“Non posso non pensare alla violenza religiosa, che si traduce in scritte offensive e minacce, che spesso si vedono sui muri delle chiese e dei conventi in tutta la Terra Santa; al processo di pace in Medio Oriente, che vede nel conflitto israelo-palestinese uno dei nodi più aggrovigliati; al terrorismo di Al Qaida e dell’Isis in Iraq e Siria, inizialmente supportato dalla Comunità internazionale e che ormai fa paura a tutto il mondo”. E’ uno dei passaggi dell’omelia che Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, ha tenuto alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime per il 61 anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Ad accoglierlo è stato l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo: “Siamo partecipi alle sofferenze del tuo popolo – ha detto – e lo affidiamo alle preghiere della Madonna delle Lacrime”. Presenti il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, Mons. Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo, Mons. Gianbattista Diquattro, nunzio apostolico in Bolivia, e Mons. Giuseppe Costanzo, Arcivescovo emerito di Siracusa. Tra i fedeli il Luogotenente dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, Russo, oltre alle autorità civili e militari.
“Come sono attuali le lacrime in questo tempo periodo tanto tormentato! Tempo di crudeltà e malvagità. Tempo di violenza e prepotenza. «Siamo alla terza guerra mondiale», ha detto di recente papa Francesco”. Il Patriarca di Gerusalemme ha parlato della sua terra: “A noi Pastori del Medio Oriente, vedendo tutta la crudeltà degli uomini, vedendo i continui massacri di Gaza, la persecuzione dei cristiani per la loro fede, a noi che ci troviamo sulle orme di Gesù, non rimane che pregare, aspettare e piangere, guardando il mondo umiliato, perché incapace di fermare la violenza e tanto orrore. Oggi parlare di morte, di sofferenza, di malattie ci fa paura perché non abbiamo fede, e non avendo fede, non troviamo la risposta a tante domande. Anche oggi non mancano i cristiani, fedeli a Cristo, che nel Medio Oriente hanno preferito la morte, l’esodo e la spogliazione di tutto, ma mai hanno accettato di convertirsi all’Islam per aver salva la vita…
In Terra Santa viviamo un conflitto che non sembra trovare una soluzione a breve termine, e che pesa fortemente su tutti i suoi abitanti, compresi i cristiani. Questa dolorosa realtà solleva molte domande sul nostro futuro in questo paese, ed è fonte di profonda preoccupazione. Abbiamo bisogno della risposta della fede. La risposta non è né l’emigrazione, né il chiuderci in noi stessi. La risposta è rimanere, vivere e morire in Terra Santa. La nostra terra è santa e in quanto tale, le dobbiamo una risposta di fedeltà, perché la nostra permanenza è una vocazione divina, una benedizione, un privilegio”.
Infine il Patriarca ha fatto riferimento alla terra di Sicilia: “Ma molte lacrime vengono versate anche in questa terra, nell’amata Sicilia. Sono le lacrime di coloro che sono arrivati in quest’Isola, in fuga dalla propria terra e ora sono lontani dalla loro patria. Molti di loro hanno scelto la cara Sicilia come luogo di transito, e molti si trovano sepolti in questa terra e in questo mare. Quante lacrime sono versate da coloro che vengono rifiutati, respinti, non accolti! La Madonna di Siracusa piange con noi e su di noi! Noi, come Chiesa Madre di Gerusalemme, oltre ai numerosi problemi sociali e politici che ci sommergono quotidianamente, siamo anche alle prese con le migliaia di rifugiati che hanno abbandonato le loro case in Siria e in Iraq, per scappare dai combattimenti che infuriano in quel paese. La Caritas giordana, sostenuta anche dalla Caritas Italiana, è mobilitata per aiutare questi nostri fratelli. Abbiamo aperto le nostre scuole per accogliere i bambini siriani. Abbiamo aperto le porte del Centro Regina della Pace, per accogliere tante famiglie cristiane dalla Siria e dall’Iraq. Questo deve essere il vero volto della nostra Chiesa: umile, debole, povera, che si sente realmente al servizio di ogni uomo, e che si apre nella carità a tutti coloro che hanno bisogno. Questo per noi è un tempo propizio per spalancare lo sguardo del nostro cuore, verso i fratelli più bisognosi, condividendo con loro quanto noi possediamo. In questi tempi duri, Maria piange con noi e su di noi… Le lacrime della Madonna ci guariscano, ci ridiano la vista”.
