“Nessun bambino sceglie per contro suo di vivere in strada”: così il Papa, nell’udienza ai partecipanti al Simposio internazionale sulla Pastorale della strada, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Migranti e gli itineranti. Dal Pontefice anche la condanna della tratta e della corruzione, che aggravano le ingiustizie contro i più deboli, e l’esortazione a tutelare e promuovere la dignità di donne e bambini di strada. “I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono “pacchi” da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro. Sono figli di Dio come noi, uguali a noi, con gli stessi nostri diritti”. Papa Francesco ricorda i “tanti bambini che vengono derubati della loro infanzia, dei loro diritti, del loro futuro”, e punta il dito contro “la carenza di leggi e strutture adeguate” che “contribuisce ad aggravare il loro stato di privazione”, così che essi “mancano di una vera famiglia, dell’educazione, dell’assistenza sanitaria. Ogni bambino abbandonato o costretto a vivere nella strada, diventato preda delle organizzazioni criminali, è un grido che sale a Dio, il Quale ha creato l’uomo e la donna a sua immagine; è un grido di d’accusa contro un sistema sociale che da decenni critichiamo ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia”.
Il Pontefice esprime preoccupazione che l’aumento di giovani ragazze e donne “costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate da organizzazioni criminali e, a volte, da parenti e familiari”: “Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo. La corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici! La Chiesa non può tacere, le istituzioni ecclesiali non possono chiudere gli occhi di fronte al nefasto fenomeno dei bambini e delle donne della strada. (…) Noi non possiamo mai evitare di portare a tutti, in modo particolare ai più deboli e svantaggiati, la bontà e la tenerezza di Dio Padre misericordioso. La misericordia è l’atto supremo con il quale Dio ci viene incontro, è la via che apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre”.
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Azioni di sistema contro le povertà
Il territorio su cui opera la Fondazione di Comunità Val di Noto è, luogo di sperimentazione e monitoraggio del programma “Azioni di sistema contro la povertà”. La Fondazione di Comunità Val di Noto, con i suoi progetti, figura tra le iniziative innovative supportate dal programma di Caritas Italiana. Graziano Assenza, segretario della Fondazione di Comunità Val di Noto, ha presentato i progetti sostenuti nell’ambito di “Azioni di sistema contro la povertà”, dando voce anche ai protagonisti con la proiezione del video “Ripensarci città a misura di sguardo”.
Nella progettazione della Fondazione di Comunità Val di Noto (nata nel 2014 dal raccordo tra attività del terzo settore e diocesi di Noto e Siracusa con il supporto di Fondazione con il Sud, Caritas Italiana e con a fianco una precisa identità delle Caritas diocesane) una linea tracciata è quella delle cosiddette “ripartenze” delle persone, che si realizzano puntando su relazione e lavoro di rete: in questo ambito uno dei progetti è “Carcere aperto” ad Augusta. L’accoglienza e l’ospitalità dei detenuti e dei loro familiari che usufruiscono di permessi premio e che non avrebbero altro modo di fruirne in quanto non residenti o stranieri, apre percorsi inclusivi che aiutano a comprendere come le pene debbano essere riparative.
Nella progettazione della Fondazione di Comunità Val di Noto (nata nel 2014 dal raccordo tra attività del terzo settore e diocesi di Noto e Siracusa con il supporto di Fondazione con il Sud, Caritas Italiana e con a fianco una precisa identità delle Caritas diocesane) una linea tracciata è quella delle cosiddette “ripartenze” delle persone, che si realizzano puntando su relazione e lavoro di rete: in questo ambito uno dei progetti è “Carcere aperto” ad Augusta. L’accoglienza e l’ospitalità dei detenuti e dei loro familiari che usufruiscono di permessi premio e che non avrebbero altro modo di fruirne in quanto non residenti o stranieri, apre percorsi inclusivi che aiutano a comprendere come le pene debbano essere riparative.
Altre linee tracciate dalla Fondazione di Comunità Val di Noto riguardano l’avvio di forme di economia sociale e solidale che valorizzino le potenzialità e le risorse del territorio e siano concreta speranza per i giovani e i poveri. Il progetto “Frutti degli Iblei”, con fattoria sociale e commercializzazione di piante aromatiche promosse dalla cooperativa “L’Arcolaio” di Siracusa, permette il riscatto, oltre che di detenuti, di donne immigrate che nel percorso verso le nostre terre hanno subito violenze.
Infine la prospettiva del ripensare la città a partire dalle sue periferie per ritrovarne l’anima: da qui l’esperienza dei cantieri educativi, realtà in grado di offrire occasioni di interazione concreta fra scuole, famiglie e territorio, con cui si abitano le periferie ricreando coesione sociale, senso della città, incontro tra le generazioni. Crisci ranni, cantiere educativo di Modica, ha permesso a un’area abbandonata di rivivere e alla città di riscoprirsi comunità. I giovani volontari delle scuole superiori svolgono attività di doposcuola per i più piccoli; ci sono poi laboratori, sport, gruppo adolescenti, gruppo mamme, feste, orti sociali.
Baldisseri: sono lacrime di tenerezza
“Le lacrime della Madonna sono conforto e sicura speranza. Non sono lacrime di disperazione, è il pianto di chi accoglie in sé il dolore dell’altro e attraverso questa accoglienza lo apre alla speranza”. Lo ha detto il cardinale Lorenzo Baldissero, segretario del Sinodo dei Vescovi chiudendo al Santuario della Madonna delle Lacrime i festeggiamenti per il 62 anniversario della Lacrimazione di Maria.
