“Quella che oggi si stringe a Lucia sembra una Città sofferente, a volte smarrita, una comunità che fatica a ritrovare un progetto di vita condiviso, per il quale spendersi e sul quale investire le sue risorse migliori per il suo futuro”. Così l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, nel suo tradizionale discorso dal balcone in piazza Duomo.
“Il volto, che a causa delle vicende degli ultimi mesi, ha mostrato la bella Città di Lucia è stato il volto rabbuiato di chi sembra abbia smarrito il senso dell’etica, unico capace di consentire di rialzare lo sguardo per orientarsi, nel rispettoso confronto dialettico, verso l’orizzonte comune della costruzione del bene di tutti. Lucia oggi esorta la sua Siracusa a non restare ripiegata su sé stessa nell’apatia e nella rassegnazione, a risvegliare le sue migliori energie perché l’attività politica, che la comunità chiama a svolgere attraverso l’esercizio democratico, possa essere intesa e vissuta come servizio e come forma alta di carità riportandola al piano che le è proprio, quello dei valori ideali da tradurre in prassi virtuose. Ricostruire Siracusa come “città dell’uomo a misura d’uomo” ponendosi obiettivi precisi: la lotta ad ogni forma di povertà, la tutela della famiglia e di quanti vivono situazioni di sofferenza, la giustizia sociale, la sicurezza contro ogni forma di violenza, l’accoglienza, la difesa dell’ambiente, un nuovo progetto di politica socio-economica che miri a combattere la piaga della disoccupazione”.