Author:
“Non siate indifferenti”
Non possiamo non pensare al pianto della Madonna come ad un forte richiamo alla nostra coscienza. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi ha detto il Papa in occasione del suo viaggio apostolico a Lampedusa, ci rende insensibili alle grida degli altri. La miseria, il dolore, la morte di tanti uomini e donne non può lasciarci indifferenti, noi che ci proclamiamo discepoli del Signore Gesù”.
L’arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo, nel primo giorno dell’anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa si interroga sul significato di quelle lacrime. Il Pastore della Chiesa siracusana presiede la celebrazione all’Oratorio in via degli Orti, proprio davanti quell’abitazione che fu teatro dell’evento prodigioso. “Ricordiamo e riviviamo le emozioni degli eventi straordinari accaduti in quei giorni, ma, soprattutto, riflettiamo e continuiamo ad interrogarci sul significato religioso di quel segno,
che la Madonna Santissima ha voluto si verificasse all’interno della casa di una famiglia della nostra città, affidando alla Chiesa di Siracusa il compito di custodirne la memoria
e di diffonderne il messaggio. Quale era il significato religioso di quelle lacrime? Perché la Madonna si è voluta manifestare a noi con questo segno? Quale messaggio ha voluto
comunicarci? Erano queste le domande che i testimoni dell’evento si posero fin dagli inizi. Anche noi continuiamo ad interrogarci: cosa dicono a noi, oggi, le lacrime della Madonna?”.
Mons. Pappalardo ha provato a rispondere: “Possiamo affermare che le lacrime della Madonna, come le lacrime di ogni madre, sono segno particolarmente espressivo della sua materna presenza e partecipazione alla nostra condizione di figli. Il pianto di una madre esprime l’intensità dei propri sentimenti dinanzi alla condizione dei figli: sono lacrime di gioia; talvolta, di dolore; sempre lacrime di speranza. Possiamo legittimamente pensare che anche le lacrime della Madonna, la più tenera delle madri, siano segno eloquente della sua divina maternità, della sua misericordia verso ciascuno di noi, suoi figli amatissimi. In questo anno, durante il quale sono state versate tante e tante lacrime di sangue da parte di uomini e donne, bambini ed anziani costretti dalla guerra, dalla persecuzione, dalla miseria a lasciare la loro terra per intraprendere viaggi di speranza che, talvolta, purtroppo, per molti di essi si sono tramutati in percorsi di morte, non possiamo non pensare al pianto della Madonna come ad un forte richiamo alla nostra coscienza. Il Papa, in occasione del suo viaggio apostolico a Lampedusa, lo scorso anno, ci metteva in guardia da quell’atteggiamento da lui definito “globalizzazione dell’indifferenza” di cui, purtroppo, noi non siamo esenti. Per la verità, i rappresentanti delle Istituzioni civili si sono lodevolmente adoperati per offrire accoglienza alle diverse decine di migliaia di profughi approdati nel nostro territorio ed anche numerosi volontari delle nostre parrocchie hanno generosamente collaborato per renderne più confortevole l’accoglienza; purtroppo, però, dobbiamo riconoscerlo, nell’animo di molte persone è diffuso il senso dell’indifferenza se non, addirittura, della diffidenza e della insofferenza per queste presenze che in qualche modo vengono a turbare il nostro quieto vivere. Le lacrime della Madonna, la nostra Madre santissima, ci ottengano, cari fratelli e sorelle, di sapere versare lacrime di conversione autentica, lacrime di compassione e di misericordia, che aprano il nostro cuore alla solidarietà verso tutti i nostri fratelli più poveri”.
Oggi alle ore 18.00, raduno dei fedeli delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo in via degli Orti, processione con il Reliquiario verso il Santuario. Alle ore 19.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Ecc.za Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, e concelebrata dai presbiteri delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo.