Al termine della messa solenne, nel corso della quale è stato festeggiato anche il 60 anniversario di ordinazione sacerdotale di mons. Giuseppe Costanzo, Arcivescovo emerito di Siracusa, l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha letto l’atto di affidamento della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria.
“Mi rivolgo ai giovani per dir loro di non aver paura di formare una famiglia. Le difficoltà sono tante, ma non scoraggiatevi, abbiate fiducia nel Signore che accompagna ed è sempre presente. E’ un’avventura, formare una famiglia! Sì, è un’avventura, una bella avventura che vale la pena intraprendere con forza e determinazione. Non ci sono sconti per nessuno. Non crediate che i vostri genitori o nonni non abbiano avuto difficoltà e problemi come voi li avete oggi. Loro hanno creduto nella famiglia e voi ne siete il frutto, i beneficiati. Loro hanno scommesso nel futuro e sulle persone che hanno incontrato e soprattutto hanno creduto in Dio che vede al di là dei confini e dei limiti umani. Le lacrime di Maria sono anche segno di dolcezza e di tenerezza. Forse non si sente dire: ho pianto di gioia nel rivedere mio figlio che credevo perduto? Le lacrime di Maria nell’immagine del capezzale del letto della giovane coppia in attesa del primo figlio non è forse l’amorosa partecipazione di Maria alla gioia della nascita di una nuova vita? Il suo volto rigato da lacrime di dolcezza e di tenerezza non è forse un segno premuroso della Madre di Dio per tutti i coniugi cristiani che, accogliendo la grazia del Signore, vivono con letizia l’esperienza del loro matrimonio?”.
Ed ancora. “Maria è nostra Madre: siamo invitati tutti ad ascoltarla e ad accogliere i suoi insegnamenti. Il testo citato precisa pure che questi insegnamenti debbono essere fissati nel cuore, affinché diventino la radice da cui germoglia il comportamento sano e corretto, e aggiunge che devono appesi al collo, perché si veda – attraverso le nostre azioni – il frutto che essi producono nella nostra vita. Ciascuno potrà riflettere e prendere le proprie decisioni guardando alla tenerezza di Maria che continua a lacrimare per tutti noi, quale segno di profondo amore e di compassione come Gesù in croce, e come Dio misericordioso che risponde al dolore e al peccato con l’offerta del suo Figlio”.
Al termine della messa solenne, nel corso della quale è stato festeggiato anche il 60 anniversario di ordinazione sacerdotale di mons. Giuseppe Costanzo, Arcivescovo emerito di Siracusa, l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha letto l’atto di affidamento della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria.
“Mi rivolgo ai giovani per dir loro di non aver paura di formare una famiglia. Le difficoltà sono tante, ma non scoraggiatevi, abbiate fiducia nel Signore che accompagna ed è sempre presente. E’ un’avventura, formare una famiglia! Sì, è un’avventura, una bella avventura che vale la pena intraprendere con forza e determinazione. Non ci sono sconti per nessuno. Non crediate che i vostri genitori o nonni non abbiano avuto difficoltà e problemi come voi li avete oggi. Loro hanno creduto nella famiglia e voi ne siete il frutto, i beneficiati. Loro hanno scommesso nel futuro e sulle persone che hanno incontrato e soprattutto hanno creduto in Dio che vede al di là dei confini e dei limiti umani. Le lacrime di Maria sono anche segno di dolcezza e di tenerezza. Forse non si sente dire: ho pianto di gioia nel rivedere mio figlio che credevo perduto? Le lacrime di Maria nell’immagine del capezzale del letto della giovane coppia in attesa del primo figlio non è forse l’amorosa partecipazione di Maria alla gioia della nascita di una nuova vita? Il suo volto rigato da lacrime di dolcezza e di tenerezza non è forse un segno premuroso della Madre di Dio per tutti i coniugi cristiani che, accogliendo la grazia del Signore, vivono con letizia l’esperienza del loro matrimonio?”.
Ed ancora. “Maria è nostra Madre: siamo invitati tutti ad ascoltarla e ad accogliere i suoi insegnamenti. Il testo citato precisa pure che questi insegnamenti debbono essere fissati nel cuore, affinché diventino la radice da cui germoglia il comportamento sano e corretto, e aggiunge che devono appesi al collo, perché si veda – attraverso le nostre azioni – il frutto che essi producono nella nostra vita. Ciascuno potrà riflettere e prendere le proprie decisioni guardando alla tenerezza di Maria che continua a lacrimare per tutti noi, quale segno di profondo amore e di compassione come Gesù in croce, e come Dio misericordioso che risponde al dolore e al peccato con l’offerta del suo Figlio”.
Il card. Baldisseri chiude le celebrazioni
Sarà il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, a presiedere stasera alle ore 19.00 la celebrazione eucaristica nell’ultimo giorno dei festeggiamenti per il 62. anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Una celebrazione nel corso della quale si ricorderà anche il 60° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di monsignor Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito dell’arcidiocesi di Siracusa. Al termine della celebrazione eucaristica Mons. Salvatore Pappalardo affiderà l’Arcidiocesi al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria.
La celebrazione sarà trasmessa in diretta sull’emittente TelePace (canale 515).
