«L’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere per i fratelli più poveri». È stato netto, nei giorni scorsi, il commento di monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e il Programma alimentare mondiale (Pam), riguardo al rapporto 2019 sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo. Presentato lunedì a New York, il documento rientra nel monitoraggio dei progressi verso il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile – “Fame Zero” – che mira a sconfiggere la fame, promuovere la sicurezza alimentare e porre fine a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.
«La fame continua ad aumentare e il rapporto – ha fatto notare monsignor Arellano – ci sta dicendo che le persone che stanno dietro a questi numeri non hanno né un presente sereno né un futuro luminoso». Di più: «Il rapporto sottolinea non solo la crudeltà della fame, ma anche un altro aspetto: l’obesità. Gli adulti obesi nel mondo sono 672 milioni, cioè il 13%, quindi una persona su otto. Dunque, il problema non è soltanto di denutrizione, ma anche di malnutrizione».
Per monsignor Arellano «la comunità internazionale veramente dovrebbe fare di più. Manca la volontà, soprattutto nel togliere le cause dovute all’uomo, come i conflitti, la crisi economica e i cambiamenti climatici. Questi tre continuano a essere i fattori che producono questi flagelli».
(da Avvenire)