Sabato 30 maggio, nella chiesa Cattedrale, alle ore 18.30, messa con la benedizione degli Oli secondo le nuove disposizioni della Cei. Lo ha reso noto l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che presiederà la messa alla quale potrà partecipare una rappresentanza del popolo di Dio ed i quattro vicari foranei in rappresentanza del Presbiterio diocesano.
Mons. Pappalardo, scrivendo alla comunità diocesana, ha ricordato come l’emergenza sanitaria ci abbia impedito di frequentare le chiese per prendere parte alla vita liturgica della comunità cristiana. “Abbiamo supplito a tale privazione collegandoci, meditante i moderni mezzi della comunicazione, alle celebrazioni presiedute dal Santo Padre o da altri Ministri, trasmesse in via telematica: iniziativa lodevole ma certamente non esaustiva per la nostra vita cristiana che comporta la comunione con il Signore Gesù mediante la partecipazione effettiva ai Sacramenti della Chiesa. Adesso, a partire da domenica prossima, ci è permessa una graduale ripresa della partecipazione alla vita liturgica: è mio auspicio che quanti sono in grado di poter ricominciare, lo facciano con vivo desiderio e rinnovato impegno! L’Eucarestia domenicale qualifica la vita della Chiesa e di ogni singolo discepolo del Signore: vale anche per noi quanto i Martiri di Abitene, all’inizio del 4 secolo, affermavano dinanzi ai persecutori: “Sine dominico non possumus – non possiamo vivere senza l’Eucarestia nel giorno del Signore”.
Non sono stati celebrati quest’anno i Riti della Settimana Santa e, tra questi, la messa con la benedizione degli Oli: “celebrazione particolarmente significativa – spiega l’arcivescovo – per la vita sacramentale della Comunità cristiana, che con l’unzione degli Oli sacri nel Battesimo e nella Cresima vedere realizzata la partecipazione di ogni singolo fedele al sacerdozio regale e profetico del Cristo Signore. Questa celebrazione ha rivestito sempre una particolare rilevanza per i Presbiteri, chiamati in tale giorno a rinnovare le promesse sacerdotali. Queste privazioni, motivo di sofferenza spirituale, non devono però lasciare tracce di scoramento nel nostro animo: se il Signore ha permesso tanto, certo non ci ha abbandonati; impariamo piuttosto ad apprezzare maggiormente i doni del Signore valorizzandoli al meglio per la nostra vita spirituale“.