Ieri presente a Siracusa mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca che ha sottolineato: “Nel mutato contesto sociale e culturale dovremmo chiederci: quale valore hanno le lacrime di Maria in una situazione di “degrado” o addirittura di “disastro antropologico” (card. Angelo Bagnasco), nel quale alcune recenti decisioni referendarie e giuridiche sono da considerare «non una sconfitta dei principi cristiani, ma una sconfitta per l’umanità» (card. Pietro Parolin)? Ed ancora: Quale significato hanno le lacrime della Vergine nell’immenso scenario di dolore di tanti immigrati che vedono morire i loro parenti mentre sono risucchiati dalle onde del mare senza poter nemmeno piangere davanti ai loro corpi martoriati dalla fame, dagli stenti e dalla paura? Ed infine: Noi, uomini del terzo millennio, conserviamo ancora quella “pietas” che dovrebbe spingerci a commuoverci e a versare lacrime di fronte al dolore di altri uomini costretti ad affrontare “esodi impossibili” pur di salvare la loro vita, quella dei loro figli e familiari e mantenere la loro dignità di uomini? Siamo forse diventati sordi ai lamenti? Abbiamo indurito il nostro cuore? Non sappiamo commuoverci di fronte a un mare che ogni giorno di più diventa un cimitero a cielo aperto, in preda a uomini senza scrupoli, avidi solo di guadagno? Dovremmo forse definire il Mediterraneo un “mare senza lacrime” o un “mare pieno di lacrime”? Appare ormai evidente che la crisi attuale non è solo economica e finanziaria, ma è anche e soprattutto un radicale cambiamento dell’idea di uomo e dei fondamenti dell’ethos che regge la convivenza sociale e civile. Il V Convegno ecclesiale di Firenze intende riflettere sulla questione antropologica avendo come modello esemplare l’umanità di Cristo. Ed è all’interno di questa particolare emergenza culturale che dobbiamo rileggere il segno delle lacrime della Madonna. Esse svelano il senso più profondo dell’essere umano (aspetto antropologico) sulla base del suo ineliminabile riferimento a Cristo e a Dio (aspetto cristologico e teologico). Il miracolo di Siracusa evidenzia che il pianto della Madonna contiene un messaggio di consolazione e di speranza. Le lacrime della Vergine sono un “collirio” per la memoria e un “effluvio” di speranza. Esse attestano la compassione e la tenerezza di Dio e svelano che egli considera con grande attenzione «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini». Le lacrime intrise di fede, speranza e carità, si aprono così alla consolazione e sono la fonte del rinnovamento dell’uomo, della Chiesa e della società”.
Ieri sera, sul sagrato del Santuario, veglia da titolo «Lacrime del creato» in preparazione alla 10. Giornata per la custodia del creato (1 settembre) in collaborazione con l’equipe Nuovi Stili di Vita dell’Arcidiocesi di Siracusa.
La celebrazione sarà trasmessa in diretta sull’emittente TelePace (canale 515).
Ieri presente a Siracusa mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca che ha sottolineato: “Nel mutato contesto sociale e culturale dovremmo chiederci: quale valore hanno le lacrime di Maria in una situazione di “degrado” o addirittura di “disastro antropologico” (card. Angelo Bagnasco), nel quale alcune recenti decisioni referendarie e giuridiche sono da considerare «non una sconfitta dei principi cristiani, ma una sconfitta per l’umanità» (card. Pietro Parolin)? Ed ancora: Quale significato hanno le lacrime della Vergine nell’immenso scenario di dolore di tanti immigrati che vedono morire i loro parenti mentre sono risucchiati dalle onde del mare senza poter nemmeno piangere davanti ai loro corpi martoriati dalla fame, dagli stenti e dalla paura? Ed infine: Noi, uomini del terzo millennio, conserviamo ancora quella “pietas” che dovrebbe spingerci a commuoverci e a versare lacrime di fronte al dolore di altri uomini costretti ad affrontare “esodi impossibili” pur di salvare la loro vita, quella dei loro figli e familiari e mantenere la loro dignità di uomini? Siamo forse diventati sordi ai lamenti? Abbiamo indurito il nostro cuore? Non sappiamo commuoverci di fronte a un mare che ogni giorno di più diventa un cimitero a cielo aperto, in preda a uomini senza scrupoli, avidi solo di guadagno? Dovremmo forse definire il Mediterraneo un “mare senza lacrime” o un “mare pieno di lacrime”? Appare ormai evidente che la crisi attuale non è solo economica e finanziaria, ma è anche e soprattutto un radicale cambiamento dell’idea di uomo e dei fondamenti dell’ethos che regge la convivenza sociale e civile. Il V Convegno ecclesiale di Firenze intende riflettere sulla questione antropologica avendo come modello esemplare l’umanità di Cristo. Ed è all’interno di questa particolare emergenza culturale che dobbiamo rileggere il segno delle lacrime della Madonna. Esse svelano il senso più profondo dell’essere umano (aspetto antropologico) sulla base del suo ineliminabile riferimento a Cristo e a Dio (aspetto cristologico e teologico). Il miracolo di Siracusa evidenzia che il pianto della Madonna contiene un messaggio di consolazione e di speranza. Le lacrime della Vergine sono un “collirio” per la memoria e un “effluvio” di speranza. Esse attestano la compassione e la tenerezza di Dio e svelano che egli considera con grande attenzione «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini». Le lacrime intrise di fede, speranza e carità, si aprono così alla consolazione e sono la fonte del rinnovamento dell’uomo, della Chiesa e della società”.
Ieri sera, sul sagrato del Santuario, veglia da titolo «Lacrime del creato» in preparazione alla 10. Giornata per la custodia del creato (1 settembre) in collaborazione con l’equipe Nuovi Stili di Vita dell’Arcidiocesi di Siracusa.
