Una serie di incontri sull’ecumenismo in diverse parrocchie della Diocesi e una celebrazione ecumenica della Parola, organizzata dall’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso in collaborazione con i componenti della Chiesa Battista di Siracusa che si terrà sabato 25 gennaio, alle ore 20.00, nella Chiesa di san Nicolò dei Cordari a Siracusa.
Il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani hanno promosso dal 18 al 25 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Il direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, don Nisi Candido, la Commissione Ecumenismo e l’Equipe Nuovi Stili di Vita stanno tenendo incontri su tematiche legate all’ecumenismo e l’appuntamento finale sarà sabato alla Chiesa di san Nicolò dei Cordari.
«Cristo non può essere diviso!» (1Cor 1,13). A questa affermazione di san Paolo si ispira la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “L’Apostolo delle genti – spiega don Nisi Candido – si rivolgeva così all’esuberante comunità di Corinto per ricondurla alla sobrietà dell’essenziale. Le diversità dei carismi, per quanto apprezzabili, non possono far dimenticare che la fonte della fede è unica: Cristo. In fondo, anche il cammino ecumenico odierno si trova nella stessa tensione: da un lato c’è il riconoscimento della singolarità di ogni confessione cristiana (anglicana, cattolica, ortodossa, protestante) e dall’altro c’è la convergenza di tutti i cristiani nell’unico Signore Gesù”. Anche per questa ragione, il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani hanno suggerito per quest’anno una riflessione sui testi paolini.
“Le parole di san Paolo sono importanti anche nella fase che il dialogo ecumenico sta attualmente attraversando: c’è un desiderio diffuso da parte delle Chiese cristiane di ritorno all’essenziale, di comunione vera, di genuino apprezzamento dell’altro. Una tale ricerca sincera di unità può diventare, tra l’altro, una testimonianza credibile di fronte al mondo intero, sempre più lacerato da forze disgregatrici. La Chiesa cattolica, in tutte le sue componenti, deve prenderne coscienza: l’ecumenismo è un suo tratto qualificante, e non solo in prospettiva intra-ecclesiale. Si tratta piuttosto del suo stile missionario, rivolto ad ogni uomo, a prescindere dal suo credo. Lo ha scritto di recente Papa Francesco nell’esortazione “Evangelii gaudium”: «Se ci concentriamo sulle convinzioni che ci uniscono e ricordiamo il principio della gerarchia delle verità, potremo camminare speditamente verso forme comuni di annuncio, di servizio e di testimonianza. L’immensa moltitudine che non ha accolto l’annuncio di Gesù Cristo non può lasciarci indifferenti.
Pertanto, l’impegno per un’unità che faciliti l’accoglienza di Gesù Cristo smette di essere mera diplomazia o un adempimento forzato, per trasformarsi in una via imprescindibile dell’evangelizzazione».