Il convegno appena concluso, ricco di interazioni e di impulsi propositivi, è stato dunque un punto di partenza che apre ad orizzonti di interventi specifici, di approfondimenti mirati e di azioni concrete. Per questo è già in programma, per il prossimo novembre, un appuntamento di verifica e di programmazione ulteriore.
Emanuela Vinai – Agenzia SIR
Analisi su una una ricerca sul comportamento degli adolescenti
L’ansia “da social” dei giovani
Tre adolescenti su dieci dichiarano di avere l’ansia prima di pubblicare una foto sui social, per paura che possa non piacere o venga criticata. Il 66% di loro controlla minuziosamente chi mette like ai post pubblicati e anche chi guarda le loro storie. I dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza. raccontano di ragazzi insicuri, appesantiti dal timore del giudizio degli altri e vincolati alla popolarità di quanto pubblicano in rete. Significativamente – anche se sa pure di resa – Instagram sta iniziando a nascondere i like sotto le immagini e i video pubblicati.
La Chiesa, scriveva Francesco nel Messaggio per la GMCS di quest’anno, è “una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui “like”, ma sulla verità, sull’amen, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”.
Alla nostra responsabilità di educatori far sì che i nostri ragazzi si sentano guardati, amati e stimati per quello che sono, non per come si presentano o vengono considerati sui social.
Don Ivan Maffeis
Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali,
Fame: aumenta la denutrizione, mancano le risposte
«L’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere per i fratelli più poveri». È stato netto, nei giorni scorsi, il commento di monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e il Programma alimentare mondiale (Pam), riguardo al rapporto 2019 sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo. Presentato lunedì a New York, il documento rientra nel monitoraggio dei progressi verso il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile – “Fame Zero” – che mira a sconfiggere la fame, promuovere la sicurezza alimentare e porre fine a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.
«La fame continua ad aumentare e il rapporto – ha fatto notare monsignor Arellano – ci sta dicendo che le persone che stanno dietro a questi numeri non hanno né un presente sereno né un futuro luminoso». Di più: «Il rapporto sottolinea non solo la crudeltà della fame, ma anche un altro aspetto: l’obesità. Gli adulti obesi nel mondo sono 672 milioni, cioè il 13%, quindi una persona su otto. Dunque, il problema non è soltanto di denutrizione, ma anche di malnutrizione».
Per monsignor Arellano «la comunità internazionale veramente dovrebbe fare di più. Manca la volontà, soprattutto nel togliere le cause dovute all’uomo, come i conflitti, la crisi economica e i cambiamenti climatici. Questi tre continuano a essere i fattori che producono questi flagelli».
(da Avvenire)
Due ordinazioni presbiterali a Siracusa e Canicattini Bagni
Lunedì 24, Solennità della Natività di San Giovanni Battista, alle ore 18.30, l’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo presiederà la messa nella chiesa Madre di Canicattini Bagni e conferirà l’ordinazione presbiterale al diacono Salvatore Tanasi.
Martedì 25, dalla casa del novello sacerdote partirà il corteo che percorrendo via Magenta e via mons. La Vecchia, accompagnerà padre Salvatore in chiesa Madre dove alle ore 19.00 avrà luogo la prima messa celebrata dal novello sacerdote.
Venerdì 28, Solennità del Sacro Cuore di Gesù, alle ore 18.30, l’arcivescovo presiederà la messa nella Chiesa SS. Salvatore di Siracusa e conferirà l’ordinazione presbiterale al diacono Renato Corso.
Corpus domini e processione dal Santuario al Pantheon
Domenica 23, alle ore 18,30 l’Arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo presiederà il Pontificale del Corpus Domini, concelebrato dai Sacerdoti delle parrocchie siracusane e con la partecipazione di fedeli della Città. Si tratta di una celebrazione unica, che vede tutte le parrocchie riunirsi intorno nell’unica Santa Messa, a cui segue la processione Eucaristica fino alla Chiesa del Pantheon, dove l’Arcivescovo darà un messaggio di riflessione concludendo con la benedizione eucaristica. Per l’occasione non saranno celebrate messe. Durante la processione la Comunità del Seminario aiuterà a pregare, meditare e cantare insieme.
Giornata mondiale del rifugiato
In vista della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra giovedì 20, la Parrocchia di Bosco Minniti ha promosso un doppio appuntamento per parlare di rifugiati, ma anche di accoglienza, solidarietà e diritti. Due serate, una a Siracusa e una a Cassibile, per parlare di migranti attraverso il teatro e la musica ed inaugurare la settimana che porta al World Refugee Day.
Lunedì 17, dalle ore 20.30, nella chiesa di Bosco Minniti, si svolgerà la “Serata per i rifugiati”. Parteciperanno l’attore Paolo Rossi, il musicista Peppe Cubeta e i ragazzi africani ospiti della parrocchia e padre Carlo D’Antoni. Rossi, impegnato a Siracusa con la rappresentazione de “Le Troiane”, metterà in scena un suo monologo, Peppe Cubeta, leader dei Qbeta, eseguirà alcuni brani del suo repertorio particolarmente legati al tema delle migrazioni e della solidarietà. Ma ci sarà spazio anche per gli interventi di padre Carlo D’Antoni e dei ragazzi ospiti della parrocchia.
Martedì 18, dalle ore 17.30, nella campagna in cui sono accampati i lavoratori stagionali, di fronte alla vecchia chiesa di Cassibile, all’ingresso della frazione, si terrà una “Serata di solidarietà ai braccianti stranieri” che come ogni anno vivono e lavorano a Cassibile e in provincia in condizioni di sfruttamento e di miseria. Paolo Rossi e le attrici e gli attori del collettivo Ederlezi si esibiranno in una performance teatrale. Nel corso della serata interverranno anche padre Carlo e alcuni lavoratori stagionali per parlare della situazione di grande difficoltà nella quale ogni anno si trovano a vivere i braccianti che lavorano nei campi della nostra provincia.
Il recupero della memoria: restauro in Cattedrale
Venerdì 14, nella solennità di San Marciano Protovescovo, alle ore 19, nella chiesa Cattedrale, celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. Subito dopo, alle ore 20.00, nella cappella del Crocifisso, il prof. Paolo Giansiracusa illustrerà gli ultimi restauri effettuati in Cattedrale nell’ambito di una conversazione dal titolo “Il recupero della memoria: il recente restauro dei materiali lapidei della Cattedrale”.