Le lacrime materne di Maria ci accolgono
“La nostra Arcidiocesi vorrà invitare ogni pellegrino che giungerà entro le mura accoglienti del Santuario a celebrare l’anno giubilare della misericordia lasciandosi attrarre e condurre dalle lacrime materne di Maria”. Così mons. Salvatore Pappalardo questa mattina in via degli Orti di San Giorgio nel corso della celebrazione nel primo giorno della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Sono trascorsi 62 anni da quell’evento prodigioso, da quelle lacrime sgorgate dal quadretto in gesso dei coniugi Iannuso nell’abitazione alla Borgata. “Un evento straordinario che segnò la vita di una famiglia di questa città e che aprì una pagina nuova della storia religiosa di Siracusa. Le lacrime di Maria diventano per noi accorato appello a lasciarci raggiungere e invadere dalla misericordia del Signore. Le lacrime della Madre ci introducono, quest’anno alla fruttuosa celebrazione del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. Siamo certi che Ella, la Madre della misericordia, ci guiderà ad attraversare la Porta Santa, quella vera che è Cristo Signore”.
Mons. Pappalardo ha invitato a riflettere sul linguaggio silenzioso delle lacrime di Maria che “continua ancor oggi a risuonare nella Chiesa e a scuotere le nostre coscienze. Cosa ci manifesta la Madonna con il suo pianto e cosa chiede a noi attraverso questo segno? La comunità ecclesiale non ha cessato in questi anni di interrogarsi e di suggerire delle piste di riflessione sul messaggio che la Madonna ha voluto affidarci con il segno silenzioso ma altrettanto eloquente delle sue lacrime. Così l’Arcivescovo Baranzini, nel suo primo pronunciamento ufficiale dopo i giorni della lacrimazione, in occasione del trasferimento del quadretto da via degli Orti in piazza Euripide, offrì questa prima lettura della lacrimazione: Egli disse, sono«lacrime ammonitrici di un sincero e profondo mutamento dei nostri cuori, dei nostri costumi… lacrime consolatrici, perché significa che la Madonna non ci ha abbandonato, né ci vuole abbandonare». Pio XII, nel suo messaggio parla delle lacrime di Maria sotto la croce qualificandole come lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo: la lacrimazione avvenuta a Siracusa va letta, pertanto, anch’essa, in questa luce. Il Papa san Giovanni Paolo II, nell’omelia in occasione della Dedicazione del Santuario, nel 1994, parlò in maniera più esaustiva delle lacrime di Maria e ci disse che sono lacrime di dolore, lacrime di preghiera, lacrime di speranza, offrendo per ciascuna connotazione le plausibili ragioni teologiche e pastorali. La più recente interpretazione del messaggio della lacrimazione è quella che Papa Francesco ci ha dato proprio nella ricorrenza del 60° anniversario, la domenica 1 settembre del 2013:«le lacrime della Madonna – Egli ci disse – ci rivelano la tenerezza di Dio». Personalmente trovo molto interessante questa pista di lettura: Maria santissima, nella pienezza della gloria e della visione di Dio, non può che rivelarci il mistero di cui Ella stessa è partecipe. E poiché – come scrive l’apostolo Giovanni –«Dio è amore» (1 Gv4,8.16), la Madonna ci rivela appunto la pienezza e la verità dell’amore di Dio. Le sue lacrime, espressione visibile dei sentimenti più profondi del suo cuore, ci rivelano dunque la tenerezza di Dio, cioè la sua infinita Misericordia”. Alle ore 19.00 Mons. Guy André Marie De Kérimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Saranno presenti le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano Movimento Apostolico Ciechi. Alle ore 21.00 raduno ai piedi della scalinata della Basilica per «Pedalando nella storia con Maria».
Mons. Pappalardo ha invitato a riflettere sul linguaggio silenzioso delle lacrime di Maria che “continua ancor oggi a risuonare nella Chiesa e a scuotere le nostre coscienze. Cosa ci manifesta la Madonna con il suo pianto e cosa chiede a noi attraverso questo segno? La comunità ecclesiale non ha cessato in questi anni di interrogarsi e di suggerire delle piste di riflessione sul messaggio che la Madonna ha voluto affidarci con il segno silenzioso ma altrettanto eloquente delle sue lacrime. Così l’Arcivescovo Baranzini, nel suo primo pronunciamento ufficiale dopo i giorni della lacrimazione, in occasione del trasferimento del quadretto da via degli Orti in piazza Euripide, offrì questa prima lettura della lacrimazione: Egli disse, sono«lacrime ammonitrici di un sincero e profondo mutamento dei nostri cuori, dei nostri costumi… lacrime consolatrici, perché significa che la Madonna non ci ha abbandonato, né ci vuole abbandonare». Pio XII, nel suo messaggio parla delle lacrime di Maria sotto la croce qualificandole come lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo: la lacrimazione avvenuta a Siracusa va letta, pertanto, anch’essa, in questa luce. Il Papa san Giovanni Paolo II, nell’omelia in occasione della Dedicazione del Santuario, nel 1994, parlò in maniera più esaustiva delle lacrime di Maria e ci disse che sono lacrime di dolore, lacrime di preghiera, lacrime di speranza, offrendo per ciascuna connotazione le plausibili ragioni teologiche e pastorali. La più recente interpretazione del messaggio della lacrimazione è quella che Papa Francesco ci ha dato proprio nella ricorrenza del 60° anniversario, la domenica 1 settembre del 2013:«le lacrime della Madonna – Egli ci disse – ci rivelano la tenerezza di Dio». Personalmente trovo molto interessante questa pista di lettura: Maria santissima, nella pienezza della gloria e della visione di Dio, non può che rivelarci il mistero di cui Ella stessa è partecipe. E poiché – come scrive l’apostolo Giovanni –«Dio è amore» (1 Gv4,8.16), la Madonna ci rivela appunto la pienezza e la verità dell’amore di Dio. Le sue lacrime, espressione visibile dei sentimenti più profondi del suo cuore, ci rivelano dunque la tenerezza di Dio, cioè la sua infinita Misericordia”. Alle ore 19.00 Mons. Guy André Marie De Kérimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Saranno presenti le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano Movimento Apostolico Ciechi. Alle ore 21.00 raduno ai piedi della scalinata della Basilica per «Pedalando nella storia con Maria».
