GLI AUGURI DI PASQUA DI MONS. PAPPALARDO

L’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha incontrato oggi i giornalisti e gli operatori della comunicazione per una riflessione sul significato della Pasqua di Resurrezione.
“Abbiamo bisogno – ha detto l’Arcivescovo – di una buona dose di speranza umana e cristiana. E la Pasqua à la festa della speranza perché dal momento che il Signore Gesù si è fatto come noi, ha condiviso la nostra condizione umana fino alla morte. Però la parola definitiva non è la Morte, ma la sua Resurrezione. In questo modo ci dice che si può uscire da questa condizioni di difficoltà che si può superare anche quel limite della morte, perché Lui è risorto e promette la vita a coloro che credono in Lui, che vivono il suo Vangelo. Proprio in questo momento, voglio dare il messaggio di nutrire la speranza. Il Papa ce lo ha ricordato ‘Non lasciatevi rubare la speranza altrimenti diventa impossibile vivere’. Soprattutto questa speranza la vorrei annunziare alle famiglie. Sono tante le famiglie che si trovano in gravi situazioni economiche: c’è una povertà che va aumentando, che deve sollecitare l’attenzione e la responsabilità di tutti coloro che sono preposti ad assicurare il bene comune. Perché sono tante le famiglie che si trovano in difficoltà gravissime. Bisogna parlare di speranza ma dare segni per cui possano sperare. C’è un servizio che si va organizzando sempre meglio e sono le Caritas parrocchiali e cresce la sensibilità anche al di fuori della Chiesa per venire incontro a queste emergenze. A voi operatori della comunicazione sociale chiedo di tradurre i vostri interventi cercando di dare voi speranza. Grazie per questo servizio che voi rendete, perché c’è bisogno. Non possiamo permetterci di smettere di sperare. Soprattutto noi cristiani abbiamo ragioni per dire che il bene è sempre più forte del male, anche se meno appariscente talvolta. E il male bisogna vincerlo con la forza anche dei segni di solidarietà e sensibilità che cresce”.
Mons. Pappalardo ha voluto accanto a sè per questa riflessione sulla Pasqua Antonello Ferrara, responsabile Osservatorio povertà e risorse della Caritas diocesana, che ha fornito alcuni dati: ‘Grazie a voi giornalisti che fate un lavoro significativo per la nostra realtà dando voce ai bisognosi. Date voce a chi non ha voce. Lo scorso anno avevamo fatto una valutazione intorno al 27 per cento di aumento di persone che si erano recate ai centri di ascolto Caritas per un sostegno di tipo alimentare. Abbiamo cercato di capire chi fossero queste persone nuove che andavano ai centri di ascolto. E ci siamo resi conto che si tratta di persone nuove rispetto a quelle del circuito classico del bisogno. Non sono più le persone che da generazioni chiedono aiuto ma soprattutto sono persone che definiremmo vulnerabili. Il rapporto povertà Istat 2012 aveva quantificato in 920 euro il consumo medio pro capite: una famiglia composta da due persone se non era capace di consumare 920 euro era considerata povera. Basta poco, una inaspettata perdita di lavoro o una  casualità molto semplice, ed una famiglia si può trovare in una dimensione di vulnerabilità. Abbiamo chiaro che anche chi ha uno stipendio più che dignitoso può diventare povero. Queste sono le nuove famiglie che si affacciano ai centri di ascolto. Queste famiglie si isolano, perché hanno meno opportunità economiche per socializzare, ma anche per vergogna. C’è anche un po’ di superficialità, perché non si rendono subito conto della situazione. Si registra il fenomeno della ludopatia che cresce, anche se spesso non viene denunciata. Non sanno a chi rivolgersi e non conoscono i loro diritti, anche per l’accesso ai servizi sociali. Abbiamo individuato delle zone: Borgata, Santa Panagia, la Pizzuta e Ortigia. Zone del ceto medio della città. Come Caritas parrocchiali, nella sola città di Siracusa, stiamo facendo analisi più chiara sui servizi. Oggi, come parrocchie, seguiamo circa 1500 famiglie. Altre realtà associative, che si rifanno al circuito cattolico, seguono altre 500 famiglie. Alcuni avranno sicuramente la ‘doppia somministrazione’, cioè si rivolgono a  più parrocchie. Vuol dire che c’è bisogno. Quello che noi diamo come sostegno per l’uscita delle persone dal bisogno: perchè noi non facciamo solo azione di carità per dare elemosina, il nostro obiettivo è far si che il bisogno esca dal circuito del bisogno. Fare uscire le persone dalla povertà. Per questo cerchiamo di adeguarci con nuovi sistemi. I dati definitivi li daremo durante lo svolgimento della campagna elettorale, perché riteniamo che sia significativo porre in discussione durante la scelta dei futuri responsabili dell’amministrazione della città porre la questione povertà come elemento di dibattito serio’.

Presente all’incontro il segretario provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa, Aldo Mantineo: ‘Cerchiamo di essere professionalmente corretti e capaci. Da giornalisti raccogliamo anche noi la sfida per potere essere utili interlocutori’. Il presidente provinciale Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), Salvatore Di Salvo, ha aggiunto: ‘Cerchiamo di farci interpreti del disagio. Dovremo sforzarci di creare speranza e avere più coraggio’. Presente all’incontro anche il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Santo Gallo.

Al termine dell’incontro Mantineo e Di Salvo, ormai come tradizione, hanno consegnato all’Arcivescovo un pane, simbolo del gesto concreto di solidarietà per la Pasqua. Assostampa ed Ucsi hanno infatti donato il pane per il pranzo di Pasqua alla mensa di Ortigia.