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Accogliamoci l’un l’altro

“Accogliamoci l’un l’altro – Amate il forestiero (Dt 10,19)” è il titolo del convegno ecumenico ed interreligioso, che si svolgerà martedì 2 giugno a partire dalle 9.00 all’Istituto di Scienze Religiose “San Metodio” di via della Conciliazione, organizzato da tre uffici pastorali dell’Arcidiocesi di Siracusa (l’Ufficio diocesano per le migrazioni, l’Ufficio diocesano per l’Apostolato del mare, l’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso) e dalla rivista di studi biblici ed ecumenici QOL. È promosso dall’Unedi (Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso) e dall’Uredi (Ufficio regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso). Il fenomeno dei migranti oggi come in altre epoche storiche è un segno dei tempi, e interpella credenti e non credenti a risolvere il problema della ospitalità e dell’accoglienza.
Il Convegno mira a verificare come le varie religioni e il pensiero laico sentono oggi il problema dello straniero, del diverso, dell’altro, e quali soluzioni propongono, per facilitare un cammino di comprensione e di convivenza pacifica in un mondo più vivibile, perché i processi migratori in atto sono uno degli elementi che pongono in modo nuovo la questione dell’incontro con lo straniero.
Un convegno per far memoria, a quasi tre anni dalla scomparsa di padre Arcangelo Rigazzi, sacerdote impegnato da sempre nell’accoglienza del diverso, dell’ultimo, dello straniero

Rifondiamoci dedicato all’altro

 Oltre 1600 persone assistite, complessivamente, di età compresa tra i 19 ed i 76 anni, italiani ed immigrati. Si è concluso, dopo un anno, il progetto della Caritas diocesana “Rifondiamoci” finalizzato all’aiuto del prossimo, soprattutto delle nuove povertà. Il progetto è stato gestito dalla CaritasDiocesana di Siracusa e cofinanziato attraverso i fondi della Cei 8xmille e con il contributo dell’Arcidiocesi di Siracusa. “Siamo qui come Chiesa – ha detto mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi di Siracusa -. Quel Vangelo che siamo chiamati ad annunciare si traduce in carità. Vedendo il povero ed il sofferente, da qualsiasi parte arrivi, noi vediamo il Cristo Crocifisso”. Sono intervenuti Filippo Villaruel, direttore della Caritas diocesana; e Francesco Mudanò, tutor del progetto. 
“I centri di ascolto – ha detto don Marco Tarascio, responsabile dei progetti Caritas – sono a
rrivati a persone che non frequentavano le parrocchie. Proviamo a dare una speranza. E stiamo ripartendo con altri progetti: uno destinato ai giovani, uno alle famiglie, e l’ultimo, in collaborazione con le suore scalabriniane, per monitorare i flussi migratori a Siracusa”Nel corso del progetto sono stati formati 40 volontari, creati 4 Centri d’ascolto in zone strategiche della Città che hanno fornito servizi specifici di ascolto, accompagnamento, sostegno al reddito, orientamento, supporto psicologico/relazionale, risposta ai bisogni urgenti attraverso il coinvolgimento di parrocchie e, grazie ad una convenzione con Epaca, patronato Coldiretti, consulenza previdenziale, sanitaria ed amministrativo-burocratica.Acquistati 16.915 prodotti alimentari e 2850 prodotti per l’igiene della personaNel dettaglio i volontari hanno affrontato problematiche di tipo abitativo 34,8%;  di tipo familiare/relazionale (separazione, divorzio, maternità nubile) 52,1%; di tipo reddituale 96,7%;  scolastiche 91,1%;  psicologico/relazionali 13,3%; occupazionali (disoccupazione, lavoro precario) 86,5%; di salute (gravi problemi di salute, handicap, situazioni post-traumatiche) 21,2%.  I centri d’ascolto hanno effettuato 1358 interventi, dai beni materiali di prima necessità (farmaci, alimenti, bombole gas, visite mediche specialistiche): 38,4%, al sostegno per il pagamento delle utenze 31,1%; dal pagamento canoni di locazione. 