Lacrimazione: al via le celebrazioni
La veglia mariana notturna animata dai gruppi del Santuario sarà l’ultimo momento che precederà domani il via alle celebrazioni per il 62esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Veglia dalle ore 21 alle ore 24, poi fino alle ore 6, il Santuario resterà aperto per la preghiera personale. Alle 6 sarà celebrata l’Eucarestia in Basilica.
Domani, giornata della testimonianza e del volontariato, alle ore 8.00 nell’Oratorio di via degli Orti celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. Alle ore 12, in Santuario, celebrazione eucaristica in suffragio dei coniugi Antonina e Angelo Iannuso. Alle ore 18.00 in via degli Orti, raduno dei fedeli delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo e processione con il Reliquiario verso il Santuario dove alle ore 19.00 Mons. Guy André Marie De Kérimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Saranno presenti le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano Movimento Apostolico Ciechi. Alle ore 21.30 raduno ai piedi della scalinata della Basilica a partire dalle 21.00 per «Pedalando nella storia con Maria».
Intanto a causa di una prolungata laringite la cantante Antonella Ruggiero rinvia il concerto-preghiera Mater Lacrimarum, in collaborazione con Francesco Buzzurro previsto per domenica 30 Agosto sul sagrato del Santuario. L’artista, scusandosi per l’imprevisto inatteso e da lei certamente non voluto, ha dichiarato: “Non potrò essere con voi domenica sera a causa di una laringite non ancora risolta come speravo. Ci vedremo comunque il 10 settembre in questo bellissimo Santuario, insieme a Francesco Buzzurro e con il programma stabilito. Mando un saluto a tutti voi e a prestissimo nella città di Siracusa». Pertanto Mater Lacrimarum dà appuntamento a giovedì 10 settembre ore 21 sul sagrato del Santuario per vivere insieme una serata di intensa spiritualità mariana.
E ieri sera sulla scalinata del Santuario della Madonna delle Lacrime ha avuto luogo “Piantidiversi” – Il silenzio delle lacrime nel suono delle parole. Le donne della Misericordia. Una serata tra riflessioni, arte e testimonianze che ha affrontato il pianto nelle sue “diversità”, i diversi pianti, così come i pianti di/nei versi della Sacra Scrittura e nella letteratura. Pianti diversi, giunta quest’anno alla terza edizione, è una produzione della Kairos.
Protagoniste le donne della misericordia, che attraverso i loro racconti di dolore e riconciliazione, hanno dispiegato il segno delle lacrime di Maria nel senso della misericordia di Dio. L’ascolto della lettura di alcuni brani e delle melodie mediterranee hanno favorito l’interiorizzazione delle parole in pianto che queste madri, ad immagine della Madre, ci hanno consegnato. Due i dialoghi in scena: il rettore don Luca Saraceno ha posto delle domande a Carolina Porcaro, di Monza, che ha perdonato l’assassino del figlio Lorenzo, ucciso da un coetaneo dell’Ecuador. La donna ha letto le parole scritte per i funerali del figlio nel 2011. Don Luca ha rivolto domande sul senso del perdono e sulla forza di perdonare. Il giornalista Gaspare Urso ha dialogato con la collega Laura Battaglia, che si occupa soprattutto di esteri ed ha raccontato quando e come ha incontrato la misericordia ed il suo rapporto personale con le lacrime. La struttura drammaturgica ha visto la presenza di alcuni testimoni: la voce e la musica di Elisa Nocita e le voce recitante di Giorgia D’Acquisto, e le performance di Daniela Campione.
Domani, giornata della testimonianza e del volontariato, alle ore 8.00 nell’Oratorio di via degli Orti celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. Alle ore 12, in Santuario, celebrazione eucaristica in suffragio dei coniugi Antonina e Angelo Iannuso. Alle ore 18.00 in via degli Orti, raduno dei fedeli delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo e processione con il Reliquiario verso il Santuario dove alle ore 19.00 Mons. Guy André Marie De Kérimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Saranno presenti le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano Movimento Apostolico Ciechi. Alle ore 21.30 raduno ai piedi della scalinata della Basilica a partire dalle 21.00 per «Pedalando nella storia con Maria».
Intanto a causa di una prolungata laringite la cantante Antonella Ruggiero rinvia il concerto-preghiera Mater Lacrimarum, in collaborazione con Francesco Buzzurro previsto per domenica 30 Agosto sul sagrato del Santuario. L’artista, scusandosi per l’imprevisto inatteso e da lei certamente non voluto, ha dichiarato: “Non potrò essere con voi domenica sera a causa di una laringite non ancora risolta come speravo. Ci vedremo comunque il 10 settembre in questo bellissimo Santuario, insieme a Francesco Buzzurro e con il programma stabilito. Mando un saluto a tutti voi e a prestissimo nella città di Siracusa». Pertanto Mater Lacrimarum dà appuntamento a giovedì 10 settembre ore 21 sul sagrato del Santuario per vivere insieme una serata di intensa spiritualità mariana.
E ieri sera sulla scalinata del Santuario della Madonna delle Lacrime ha avuto luogo “Piantidiversi” – Il silenzio delle lacrime nel suono delle parole. Le donne della Misericordia. Una serata tra riflessioni, arte e testimonianze che ha affrontato il pianto nelle sue “diversità”, i diversi pianti, così come i pianti di/nei versi della Sacra Scrittura e nella letteratura. Pianti diversi, giunta quest’anno alla terza edizione, è una produzione della Kairos.
