NUOVA SEDE PER “LA CASA DI SARA E ABRAMO”

‘Il povero ci interpella, abbiamo il dovere di assisterlo. Noi non possiamo chiudere la porta’. L’arcivescovo Salvatore Pappalardo vede la sua iniziativa crescere: a Siracusa fino a tre anni fa non esisteva un ricovero notturno per senzatetto. La Diocesi di Siracusa decise di aprire la ‘Casa di Sara e Abramo’ per un intervento nell’emergenza, dopo la morte di un senzatetto polacco all’interno di un vagone ferroviario abbandonato che prese fuoco. Una prima ospitalità temporanea per alcune persone senza un alloggio, poi i primi 8 posti (ufficiali) in locali annessi ad un Istituto di suore. Oggi la Diocesi ha aperto un luogo (circa 300 metri quadrati, su un terreno di mille metri quadrati) che punta alla reale accoglienza, intravedendo tra qualche anno un altro tassello del progetto che prevede il reinserimento sociale. I locali, in via Monte Renna, sono stati ristrutturati anche con l’aiuto di Caritas Italiana: potranno accogliere 25 persone che la sera, dalle 18.30 troveranno un luogo dove potersi lavare, cenare e dormire. L’indomani la colazione e poi tutti gli ospiti lasciano la Casa. All’inaugurazione è intervenuto anche il prefetto Armando Gradone che ha ricordato la situazione di disagio sociale. L’arcivescovo Pappalardo ha ringraziato tutti i volontari che a turno permettono il buon funzionamento quotidiano della Casa. Il responsabile di ‘Casa Sara e Abramo’ Marcello Munafò ha sottolineato che sono tanti i siracusani, così come gli extracomunitari che chiedono aiuto, e la convivenza non è sempre facile. La Diocesi ha un obiettivo più ambizioso: ‘Pensiamo al social housing – ha detto il vicario generale Maurizio Aliotta -, lavorando sul lungo periodo e sul reinserimento sociale’.