“Il martirio di Lucia è il segno più evidente che dinanzi alle tenebre e alle paure del suo tempo Lei è rimasta fedele al Signore. Il superamento delle paure passa attraverso la gioia di mettersi in discussione, di sapersi fidare di Dio, di abbandonarsi alla sua Parola”. Le parole del neo arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Giovanni Accolla, risuonano nella Cattedrale gremita di fedeli. Il presbitero siracusano, una settimana fa ordinato vescovo, presiede il pontificale nel giorno di Santa Lucia, patrona di Siracusa.
“Santa Lucia è la santa della Luce, la santa dei doni, è la santa che protegge i ciechi, è la santa che protegge dalla carestia, la santa che provvede per la sicurezza dei propri cittadini, la santa della carità. La sua vita diventa presenza luminosa tra le tenebre del mondo. Un esempio per ripensare, la nostra vita cristiana e la nostra fedeltà al Signore”. Accolla ha proposto come ripensare la propria vita: “Quali le tenebre del nostro tempo? Mi piace riportare le parole del cardinal Martini: “sono le tenebre della paura di credere, della paura di affidarsi all’amore di Dio Padre, è la nebbia di una competizione sfrenata che non fa più vedere il fratello”. Le nostre paure sono le paure di essere aggrediti, assaliti (consideriamo il fenomeno delle migrazioni); la paura di essere giocati (il gioco selvaggio delle ciniche ambizioni di potere, a volte anche dentro la chiesa, quando mitizzando i ruoli si mortificano le persone); la paura che un altro più furbo di noi entri nelle nostre cose, nei nostri affari e li scompigli. La paura del vivere e la paura di dare la vita”.
Ai piedi del simulacro, una croce in legno, portata in processione dalle suore scalabriniane, presenti a Siracusa con una piccola comunità che si occupa di migranti: la croce è fatta con il legno dei barconi carichi di umanità che solcano il Mediterraneo. “Siamo chiamati ad una sfida contro le paure del nostro tempo: la povertà in spirito, la mitezza, la sete di giustizia, la misericordia, la purezza di cuore, la lotta per la pace, caratterizzano la vita dei santi, di coloro che hanno posto la loro fiducia in Dio” ha concluso Accolla.
L’abbraccio dei fedeli in Cattedrale e poi in piazza Duomo, all’uscita del simulacro. In processione anche una delegazione della vicina Belpasso e oltre 130 persone da Capracotta, cittadina del Molise dove è forte la devozione a Santa Lucia. In serata la statua della patrona è arrivata alla Basilica di Santa Lucia al sepolcro dove resterà per l’Ottavario. Giorno 20 la processione di rientro nella Cattedrale, e la chiusura del simulacro nella sua Cappella.
“Santa Lucia è la santa della Luce, la santa dei doni, è la santa che protegge i ciechi, è la santa che protegge dalla carestia, la santa che provvede per la sicurezza dei propri cittadini, la santa della carità. La sua vita diventa presenza luminosa tra le tenebre del mondo. Un esempio per ripensare, la nostra vita cristiana e la nostra fedeltà al Signore”. Accolla ha proposto come ripensare la propria vita: “Quali le tenebre del nostro tempo? Mi piace riportare le parole del cardinal Martini: “sono le tenebre della paura di credere, della paura di affidarsi all’amore di Dio Padre, è la nebbia di una competizione sfrenata che non fa più vedere il fratello”. Le nostre paure sono le paure di essere aggrediti, assaliti (consideriamo il fenomeno delle migrazioni); la paura di essere giocati (il gioco selvaggio delle ciniche ambizioni di potere, a volte anche dentro la chiesa, quando mitizzando i ruoli si mortificano le persone); la paura che un altro più furbo di noi entri nelle nostre cose, nei nostri affari e li scompigli. La paura del vivere e la paura di dare la vita”.
Ai piedi del simulacro, una croce in legno, portata in processione dalle suore scalabriniane, presenti a Siracusa con una piccola comunità che si occupa di migranti: la croce è fatta con il legno dei barconi carichi di umanità che solcano il Mediterraneo. “Siamo chiamati ad una sfida contro le paure del nostro tempo: la povertà in spirito, la mitezza, la sete di giustizia, la misericordia, la purezza di cuore, la lotta per la pace, caratterizzano la vita dei santi, di coloro che hanno posto la loro fiducia in Dio” ha concluso Accolla.
L’abbraccio dei fedeli in Cattedrale e poi in piazza Duomo, all’uscita del simulacro. In processione anche una delegazione della vicina Belpasso e oltre 130 persone da Capracotta, cittadina del Molise dove è forte la devozione a Santa Lucia. In serata la statua della patrona è arrivata alla Basilica di Santa Lucia al sepolcro dove resterà per l’Ottavario. Giorno 20 la processione di rientro nella Cattedrale, e la chiusura del simulacro nella sua Cappella.