Protagoniste le donne della misericordia, che attraverso i loro racconti di dolore e riconciliazione, hanno dispiegato il segno delle lacrime di Maria nel senso della misericordia di Dio. L’ascolto della lettura di alcuni brani e delle melodie mediterranee hanno favorito l’interiorizzazione delle parole in pianto che queste madri, ad immagine della Madre, ci hanno consegnato. Due i dialoghi in scena: il rettore don Luca Saraceno ha posto delle domande a Carolina Porcaro, di Monza, che ha perdonato l’assassino del figlio Lorenzo, ucciso da un coetaneo dell’Ecuador. La donna ha letto le parole scritte per i funerali del figlio nel 2011. Don Luca ha rivolto domande sul senso del perdono e sulla forza di perdonare. Il giornalista Gaspare Urso ha dialogato con la collega Laura Battaglia, che si occupa soprattutto di esteri ed ha raccontato quando e come ha incontrato la misericordia ed il suo rapporto personale con le lacrime. La struttura drammaturgica ha visto la presenza di alcuni testimoni: la voce e la musica di Elisa Nocita e le voce recitante di Giorgia D’Acquisto, e le performance di Daniela Campione.
Nei giorni 29 agosto–1 settembre in Cripta verrà ripetutamente proiettato il documentario della lacrimazione. Nei giorni 29 agosto–1 settembre l’Oratorio resterà aperto: 7.30-12.30; 15.00-18,30; 20,30-22,00. Fino al 31 agosto il Santuario resterà aperto dalle ore 7.00 alle ore 24.00.
Si apre la teca per la benedizione del cotone
La celebrazione eucaristica con la benedizione del cotone ha aperto ufficialmente i festeggiamenti per il 62 anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Solo una volta l’anno viene aperta la teca che custodisce il quadretto in gesso che pianse lacrime umane: il rettore del Santuario, don Luca Saraceno, ha compiuto il gesto della benedizione avvicinando il cotone al volto della Madonna. In serata, sul sagrato della cripta, la prima del musical Lacrime d’Amore.
Stasera alle ore 21.00 «Veglia sotto le Stelle» ricordi e racconti in uno dei luoghi della memoria in piazza Euripide. Domani sempre alle ore 21.00 «Il paese delle lacrime», un Teatro per bambini e famiglie a cura della Kairós di Siracusa sul sagrato della Cripta. Un laboratorio, attraverso il quale i bambini e le loro famiglie, saranno accompagnati dentro il misterioso Paese delle Lacrime, e le emozioni da esse espresse, un viaggio straordinario che Papa Francesco ci invita a fare, per essere più pienamente “essere umani”…e proprio i bambini ci insegnano l’importanza del pianto, del pianto come genuina espressione dei sentimenti. Un viaggio attraverso il Paese delle Lacrime, accompagnati da personaggi buffi e misteriosi, uno spettacolo che divertirà i bambini e non solo, conducendoli verso la bellezza del “saper piangere”. Mercoledì 26 alle 21.00 «Il Calvario e la Bellezza. L’arte a servizio della fede», presentazione del progetto delle 14 stazioni scultoree della Via Crucis realizzate dagli studenti delle Accademie di Belle Arti di Catania e di Palermo (Salone Giovanni Paolo II).
Don Luca Saraceno nel corso della sua omelia ha ricordato la testimonianza dell’allora 63enne Antonia Capodicasa, comare e vicina di casa della sig.ra Antonina Giusto. “Un panno buono e prezioso per asciugare le lacrime della Madonna come ricordo e reliquia di un evento spiazzante, quasi a voler immortalare e conservare un flusso inarrestabile di grazia. Ricordo e reliquia della misericordia di Dio. Un panno buono e prezioso come la bontà e la preziosità di una vita che si fa spazio accogliente, come un fazzoletto di lino inzuppato di lacrime. Le lacrime sono una parola che continua ad ammutolirci. Una parola su cui vogliamo almeno una volta l’anno soffermarci e che intendiamo ascoltare, vedere e asciugare. Come quando ci fermiamo, vediamo, ascoltiamo e asciughiamo le lacrime di nostra madre. Una parola dura: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Ma la parola è dura solo perché duro è l’orecchio del cuore, incapace di ascoltare. Una parola vitale e una parola eterna. Esistono poi altre parole: morbidi e dolci, ammalianti, sinuose, che solleticano cuore e ventre, che suscitano compiacimento e ilarità in chi le ascolta, ma che alla fine si rivelano mortali e sterili”. Quindi don Luca ha spiegato: “A scuoterci siano le lacrime: scossi dalle lacrime… Lasciamoci scuotere dalle parole silenziose delle lacrime piuttosto che dalle sirene strombazzanti di giudizi temerari, di chi continua a parlare dicendo che si sarebbe sempre potuto fare meglio e diversamente, parole pronunciate da chi non è mai contento di niente ma non è disposto a mettersi in gioco, da chi non sbaglia mai semplicemente perché non si muove dalla poltrona su cui è sprofondato oramai da tempo… parole tutte queste ahimè tipiche di un atteggiamento fin troppo siracusano”. Cosa chiedono le lacrime di Maria?
“Le lacrime di Maria chiedono chi oggi vogliamo servire. Servire significa seguire, affidarsi a qualcuno, obbedire alla sua voce, scommettendo solo su di lui. Le lacrime di Maria chiedono di accogliere il mistero: «Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!». Il mistero delle lacrime di Maria, come il mistero dell’amore, è davvero grande. E le lacrime sempre fanno riferimento a Gesù e alla Chiesa. E al mistero ci si affaccia e ci si inoltra, lo si comprende solo con la fede. Credere non è per nulla semplice. È un atto umano che richiede schiettezza, semplicità, immediatezza e fiducia. Esattamente come è il linguaggio delle lacrime.