Domani alle ore 19.00 la Solenne Celebrazione Eucaristica sarà presieduta da Sua Ecc.za António Augusto Dos Santos Marto, Vescovo di Leiria-Fatima e concelebrata dai presbiteri delle comunità parrocchiali del Vicariato di Lentini. Durante la Celebrazione sarà offerto il servizio di interpretariato LIS (Lingua Italiana dei Segni) a cura della Sezione Provinciale ENS di Siracusa che permetterà la partecipazione della Comunità Sorda ore 20.30 Pellegrinaggio interparrocchiale delle Famiglie Francescane di Siracusa (Ordine Frati Minori, Terz’Ordine Regolare, Padri Cappuccini, Ordine Francescano Secolare) che si concluderà con la celebrazione Eucaristica in Basilica.
Alle ore 21.30 Arte e fede (sul sagrato della Cripta). «Davanti alla bottega dell’orefice», tratta dall’omonima opera teatrale di Karol Wojtyla – Regia di Claudia Koll. Realizzazione a cura della Star Rose Academy di Roma.
Tentata truffa alle parrocchie
Tentate truffe ai danni delle parrocchie. Sono continue le segnalazioni che arrivano da chiese in tutta la Diocesi. Un palese tentativo di estorcere denaro alle parrocchie annunciando cospicui lasciti testamentari, anche diverse decine di migliaia di euro.
Il modus operandi è sempre lo stesso. Sedicenti esecutori testamentari che comunicano, di solito telefonicamente, la disposizione di legati testamentari consistenti in somme di denaro a favore delle parrocchie. Ma la condizione essenziale per la riscossione del denaro è il versamento ad un notaio di una cospicua somma a titolo di onorario.
L’Arcidiocesi di Siracusa ha già denunciato l’evidente tentata truffa alle forze dell’ordine e la Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un’inchiesta. L’Arcidiocesi ha invitato i parroci a segnalare qualsiasi simile richiesta, ma il timore è che gli autori della truffa possano raggirare anche cittadini e soprattutto anziani. Il finto esecutore testamentario parla al telefono di una transizione sicura e veloce ed indica l’ufficio postale, luogo molto frequentato da anziani, quale strumento per concludere il lascito.
“La gioia del Signore è la vostra forza”
Sarà il cardinale Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione e l’unità dei cristiani, a presiedere la solenne celebrazione dell’1 settembre prossimo al Santuario della Madonna delle Lacrime che chiuderà i festeggiamenti per la Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Il rettore del Santuario, don Luca Saraceno, ha presentato il 61° anniversario, dal 23 agosto al 1 settembre, che anche quest’anno prevede diversi momenti di preghiera e spettacoli.
Le celebrazioni ufficialmente inizieranno domenica 24 agosto con la messa di benedizione del cotone, che sarà presieduta da mons. Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche Pontificie. Poi venerdì 29, primo giorno della lacrimazione, ci sarà mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano ed anche di Castelgandolfo, che riveste un ruolo di primo piano in quanto è il segretario della commissione di 8 cardinali scelti dal Papa per la riforma della Curia romana. Il secondo giorno ci sarà Antonio Augusto Dos Santos Marto, Vescovo di Leiria-Fatima, a ribadire ancora una volta il legame tra i due Santuari. Il 31 agosto, presiederà la solenne celebrazione Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme, che in serata darà una testimonianza durante un momento di preghiera ecumenico insieme a rappresentanti di altre religioni. Infine il 1 settembre concluderà il cardinale Walter Kasper, chiamato recentemente dal Santo Padre a curare l’impianto teologico del prossimo Sinodo della famiglia a metà ottobre a Roma.
“Non piangete, perché la gioia del Signore è la vostra forza”. E’ questo il tema di questo anniversario: “Si tratta di un espressione dal libro di Neemia – ha spiegato don Saraceno -. Si racconta del ritorno dall’esilio del popolo di Israele. Il popolo ascoltando la scrittura piange. Pianto non di dolore ma di gioia. La gioia del Signore da forza. Siamo invitati alla gioia di appartenere al Signore, la gioia legata ad un cammino di speranza. Non piangete è il grido di Maria che piange per noi. E’ il senso profondo della lacrimazione. Lacrime di preghiera e di gioia. Maria ci ricorda che Dio vuole asciugare le lacrime dei suoi figli e ci chiede di non piangere tutti siamo invitati alla gioia, unica“.
Anniversario della Lacrimazione di Maria
Martedì, 1 luglio, alle ore 19.30, nel salone “Giovanni Paolo II” del Santuario della Madonna delle Lacrime, avrà luogo la presentazione ufficiale del 61 anniversario della lacrimazione di Maria a Siracusa.