Umanizzare l’economia

Si intitola “Umanizzare l’economia” l’incontro che avrà luogo lunedì 11 maggio ad Augusta nell’auditorium delle centro Caritas di via Pietro Frixa. L’evento che inizierà alle 18.30 vedrà la partecipazione di Giuseppe Notarstefano del Dipartimento di Scienze Economiche dell’università di Palermo. L’iniziativa fa parte di un ciclo di incontri pubblici promossi dall’Arcidiocesi di Siracusa in preparazione al convegno ecclesiale nazionale a novembre a Firenze.

Comunità in festa per Helenio e Rosolino

 

Diocesi in festa per due ordinazioni presbiterali. L’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, nella Basilica Santuario “Madonna delle Lacrime”, ha conferito l’ordinazione presbiterale ai diaconi don Helenio Schettini della Comunità della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa e don Rosolino Vicino della parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli. Inoltre ha ordinato diacono l’accolito Carmelo Scalia della parrocchia San Corrado Confalonieri a Siracusa. “Ogni volta che il Signore mi concede la grazia di imporre le mani per le sacre Ordinazioni, il primo sentimento che mi sorge spontaneo nel cuore è quello della gratitudine – ha detto l’arcivescovo -. Gratitudine al Signore, innanzitutto, che – fedele alla promessa “Vi darò pastori secondo il mio cuore” (Ger. 3,15) – non ci fa mancare i ministri del Vangelo e continua a suscitare vocazioni per questo specifico servizio ecclesiale. Gratitudine alle famiglie degli Ordinandi, ai Parroci, ai Superiori del Seminario e a quanti, a qualsiasi titolo, favoriscono e accompagnano il discernimento vocazionale e l’effettiva formazione al ministero sacro”.
Nella sua presentazione il rettore del Seminario, don Salvatore Caramagno, ha sottolineato: “Due compagni di Seminario e due fratelli nella fede, che hanno percepito la chiamata al presbiterato in luoghi e con modalità diverse: Helenio nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa, grazie alla sua esperienza nel gruppo Agesci, Siracusa 11. Rosolino nella parrocchia della Chiesa Madre di Melilli, in modo particolare grazie alla sua esperienza parrocchiale”.
Quindi l’arcivescovo si è rivolto ai due presbiteri: “Con la chiamata del Vescovo è il Signore Gesù che rivolge a ciascuno di voi l’invito alla speciale sequela in vista dell’esercizio del ministero sacerdotale. Come ai primi discepoli, anche a voi Egli dice: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Considerate attentamente l’ufficio al quale siete promossi e assolvete con generosa dedizione agli impegni che esso comporta. Voi, carissimi Helenio e Rosolino, in virtù dell’Ordinazione presbiterale sarete insigniti del Sacerdozio di Cristo per continuarne la missione di maestro, sacerdote e pastore. «Partecipando alla missione di Cristo, capo e pastore, in comunione filiale con il vostro vescovo, impegnatevi a unire i fedeli in un’unica famiglia, per condurli a Dio Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare e salvare ciò che era perduto» (Pontificale Romano). Centrale nel vostro ministero sia la celebrazione eucaristica nella quale unirete la vostra vita all’offerta sacrificale di Cristo e con la quale edificherete la Chiesa di Dio. Sincera, matura e libera sia pure la vostra obbedienza alla Chiesa perché sia proficuo di bene e colmo di gioia il vostro ministero sacerdotale”.

L’arcivescovo, in vista del prossimo avvicendamento nella direzione del Seminario, ha ringraziato padre Salvatore Caramagno e gli altri formatori per la loro sincera dedizione al compito educativo dei giovani aspiranti al sacerdozio. “Nella Chiesa questa missione è tanto importante e delicata, anche se, talvolta, diventa faticosa; essa è certamente molto impegnativa per la sua rilevanza nei confronti sia del Presbiterio diocesano che dell’intera comunità ecclesiale”. Don Helenio ha presieduto per la prima volta l’Eucarestia ieri nel Santuario della Madonna delle Lacrime, mentre don Rosolino questa mattina nella parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli.