Stasera alle ore 21.00 «Veglia sotto le Stelle» ricordi e racconti in uno dei luoghi della memoria in piazza Euripide. Domani sempre alle ore 21.00 «Il paese delle lacrime», un Teatro per bambini e famiglie a cura della Kairós di Siracusa sul sagrato della Cripta. Un laboratorio, attraverso il quale i bambini e le loro famiglie, saranno accompagnati dentro il misterioso Paese delle Lacrime, e le emozioni da esse espresse, un viaggio straordinario che Papa Francesco ci invita a fare, per essere più pienamente “essere umani”…e proprio i bambini ci insegnano l’importanza del pianto, del pianto come genuina espressione dei sentimenti. Un viaggio attraverso il Paese delle Lacrime, accompagnati da personaggi buffi e misteriosi, uno spettacolo che divertirà i bambini e non solo, conducendoli verso la bellezza del “saper piangere”. Mercoledì 26 alle 21.00 «Il Calvario e la Bellezza. L’arte a servizio della fede», presentazione del progetto delle 14 stazioni scultoree della Via Crucis realizzate dagli studenti delle Accademie di Belle Arti di Catania e di Palermo (Salone Giovanni Paolo II).
Don Luca Saraceno nel corso della sua omelia ha ricordato la testimonianza dell’allora 63enne Antonia Capodicasa, comare e vicina di casa della sig.ra Antonina Giusto. “Un panno buono e prezioso per asciugare le lacrime della Madonna come ricordo e reliquia di un evento spiazzante, quasi a voler immortalare e conservare un flusso inarrestabile di grazia. Ricordo e reliquia della misericordia di Dio. Un panno buono e prezioso come la bontà e la preziosità di una vita che si fa spazio accogliente, come un fazzoletto di lino inzuppato di lacrime. Le lacrime sono una parola che continua ad ammutolirci. Una parola su cui vogliamo almeno una volta l’anno soffermarci e che intendiamo ascoltare, vedere e asciugare. Come quando ci fermiamo, vediamo, ascoltiamo e asciughiamo le lacrime di nostra madre. Una parola dura: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Ma la parola è dura solo perché duro è l’orecchio del cuore, incapace di ascoltare. Una parola vitale e una parola eterna. Esistono poi altre parole: morbidi e dolci, ammalianti, sinuose, che solleticano cuore e ventre, che suscitano compiacimento e ilarità in chi le ascolta, ma che alla fine si rivelano mortali e sterili”. Quindi don Luca ha spiegato: “A scuoterci siano le lacrime: scossi dalle lacrime… Lasciamoci scuotere dalle parole silenziose delle lacrime piuttosto che dalle sirene strombazzanti di giudizi temerari, di chi continua a parlare dicendo che si sarebbe sempre potuto fare meglio e diversamente, parole pronunciate da chi non è mai contento di niente ma non è disposto a mettersi in gioco, da chi non sbaglia mai semplicemente perché non si muove dalla poltrona su cui è sprofondato oramai da tempo… parole tutte queste ahimè tipiche di un atteggiamento fin troppo siracusano”. Cosa chiedono le lacrime di Maria?
“Le lacrime di Maria chiedono chi oggi vogliamo servire. Servire significa seguire, affidarsi a qualcuno, obbedire alla sua voce, scommettendo solo su di lui. Le lacrime di Maria chiedono di accogliere il mistero: «Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!». Il mistero delle lacrime di Maria, come il mistero dell’amore, è davvero grande. E le lacrime sempre fanno riferimento a Gesù e alla Chiesa. E al mistero ci si affaccia e ci si inoltra, lo si comprende solo con la fede. Credere non è per nulla semplice. È un atto umano che richiede schiettezza, semplicità, immediatezza e fiducia. Esattamente come è il linguaggio delle lacrime.
Al via i festeggiamenti per la Lacrimazione
Al via oggi alle ore 21.00, con la serata “Maria incontra Siracusa”, i festeggiamenti per il 62. anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Dal 29 agosto al 1 settembre si ricorderà il prodigio del 1953, quando un quadretto di gesso, raffigurante il cuore immacolato di Maria, posto come capezzale di un letto matrimoniale, nella casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in via degli Orti di S. Giorgio ha versato lacrime umane.
Stasera testimonianze in arte sul sagrato della Chiesa Cattedrale in piazza Duomo. Interverranno Mariella Nava e Fabio Salvatore. Presenta il giornalista di TV 2000, Fabio Bolzetta. Domani, domenica 23 agosto, alle ore 18.15, in Basilica preghiera del Rosario; alle ore 19.00 celebrazione eucaristica con la benedizione del cotone. Alle ore 21.00 «Lacrime d’amore. L’evento di Siracusa del 1953», il primo Musical sulla Madonna delle Lacrime. Sul palco allestito sul sagrato della cripta della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, il debutto del musical. L’età media dei protagonisti è piuttosto bassa. La maggior parte sono giovani del Santuario che si sono messi in gioco, accompagnati dalla preghiera, per rendere in un musical l’evento del 1953. Lo hanno fatto come un servizio verso il Santuario, come un atto di amore nei confronti della Madonna. Lo fanno gratuitamente perché vogliono diffondere il messaggio delle lacrime soprattutto tra i loro coetanei. Ed è per questo motivo che hanno scelto una forma d’arte diversa. “Lacrime d’Amore”, attraverso l’esperienza di conversione di un giovane turista che fatica a credere ma che ascolterà la testimonianza di un anziano devoto, racconta la storia del miracolo del 1953 passando dal coraggio della scelta di Antonina fino alla visita di Giovanni Paolo II nel 1994.