Sarà presente il rettore del Santuario, don Luca Saraceno. Il programma, che inizierà sabato 23 agosto per concludersi con la solenne celebrazione di lunedì 1 settembre, sarà illustrato alla comunità del Santuario e a tutti i fedeli che vorranno intervenire. Anche quest’anno momento centrale dei festeggiamenti saranno i quattro giorni dell’anniversario, ma sono diverse le iniziative collaterali che sono state organizzate.
L’evento
Il 29-30-31 agosto e il 1 settembre del 1953, un quadretto di gesso, raffigurante il cuore immacolato di Maria, posto come capezzale di un letto matrimoniale, nella casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in via degli Orti di S. Giorgio, 11, nel quartiere della Borgata a Siracusa ha versato lacrime umane.
Il fenomeno si verificò, ad intervalli più o meno lunghi, sia all’interno che all’esterno della casa. Molte furono le persone che videro con i propri occhi, toccarono con le proprie mani, raccolsero e assaggiarono la salsedine di quelle lacrime. Il 2 giorno della lacrimazione, un cineamatore riprese uno dei momenti della Lacrimazione. Quello di Siracusa è uno dei pochissimi eventi così documentati. Il 1 settembre una Commissione di medici e di analisti, per incarico della Curia Arcivescovile di Siracusa, dopo aver prelevato il liquido che sgorgava dagli occhi del quadretto, lo sottopose ad analisi microscopica. Il responso della scienza fu: “lacrime umane”. Terminata l’indagine scientifica il quadretto smise di piangere. Era il quarto giorno.
Maurizio Gronchi su “Evangelii Gaudium”
Avrà luogo nei giorni mercoledì 25, giovedì 26 e venerdì 27 l’aggiornamento per il clero ed i laici della Diocesi.
Al mattino, alla Villa del Seminario a Canicattini, per il clero; e nel pomeriggio, dalle ore 18.00, al Santuario della Madonna delle Lacrime per i laici.
A tenere gli incontri sarà don Maurizio Gronchi, professore ordinario di Cristologia alla Pontificia Università Urbaniana e Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, che parlerà dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco.
Cresima nel carcere di Brucoli
Dodici detenuti che si trovano rinchiusi nella casa circondariale di Brucoli (Augusta) hanno ricevuto il sacramento della cresima dall’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo.
I dodici, che hanno intrapreso un cammino con il cappellano del carcere, don Angelo, hanno partecipato alla celebrazione eucaristica insieme ai loro padrini.
Durante la messa, animata da un gruppo di frati cappuccini, si è svolto il rito della confermazione, con l’unzione sulla fronte con il sacro crisma. “Ricevete il sigillo dello Spirito Santo – ha ricordato l’arcivescovo – che ci unisce alla Chiesa e ci rende testimoni di Gesù nel mondo“.
“Dobbiamo imparare a donare il pane”
“La Chiesa è chiamata oggi a rendere riconoscibile il Signore Gesù, il Crocifisso-Risorto, nello spezzare il pane per donarlo a quanti hanno fame del pane del lavoro, del pane della casa, del pane dell’accoglienza, del pane della fraternità e della pace”. Così mons. Salvatore Pappalardo, nella sua riflessione al piazzale del Pantheon al termine della processione eucaristica dal Santuario.
“La partecipazione alla celebrazione e a questa processione del SS.mo Sacramento per le vie della città manifesta la nostra identità di cristiani, cioè di credenti nel Signore Gesù e suoi discepoli – ha detto mons. Pappalardo –. Professiamo questa nostra adesione al Cristo non in termini di vaga religiosità, ma lasciandoci illuminare e guidare dalla Parola del Vangelo e partecipando a quel rito memoriale da Lui istituito e fedelmente custodito dalla tradizione della Chiesa: «Gesù prese del pane…, lo spezzò… fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24). Lo “spezzare il pane” di Gesù non è la semplice azione di chi si siede a tavola per il pasto. Questo gesto di Gesù è simbolico, rinvia a tutta la sua esistenza: il pane spezzato è la sua vita donata, dall’inizio sino alla fine sulla croce.