Ordinazione per Helenio e Rosolino

 Venerdì 8 maggio, memoria di Maria Madre della Chiesa, alle ore 18.30 l’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, presiederà la Messa nella Basilica Santuario “Madonna delle Lacrime”, e conferirà l’ordinazione presbiterale ai diaconi don Helenio Schettini della Comunità della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime in Siracusa e don Rosolino Vicino della parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli. Inoltre ordinerà diacono l’accolito Carmelo Scalia della parrocchia San Corrado Confalonieri in Siracusa.
Don Helenio presiderà per la prima volta l’Eucarestia sabato 9, alle ore 19.00, nel Santuario della Madonna delle Lacrime, mentre don Rosolino domenica 10, alle ore 10.30, nella 
parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli.

Non facciamo finta di non vedere

 “Oggi si rischia il paradosso: da una parte c’è un’Europa che mira all’unificazione dei popoli, e dall’altra parte c’è chi fa finta di non vedere le migliaia di uomini e donne, con giovani e bambini, che annegano negli abissi del Mediterraneo, definito ormai il mare delle lacrime”. L’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, dal balcone dell’Arcivescovado nel suo tradizionale discorso ad una piazza Duomo gremita di fedeli nella festa del Patrocinio di Santa Lucia, rivolge il suo pensiero ai migranti.
Seguendo proprio l’esempio di Lucia, secondo il pastore della chiesa siracusana “noi cristiani non possiamo rimanere insensibili di fronte alle immani tragedie che colpiscono intere popolazioni. Se ci diciamo e vogliamo essere veramente cristiani come Santa Lucia, non possiamo disinteressarci dei più deboli, né, ancora peggio, possiamo respingere chi ci chiede aiuto”. Nella Cattedrale affollata, il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ha presieduto la celebrazione con i suggestivi canti della comunità cattolica dello Sri Lanka a Siracusa. “I problemi che oggi tormentano l’umanità non li risolvono i Grandi, ma la solidarietà che parte dai piccoli” ha detto l’arcivescovo di Agrigento. “Lucia rappresenta il sogno di un coraggio che dovremmo possedere, per vivere senza tentennamenti ciò in cui crediamo. Dio ci chiede di ribaltare costruire una società in cui ognuno si possa finalmente sentirsi a casa propria. Se guardiamo gli immigrati attraverso la lente del codice penale o civile, senz’altro sono individui che possono essere pericolosi, forse criminali o dei poco di buono. Visti con la lente del Vangelo sono uomini, creati anche loro a immagine di Dio, nel loro caso rassomigliano ad un Dio sfigurato, uomini scappati dalla loro patria e famiglia, e per di più maltrattati e umiliati”.
Il simulacro è stato portato in processione dai berretti verdi in piazza, dove ha avuto luogo il tradizionale lancio delle colombe, e poi nella chiesa di Santa Lucia alla Badia dove resterà  fino a domenica.

Il card. Montenegro per Santa Lucia

Sarà il cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica domenica 3 maggio, per la festa del patrocinio di Santa Lucia. Alle ore 10.15 nella Chiesa Cattedrale avrà luogo il pontificale e subito dopo l’uscita del simulacro della patrona.

Il mare: un oceano di lacrime

 Avrà luogo martedì 28 aprile, alle 21.00 nel Santuario della Madonna delle Lacrime, un’ora di preghiera dedicata ai migranti morti in mare domenica 19 aprile.
“Centinaia di uomini donne bambini mentre tentavano la via del mare per raggiungere il miraggio di una vita libera e felice – ha scritto l’arcivescovo, monsignor Salvatore Pappalardo -. Notizie come questi impongono a noi discepoli del Cristo crocifisso e risorto il rispetto e il silenzio, l’astensione dai facili luoghi comuni e temerarie condanne, e soprattutto il dovere delle lacrime della preghiera. La nostra Chiesa intende unirisi al dolore di questi fratelli e dei loro familiari con l’unico strumento efficace che più le appartiene: la preghiera. Vivremo un momento di comunione ecclesiale e di fiducioso abbandono del disegno provvidente di Dio. Il Santuario, custode delle lacrime di Maria, è il luogo che raccoglie anche le lacrime di tutti gli uomini, certi che la vergine versi ogni goccia nell’otre di Dio in attesa che ciascuna venga per sempre cancellata dalla sua tenera mano di Padre”.