Lunedì 24 agosto, alle ore 21.00 «Veglia sotto le Stelle» – Ricordi, racconti e raccordi in uno dei luoghi della nostra memoria (piazza Euripide) e martedì sempre alle ore 21.00 «Il paese delle lacrime» – Teatro-laboratorio per bambini e famiglie a cura della Kairós di Siracusa (sagrato della Cripta). Mercoledì 26, sempre alle ore 21.00, «Il Calvario e la Bellezza. L’arte a servizio della fede», presentazione del progetto delle 14 stazioni scultoree della Via Crucis realizzate dagli studenti delle Accademie di Belle Arti di Catania e di Palermo (Centro Convegni – Salone Giovanni Paolo II).
Stasera testimonianze in arte sul sagrato della Chiesa Cattedrale in piazza Duomo. Interverranno Mariella Nava e Fabio Salvatore. Presenta il giornalista di TV 2000, Fabio Bolzetta. Domani, domenica 23 agosto, alle ore 18.15, in Basilica preghiera del Rosario; alle ore 19.00 celebrazione eucaristica con la benedizione del cotone. Alle ore 21.00 «Lacrime d’amore. L’evento di Siracusa del 1953», il primo Musical sulla Madonna delle Lacrime. Sul palco allestito sul sagrato della cripta della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, il debutto del musical. L’età media dei protagonisti è piuttosto bassa. La maggior parte sono giovani del Santuario che si sono messi in gioco, accompagnati dalla preghiera, per rendere in un musical l’evento del 1953. Lo hanno fatto come un servizio verso il Santuario, come un atto di amore nei confronti della Madonna. Lo fanno gratuitamente perché vogliono diffondere il messaggio delle lacrime soprattutto tra i loro coetanei. Ed è per questo motivo che hanno scelto una forma d’arte diversa. “Lacrime d’Amore”, attraverso l’esperienza di conversione di un giovane turista che fatica a credere ma che ascolterà la testimonianza di un anziano devoto, racconta la storia del miracolo del 1953 passando dal coraggio della scelta di Antonina fino alla visita di Giovanni Paolo II nel 1994.
Lunedì 24 agosto, alle ore 21.00 «Veglia sotto le Stelle» – Ricordi, racconti e raccordi in uno dei luoghi della nostra memoria (piazza Euripide) e martedì sempre alle ore 21.00 «Il paese delle lacrime» – Teatro-laboratorio per bambini e famiglie a cura della Kairós di Siracusa (sagrato della Cripta). Mercoledì 26, sempre alle ore 21.00, «Il Calvario e la Bellezza. L’arte a servizio della fede», presentazione del progetto delle 14 stazioni scultoree della Via Crucis realizzate dagli studenti delle Accademie di Belle Arti di Catania e di Palermo (Centro Convegni – Salone Giovanni Paolo II).
62 anniversario della Lacrimazione
“Il linguaggio silenzioso delle lacrime di Maria continua ancora oggi a parlare al mondo intero, a risuonare nella Chiesa e a scuotere le nostre coscienze di uomini e di credenti”. Inizia così il messaggio che l’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha scritto per il 62. anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Dal 29 agosto al 1 settembre si ricorderà il prodigio del 1953, quando un quadretto di gesso, raffigurante il cuore immacolato di Maria, posto come capezzale di un letto matrimoniale, nella casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in via degli Orti di S. Giorgio ha versato lacrime umane. Sabato 29 agosto, primo giorno della Lacrimazione, sarà mons. Guy André Marie De Kerimel, vescovo di Grenoble-Vienne, a presiedere la solenne celebrazione. Domenica 30 mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della C.E.I.; lunedì 31 mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, ed infine sarà il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica di martedì 1 settembre, ultimo giorno. I festeggiamenti inizieranno domenica 23 con la celebrazione della benedizione del cotone.
Dal 29 agosto al 1 settembre si ricorderà il prodigio del 1953, quando un quadretto di gesso, raffigurante il cuore immacolato di Maria, posto come capezzale di un letto matrimoniale, nella casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in via degli Orti di S. Giorgio ha versato lacrime umane. Sabato 29 agosto, primo giorno della Lacrimazione, sarà mons. Guy André Marie De Kerimel, vescovo di Grenoble-Vienne, a presiedere la solenne celebrazione. Domenica 30 mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della C.E.I.; lunedì 31 mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, ed infine sarà il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica di martedì 1 settembre, ultimo giorno. I festeggiamenti inizieranno domenica 23 con la celebrazione della benedizione del cotone.
In allegato il messaggio dell’Arcivescovo mons. Pappalardo
Papa Francesco chiama don Luca
“Mi sono mancate le parole. Ma è stata una telefonata del tutto inaspettata”. Don Luca Saraceno, rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, è ancora visibilmente emozionato. Ha ricevuto una telefonata al suo cellulare. Un numero privato.
“Buonasera sono Papa Francesco. Lei è don Luca?”. La telefonata dura poco più di un minuto e mezzo. “Ma lei con questo libro mi ha fatto piangere!”. Don Luca è emozionato. Ringrazia. Al Pontefice è stato consegnato qualche giorno fa da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, il libro che don Luca ha scritto sul rapporto del Pontefice con le lacrime. “Mi sono mancate le parole ma sono momenti che mon si dimenticano”.
“Buonasera sono Papa Francesco. Lei è don Luca?”. La telefonata dura poco più di un minuto e mezzo. “Ma lei con questo libro mi ha fatto piangere!”. Don Luca è emozionato. Ringrazia. Al Pontefice è stato consegnato qualche giorno fa da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, il libro che don Luca ha scritto sul rapporto del Pontefice con le lacrime. “Mi sono mancate le parole ma sono momenti che mon si dimenticano”.