Sintomatico il racconto dei discepoli di Emmaus che riconoscono il Signore Risorto nel gesto di spezzare il pane (cfr. Lc 24,30-31). La celebrazione eucaristica identifica il volto della comunità cristiana. La celebrazione è essa stessa normativa della vita dei cristiani. L’autentica partecipazione all’Eucaristia comporta il rinnovato proposito di spendere la vita al servizio del prossimo. La comunione sacramentale con Cristo genera anche la comunione con i fratelli”.
L’arcivescovo ha sottolineato la necessità di vivere il Vangelo tutti i giorni: “Noi – ciascuno di noi – che ci riconosciamo discepoli di Cristo nello spezzare il pane, dobbiamo imparare, come ha fatto Lui, a fare della nostra vita un dono per gli altri: siano i fratelli poveri, malati, anziani che vivono nelle nostre famiglie, siano i volti sconosciuti dei tanti immigrati che incontriamo per le vie della nostra città: a tutti siamo debitori della carità di Cristo!
Una particolare attenzione in questo momento meritano proprio gli immigrati. L’arrivo di migliaia di uomini e donne, favorito dall’operazione Mare nostrum, interpella certamente la nostra società ai vari livelli, locale, regionale, nazionale, internazionale, ma interpella con urgenza anche la comunità cristiana.
Senza sottacere quanto con grande senso di responsabilità stanno facendo le Autorità istituzionali locali, coordinate dal Prefetto, al fine di assicurare l’accoglienza temporanea di questi migranti in strutture del nostro territorio; né, tanto meno, sottovalutando l’impegno veramente lodevole delle comunità parrocchiali più direttamente interessate a questo fenomeno (mi riferisco alla parrocchie della città di Augusta, nel cui porto avvengono gli sbarchi), dobbiamo riconoscere con onestà che, pur in presenza di tanta generosità da parte di singoli e di gruppi impegnati nell’accoglienza dei fratelli migranti, le nostre comunità non mostrano di essere, nel loro complesso, sufficientemente sensibili e preparate a relazionarsi con la realtà drammatica della immigrazione. Come cristiani siamo chiamati a considerare il fenomeno migratorio non solo come emergenza, ma piuttosto come occasione propizia per capire ciò che lo Spirito Santo chiede oggi alle nostre Chiese”.
Si celebra il Corpus Domini
Domenica 22 giugno, solennità del Corpus Domini, la Diocesi vivrà uno dei momenti più intensi di vita ecclesiale. Nel pomeriggio avrà luogo un’unica celebrazione eucaristica. Al termine della concelebrazione seguirà la processione. Nella città di Siracusa, la celebrazione, presieduta dall’Arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo, avrà luogo alle ore 19 presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Al termine della celebrazione, la processione muoverà dal Santuario per giungere al piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione guidata dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo e la benedizione.
“Siamo chiamati a informare e a favorire la partecipazione dei fedeli – ha spiegato il direttore dell’Ufficio liturgico, don Massimo Di Natale – e ad incoraggiare le realtà operanti nelle nostre Comunità parrocchiali a rendere visibile la loro presenza anche attraverso stendardi, labari, insegne e gonfaloni”.
Abbiamo riso … per una cosa seria
Raccogliere fondi attraverso l’acquisto di confezioni di riso della qualità “Thaibonnet”, prodotto dal Commercio Equo e Solidale. Abbiamo riso… per una cosa seria è il titolo dell’evento che domenica 15 giugno, a partire dalle ore 18, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio ospiterà presso la sua sede di via della Conciliazione 6 a Siracusa. Un’iniziativa curata dal CoPE (Cooperazione Paesi Emergenti), ente senza scopo di lucro federato con la FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), che mira a sensibilizzare i paesi del Nord del mondo sull’accesso al cibo e sulla qualità della vita nei paesi del Sud del mondo.
I fondi verranno destinati al progetto Sisi ni kesho 2007 – Noi siamo il futuro, per sostenere la scuola materna e la primina nel villaggio di Msindo (Tanzania). La scuola, costruita nel 1983 dalla parrocchia locale, ha subìto varie chiusure: rimessa in funzione nel 2007 grazie alla ristrutturazione finanziata dal CoPE, è stata poi affidata nel 2013 al Comitato dei genitori. Oggi 90 bambini beneficiano delle attività scolastiche e delle opportunità ludico-formative all’aperto. L’obiettivo della raccolta è dunque di raggiungere la cifra di € 2.500, pari al costo annuo della mensa per questi bambini. Nel corso del 2012 e del 2013, i fondi raccolti sono stati destinati al Centro polifunzionale per i bambini di strada di Ambanja (Madagascar): qui i bambini hanno potuto godere di attività scolastiche e formative, oltre che di una mensa.