Anno Santo della Misericordia

Nella Basilica di San Pietro in Vaticano, sabato 11 aprile in occasione della celebrazione dei Primi Vespri della Domenica della Divina Misericordia, è stata resa pubblica la Bolla d’Indizione del Giubileo della Misericordia. L’Anno Santo della Misericordia – come sottolinea una lunga nota esplicativa della Sala Stampa della Santa Sede – è stato annunciato (lo scorso 13 marzo) nel secondo anniversario dell’elezione di Papa Francesco, durante l’omelia della celebrazione penitenziale con la quale il Santo Padre ha aperto l’iniziativa 24 ore per il Signore. Come l’anno scorso questa iniziativa, proposta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione presieduto da monsignor Rino Fisichella, promuove in tutto il mondo l’apertura straordinaria delle chiese per invitare a celebrare il sacramento della riconciliazione. Il tema di quest’anno è preso dalla lettera di San Paolo agli Efesini «Dio ricco di misericordia» (Ef 2,4).

Il Concilio
L’apertura del prossimo Giubileo avverrà nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965, e acquista per questo un significato particolare spingendo la Chiesa a continuare l’opera iniziata con il Vaticano II.

Il Vangelo della Misericordia
Nel Giubileo le letture per le domeniche del tempo ordinario saranno prese dal Vangelo di Luca, chiamato «l’evangelista della misericordia». Dante Alighieri lo definisce «scriba mansuetudinis Christi», «narratore della mitezza del Cristo». Sono molto conosciute le parabole della misericordia presenti nel Vangelo di Luca: la pecora smarrita, la dramma perduta, il padre misericordioso.

Le origini ebraiche
Anticamente presso gli Ebrei, il giubileo era un anno dichiarato santo che cadeva ogni 50 anni, nel quale si doveva restituire l’uguaglianza a tutti i figli d’Israele, offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e perfino la libertà personale. Ai ricchi, invece, l’anno giubilare ricordava che sarebbe venuto il tempo in cui gli schiavi israeliti, divenuti nuovamente uguali a loro, avrebbero potuto rivendicare i loro diritti. «La giustizia, secondo la legge di Israele, consisteva soprattutto nella protezione dei deboli» (San Giovanni Paolo II in «Tertio Millennio Adveniente, 13).

La storia dei Giubilei
La Chiesa cattolica ha iniziato la tradizione dell’Anno Santo con Papa Bonifacio VIII nel 1300. Bonifacio VIII aveva previsto un giubileo ogni secolo. Dal 1475 – per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Anno Santo – il giubileo ordinario fu cadenzato con il ritmo dei 25 anni. Un giubileo straordinario, invece, viene indetto in occasione di un avvenimento di particolare importanza.

Gli Anni Santi
Gli Anni Santi ordinari celebrati fino ad oggi sono 26. L’ultimo è stato il Giubileo del 2000. La consuetudine di indire giubilei straordinari risale al XVI secolo. Gli ultimi Anni Santi straordinari, del secolo scorso, sono stati quelli del 1933, indetto da Pio XI per il XIX centenario della Redenzione, e quello del 1983, indetto da Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione.

Il senso del Giubileo
La Chiesa cattolica ha dato al giubileo ebraico un significato più spirituale. Consiste in un perdono generale, un’indulgenza aperta a tutti, e nella possibilità di rinnovare il rapporto con Dio e il prossimo. Così, l’Anno Santo è sempre un’opportunità per approfondire la fede e vivere con rinnovato impegno la testimonianza cristiana.

Il tema della Misericordia
Con il Giubileo della Misericordia Papa Francesco pone al centro dell’attenzione il Dio misericordioso che invita tutti a tornare da Lui. L’incontro con Lui ispira la virtù della misericordia.

La Porta Santa
Il rito iniziale del giubileo è l’apertura della Porta Santa. Si tratta di una porta che viene aperta solo durante l’Anno Santo, mentre negli altri anni rimane murata. Hanno una Porta Santa le quattro basiliche maggiori di Roma: San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore. Il rito di aprire la Porta Santa esprime simbolicamente il concetto che, durante il Giubileo, è offerto ai fedeli un “percorso straordinario” verso la salvezza. Le Porte Sante delle altre basiliche verranno aperte successivamente all’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro.

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco_bolla_20150411_misericordiae-vultus.html