La data scelta del 15 giugno non è casuale, perché coincide con la festa liturgica di San Metodio patrono dell’Istituto. Anche per questo, all’evento presenzierà Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa e Modertaore dell’Istituto.
Per questa iniziativa si sono dunque mobilitate alcune realtà che a Siracusa sono da tempo impegnate tra l’altro nel volontariato, nella sensibilizzazione alle questioni della mondialità e nel commercio equo e solidale: il Gruppo Ad Gentes, la cooperativa Francisca Martin, L’Altro Mercato, l’équipe Nuovi Stili di Vita, la cooperativa L’Arcolaio e la Brucoli Swing Brothers Band.
Il Gruppo Ad Gentes, un gruppo di animazione missionaria nato nel 1984 a Siracusa presso l’Istituto delle suore Francescane Missionarie di Maria, per volere di sr. Francisca Martin e di un gruppo di giovani che avevano già vissuto esperienze di volontariato internazionale. Attraverso l’informazione, la formazione, il volontariato, il Gruppo opera in diocesi e nella provincia per sensibilizzare sulle problematiche dei paesi in via di sviluppo e sostanzialmente abbandonati sulla via della transazione democratica. Con la cooperativa Francisca Martin, dal 1992 gestisce a Siracusa (in Corso Timoleonte, 77) l’Altro Mercato, una Bottega di Commercio equo e solidale, dove è possibile acquistare prodotti che provengono da cooperative volte alla emancipazione delle popolazioni del Sud del Mondo.
L’équipe Nuovi Stili di Vita, che dal 2013 fa parte dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa, si cura di promuovere buone pratiche quotidiane, solidali e sobrie per far riscoprire i quattro rapporti essenziali: con le persone, le cose, il creato e la mondialità. Partecipa all’evento di domenica 15 giugno con un laboratorio pratico dal titolo “Semi ritrovati”: un percorso di riscoperta e conoscenza dei semi e dei cereali ormai dimenticati, preziosi per la salute e per l’ambiente, che provengono da altre parti del mondo, che nutrono altri popoli e che possono diventare sulle nostre tavole uno strumento di solidarietà e di giustizia sociale.
La cooperativa sociale L’Arcolaio opera all’interno della Casa Circondariale di Siracusa, dove occupa 15 detenuti in attività di produzioni dolciarie, di preparazione pasti e di catering. La cooperativa, oltre a dare il proprio contributo all’evoluzione del sistema penitenziario verso modelli riabilitativi più efficaci, è sempre più attiva sul territorio dove partecipa alle iniziative che hanno come fine lo sviluppo sostenibile e solidale, la coesione sociale e la cittadinanza attiva. La cena dell’evento di sabato 15 sarà quindi preparata dagli opertori della cooperativa utilizzando il “riso Thaibonnet” messo in vendita per la raccolta dei fondi.
La serata sarà allietata da una performance canora della Brucoli Swing Brothers Band. Formata da detenuti della Casa di Reclusione di Augusta, la Band testimonia la possibilità di realizzare percorsi educativi di eccellenza all’interno degli istituti di pena. Il gruppo è caratterizzato, oltre che da una notevole capacità artistica, da grande affiatamento e partecipazione emotiva. Valori che la Band riesce a trasmettere al pubblico, regalando intensi momenti di gioia ed emozione.
Questa iniziativa, che mostra la possibilità di una collaborazione fattiva e positiva tra vari attori nell’ambito della vita sociale, viene ospitata dal San Metodio nel quadro delle attività culturali del presente anno accademico dedicato al tema della povertà. Questa iniziativa prelude alle attività del prossimo anno accademico 2014/15 dell’Istituto, che sarà dedicato al tema della gioia: la vita cristiana è improntata sulla gioia donata da Gesù Risorto, che ogni cristiano ha però la responsabilità di condividere con i fratelli, portandola nel mondo soprattutto ai più poveri e bisognosi.